{"id":21833,"date":"2010-06-10T17:20:22","date_gmt":"2010-06-10T17:20:22","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-06-11T16:01:30","modified_gmt":"2010-06-11T16:01:30","slug":"tracce-di-romanit-nel-varesotto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/tracce-di-romanit-nel-varesotto\/","title":{"rendered":"Tracce di romanit\u00e0 nel Varesotto"},"content":{"rendered":"
Non solo Celti e Logobardi – <\/strong>La provincia di Varese è stata, fin dal passato, crocevia di popoli, come i Longobardi, e culture, come quella di Golasecca. Ma anche per l'età romana esistono testimonianze, magari meno note, meno appariscenti. stabile solo a partire dall'epoca della romanizzazione (II-I sec. a. C.), quando Angera fu un emporion<\/em> commerciale, legato ai mercatores<\/em> romani, che qui acquistavano prodotti locali e materie prime. Simbolo di questi contatti è la presenza di ceramica di tradizione indigena accanto alla vernice nera, di tradizione romana. Scarsi sono i ritrovamenti, le strutture erano probabilmente in paglia, argilla, legno, materiali quindi deperibili. raggiungeva Milano, ma anche legname che giungeva fino ai porti dell'Adriatico. La floridezza economica è testimoniata dalla cultura artistica della città, di cui sono un felice esempio le colonne istoriate.<\/p>\n Il massimo splendore –<\/strong> Ma è soprattutto nel III-IV sec. d. C. che la città raggiunse il suo apice, probabilmente grazie all'influenza di Milano, all'epoca capitale del mondo romano e alla importanza crescente della Pianura Padana. Angera è un approdo militare ma anche commerciale. Gli scavi archeologici attestano l'espansione dell'abitato ad est, impianti produttivi ed un edificio termale. Qui giungevano merci dalle regioni transalpine occidentali e dall'Oriente. scavo ex chiesa S.Vittore, veduta generale Non solo Celti e Logobardi – La provincia di Varese è stata, fin dal passato, crocevia di popoli, come i Longobardi, e culture, come quella di Golasecca. Ma anche per l'età romana esistono testimonianze, magari meno note, meno appariscenti.Angleria o Stacciona – Angera è oggi famosa come cittadina turistica sul lago […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":21834,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[36,10],"tags":[],"yoast_head":"\n
Angleria o Stacciona – <\/strong>Angera è oggi famosa come cittadina turistica sul lago e per lo splendido castello che si staglia sulla rocca. Ma la città esisteva già in epoca romana, anzi prima ancora fra II e I sec. a. C. La sua storia è emersa da ritrovamenti casuali, legati a lavori agricoli, iniziati nel 1868 e divenuti nel Novecento sempre più cospicui, al punto che nel 1939 Mario Bertolone compilò una carta archeologica della città. Indagini sistematiche furono effettuate fra il 1980 e il 1998 e anche ora il territorio è oggetto di un controllo capillare da parte della Sovrintendenza.
Una storia antichissima – <\/strong>La più antica frequentazione del territorio angerese è testimoniata dai ritrovamenti nella Tana del Lupo, grotta posta proprio sotto la rocca, relativi al Paleolitico. Si può parlare di insediamento <\/p>\n
Un importante centro commerciale della zona Verbano-Ticino.<\/strong> Così scrive Gemma Sena Chiesa, dell'università Statale di Milano, curatrice degli scavi e della loro pubblicazione negli anni Ottanata e Novanta. Infatti in età augustea cominciò l'espansione dell'abitato, nel rispetto della struttura più antica. L'organizzazione urbanistica, ancora poco conosciuta, sta emergendo negli scavi di questi ultimi anni. Recentemente è stata indagata la zona della ex chiesa di San Vittore, dove è stata individuata un'area pluristratificata: un edificio in legno risalente al I sec. a. C. e una domus<\/em> di età imperiale. Nell'area dell'ex distilleria Rossi, gli scavi hanno portato alla luce un tratto di strada. Cosa si commerciava? Materie prime, come la pietra locale, che <\/p>\n
Gli abitanti – <\/strong>Qualcosa degli antichi abitanti ci arriva dalle necropoli, dove sono i corredi a parlare della ritualità funeraria. Gli oggetti più comuni, che accompagnavano il defunto nel suo viaggio eterno, sono vasi da mensa, olpi, lucerne e balsamari in vetro, spesso deformati dal fuoco a cui erano sottoposti. Ma c'erano anche i chiodi, probabilmente per fissare l'anima del defunto alla tomba e talvolta le ghiande, forse con valore simbolico.
Una suggestione – <\/strong>Ecco quale vicenda millenaria celano i suoli di Angera. E lo sguardo sale poi al castello, un altro pezzo di storia…<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"