{"id":22265,"date":"2010-08-04T09:09:55","date_gmt":"2010-08-04T09:09:55","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-08-06T07:56:04","modified_gmt":"2010-08-06T07:56:04","slug":"il-maga-e-l-azzardo-del-feticismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-maga-e-l-azzardo-del-feticismo\/","title":{"rendered":"Il MAGa e l’azzardo del feticismo"},"content":{"rendered":"
Segnalazione –<\/strong> Dopo la mostra dedicata a Modigliani, bollata sul blog di Giuseppe Frangi<\/strong> come "cosa da lasciar perdere, un mausoleo insulso per un campionario di mediocrità. Allestimento di Modigliani al limite del truce", è arrivata l'antologica dedicata all'universo camaleontico degli anni '80 che resterà aperta al pubblico fino al 26 settembre.<\/p>\n In mostra<\/strong>, alcune opere della collezione permanente del Museo gallaratese raccolte da Silvio Zanella<\/strong> proprio nel torno di anni che, dall'embargo statutinetense nei confronti dell'Iran, ci hanno traghettati fino all'abbattimento del Muro di Berlino. I rilievi di Dario Brevi <\/strong>e Gianantonio Abate<\/strong> si trovano inframmezzati ad oggetti di design come la teiera Odile di Follessa<\/strong> o la sedia che Michele De Lucchi<\/strong> firmò nel 1989. Il dinosauro verde del Gruppo Plumcake<\/strong> é affiancato alle sagome trasparenti di Lodola<\/strong>, mentre poco più in là si vedono i mobili di Sottsass<\/strong> e di Masanori Umeda.<\/strong> Chiudono la rassegna le immagini e le voci dei film cult e i consigli di ottanta libri per gli anni Ottanta di Luigi Mascheroni<\/strong>, mentre l'atmosfera privata del salottino del cultore di musica è ricreata sulle sedie Bubble di Bartoli<\/strong> e alla luce della lampada di Gae Aulenti<\/strong> e Achille Castiglioni<\/strong>.<\/p>\n Un percorso espositivo, breve anzi brevissimo<\/strong>, che mette in mostra nel Museo una parte della collezione del Museo. Una scelta curatoriale che sembra puntare esplicitamente al fascino mitico – e mitizzato – che il decennio è in grado di proiettare nella nostra <\/p>\n contemporaneità, alla seduzione collettiva e un po' generica di "vecchie cose tirate fuori dal cassetto". La scelta dei curatori è stata dunque quella di leggere questa porzione di antologia, ancorandola al contesto storico nel quale è nata e cresciuta. Una mostra facile, potremmo dire, leggera, imbevuta di una buona dose di languore epidermico, in perfetta sintonia con la Milano da bere e l'arte altrettanto liquida degli anni '80.<\/p>\n Il passato mitico –<\/strong> Tuttavia, il rischio del sentimentale magone nostalgico, alimentato dalle reliquie delle frange musicali o artistiche commerciali, dalle meteore dell'archeologia contemporanea, lascia a bordo strada la lettura e l'interpretazione profonda di uno dei periodi più frastagliati e tortuosi dell'arte contemporanea.<\/p>\n Il tutto e il contrario di tutto –<\/strong> Un periodo artistico in cui la fanno da padrone contraddizioni e forme espressive in esplicita opposizione. Abbandonate per sempre le tendenze concettuali degli anni '60 e '70, si fecero strada nuovi movimenti e correnti artistiche per i quali il carburante unico – o quasi – fu quello del citazionismo<\/strong>. E <\/p>\n così sorsero all'orizzonte i Nuovi nuovi<\/strong> con Luigi Ontani<\/strong> e Aldo Spoldi; la Transavanguardia<\/strong> con Nicola De Maria, Mimmo Paladino e Sandro Chia;<\/strong> il Nuovo Futurismo<\/strong> con Marco Lodola, Luciano Palmieri, Gianantonio Abate, Plumcake.<\/strong> L'arte intanto, complici anche le aste e il battage pubblicitario, si trasformava sempre più in affare. Dunque un decennio tutt'altro che semplice o avvicinabile con una facile interpretazione. Quella del MAGa, a nostro avviso, sembra essere una lettura facilona e in parte riduttiva, da tempo libero e da scatola dei ricordi.<\/p>\n "Il Poverismo è davvero l'unico volto, o l'unico volto realmente d'avanguardia, dell'arte italiana a cavallo tra gli anni '60 e '70? E la Transavanguardia, pur ammettendo che essa non si risolve in un semplice "ritorno alla pittura" e neanche in "un ritorno alle tecniche tradizionali", come pure si continua a ripetere, ma consiste piuttosto in un atteggiamento nomadico, quanto predatorio nei confronti di linguaggi più o meno recenti, esaurisce realmente il discorso sugli anni '80? A quest'ultima domanda intende rispondere (negativamente e attraverso i fatti) la mostra della Fondazione Noesi<\/strong>, pur senza ovviamente accampare alcuna velleità di completezza… (…)". E' questo uno stralcio del testo introduttivo della mostra allestita alla Fondazione di Martina Franca<\/strong> e dedicata proprio all'arte degli anni '80. Una mostra problematica ma che tenta di gettare sul tavolo alcune delle questioni cruciali dell'arte degli ultimi venti-trent'anni.<\/p>\n A Gallarate, invece,<\/strong> gli spunti migliori vengono più che dall'allestimento della mostra temporanea, dal video in collezione permanente dove, va detto, si respira tutt'altra aria. "L'arte rivela l'uomo, la società e la civiltà di ogni specifica epoca. Questo museo, fedele alle sue premesse, prosegue nell'opera di documentazione del cammino dell'arte che è testimonianza del cammino dell'uomo e della società". Parole di Silvio Zanella, ricordato nel video da Giovanni Orsini<\/strong> come uomo umile ed impopolare perchè dotato del coraggio e della coerenza di vagliare e di accogliere nella sua collezione solo opere e artisti di valore.<\/p>\n Flash80<\/strong> Flash '80. Allestimento della mostra Segnalazione – Dopo la mostra dedicata a Modigliani, bollata sul blog di Giuseppe Frangi come "cosa da lasciar perdere, un mausoleo insulso per un campionario di mediocrità. Allestimento di Modigliani al limite del truce", è arrivata l'antologica dedicata all'universo camaleontico degli anni '80 che resterà aperta al pubblico fino al […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":22266,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Fino al 26 settembre 2010
MAGa – Museo d'Arte di Gallarate
Via Egidio De Magri 1
http:\/\/www.museomaga.it\/
orario: 9.30 – 19.30 da martedi' a giovedi' e domenica
9.30 – 22.30 venerdi' e sabato
lunedi' chiuso
biglietti: Intero – 8,00<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"