{"id":22327,"date":"2010-08-18T11:49:56","date_gmt":"2010-08-18T11:49:56","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-08-20T08:28:55","modified_gmt":"2010-08-20T08:28:55","slug":"villa-panza-pop-art-con-brindisi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/villa-panza-pop-art-con-brindisi\/","title":{"rendered":"Villa Panza: Pop Art con brindisi"},"content":{"rendered":"
I nomi prima di tutto – <\/strong>Sarà curata da Susan Davidson <\/strong>del Museo Solomon R. Guggenheim e David White <\/strong>del Robert Rauschenberg Estate, l'esposizione di Villa Panza che rende omaggio a una delle più grandi forze creative dell'arte americana dagli anni '50. Inaugurerà il 14 di ottobre la mostra intitolata "Robert Rauschenberg. Gluts<\/strong>", una rassegna che promette di esplorare in lungo e in largo e con oltre 40 opere provenienti da istituzioni e collezioni private internazionali uno dei talenti più noti dell'arte contemporanea.<\/p>\n La mostra che gira –<\/strong> Al ritorno da un tour internazionale che ha coinvolto importanti sedi quali il Guggenheim di Venezia<\/strong>, il museo Tinguely di Basilea <\/strong>e il Guggenheim di Bilbao<\/strong>, l'esposizione di Varese sarà arricchita da un nuovo nucleo di opere. La mostra, infatti, nasce dalla collaborazione tra FAI – Fondo Ambiente Italiano, Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e il Robert Rauschenberg Estate di New York.<\/p>\n Robert Rauschenberg, erede della tradizione dadaista e pioniere della Pop Art americana<\/strong> con un linguaggio meno sgargiante e mediatico di Andy Warhol, ma più sfumato e complesso, tormentato e intimista, compone la sua arte con assemblaggi di oggetti di recupero. A Villa Panza sarà soprattutto il metallo a dominare: per circa un decennio, Rauschenberg si reca nella Gulf Iron e Metal Junkyard, discarica fuori Fort Myers, Florida<\/strong>, vicino alla sua casa-studio, raccogliendo ferraglie come segnali stradali, tubi di scappamento, radiatori, saracinesche e molto altro ancora, che pian piano trasforma in questi assemblaggi poetici, in cui il risultato finale ha un effetto ben diverso dalla somma delle <\/p>\n singole parti. L'autore sceglie questi oggetti non solo per il loro valore quotidiano ma anche per le loro proprietà formali. Individualmente o nel loro insieme, materiali come questi sono alla base del suo vocabolario artistico, la sua empatia per gli oggetti di scarto è quasi viscerale. "Gli oggetti abbandonati mi fanno simpatia e così cerco di salvarne il più possibile".<\/p>\n Protagonista indiscusso di fulminanti successi <\/strong>collezionati in un decennio da cardiopalma sullo sfondo di New York<\/strong>, nel 1955 lanciò nell'empireo dell'arte contemporanea il suo controverso "Bed" (il Letto) manifesto sperimentale dei suoi "Combine-paintings<\/strong>" dove prelevava un autentico letto, applicato su un telaio in senso verticale con tanto di coperta, lenzuolo e cuscino intrisi di magma pittorico. L'oggetto trasformato in quadro da appendere alla parete. E non poteva che concludersi a Villa Panza, l'iter dell'esposizione che accende il focus su questo grande protagonista del XX secolo. <\/p>\n Il Conte Panza, infatti, è stato infatti il primo in Italia a collezionare<\/strong> le opere di Robert Rauschenberg, iniziando ad acquistare i lavori dell'artista nell'estate del 1959 da Lawrence Rubin, Leo Castelli, Ileana Sonnabennd e Marta Jackson. E quando Rauschenberg partecipò alla Biennale di Venezia nel 1964, vinse inaspettatamente il Gran Premio per la Pittura proprio con un opera della collezione Panza: la celebre scultura Gift For Apollo. Così veniva siglata la prima volta di un artista americano premiato in laguna<\/strong>.<\/p>\n La riflessione sul cambiamento sociale – Susan Davidson<\/strong>, a proposito dei Gluts, spiega che negli anni '80 Rauschenberg comincia a concentrare il proprio interesse artistico sull'esplorazione delle proprietà visive del metallo. Assemblando vari oggetti metallici, o serigrafando immagini fotografiche su alluminio, bronzo, ottone, rame, l'artista americano cerca di catturare le <\/p>\n proprietà riflettenti, materiche e scultoree del materiale. Il primo corpus di opere realizzato con questo nuovo tipo di tecnica sono Gluts. L'ispirazione nasce da una visita a Houston in occasione della sua mostra Robert Rauschenberg, Work from Four Series: A Sesquicentennial Exhibition<\/strong>, realizzata presso il Contemporary Arts Museum. Proprio a metà degli anni ‘80 l'economia del Texas si ritrova nel bel mezzo di una recessione dovuta ad una saturazione del mercato petrolifero. <\/p>\n Rauschenberg prende nota della devastazione economica della regione<\/strong> raccogliendo insegne di distributori di benzina, pezzi di automobili abbandonate e altri rifiuti industriali dannosi per l'ambiente. Al suo ritorno in Florida, trasforma i detriti raccolti in altorilievi e sculture che ricordano i suoi primi Combines. A chi gli chiese allora di commentare il significato dei Gluts, Rauschenberg rispose: "E' il momento dell'eccesso, l'avidità è rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente. Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovine […] Penso ai Gluts come a souvenir privi di nostalgia. Ciò che devono realmente fare è offrire alle persone l'esperienza di guardare le cose in relazione alle loro molteplici possibilità". <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Robert Rauschenberg – Gluts a Villa Panza I nomi prima di tutto – Sarà curata da Susan Davidson del Museo Solomon R. Guggenheim e David White del Robert Rauschenberg Estate, l'esposizione di Villa Panza che rende omaggio a una delle più grandi forze creative dell'arte americana dagli anni '50. 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