{"id":22423,"date":"2010-08-31T07:06:11","date_gmt":"2010-08-31T07:06:11","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-09-03T11:44:17","modified_gmt":"2010-09-03T11:44:17","slug":"museo-di-gallarate-ritorno-al-futuro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/museo-di-gallarate-ritorno-al-futuro\/","title":{"rendered":"Museo di Gallarate, ritorno al futuro"},"content":{"rendered":"
Il Museo e la Memoria del futuro – Matteo Scaltritti<\/strong>, docente a contratto del Politecnico di Milano e Direttore del Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri<\/strong>, è l'ultimo ospite in ordine di tempo della trasmissione Info@cultura. Con lui abbiamo ripreso i nuclei principali del convegno intitolato "Comunicare i Beni Archeologici"<\/strong> organizzato, lo scorso marzo, dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri, nel corso dell'ultima edizione di Filosofarti<\/strong>. Una giornata di Studi che ha aperto non poche brecce nel cuore del dibattito sul compito, le nuove aspirazioni e l'aggiornamento museali. <\/p>\n Primum, comunicare –<\/strong> "Uno dei principali temi emersi dalla giornata di studi – spiega Scaltritti durante l'intervista – è l'urgenza di una più vasta ed attuale comunicazione per musei e siti archeologici. È anche necessario che il Museo diventi sempre più un'istituzione capace di rispondere a tutte le esigenze di un pubblico diversificato ed esigente. Tutto questo, senza rinunciare e anzi potenziando il rigore e il metodo degli studi scientifici".<\/p>\n Tutti i tipi di pubblico –<\/strong> Torna alla mente la celebre espressione con cui i Musei di Berlino individuano "il visitatore frettoloso", quello che all'interno del moderno modello di turismo – con cui volenti o nolenti, occorre fare i conti – visita i musei in una passeggiata. A questo tipo di fruitore, così come a quello più riflessivo e meticoloso, il moderno Museo deve essere capace e in <\/p>\n grado di trasmettere le informazioni principali con una buona dose di duttilità e versatilità verso tutte le fasce sociali e di età. Il tema della moderna museologia è vastissimo ma ci sentiamo di consigliare qualche passaggio del bel volume di Maria Cecilia Mazzi<\/strong>, "In viaggio con le muse. Spazi e modelli del museo" o l'altrettanto illuminante "Musei. Trasformazioni di un'istituzione dall'età moderna al contemporaneo" di Pietro C. Marani e Rosanna Pavoni<\/strong>. <\/p>\n Gallarate aspetta e sta tacitamente preparando il rinnovamento del Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri. <\/strong>Un rinnovamento che, spiega Scaltritti, dovrà passare attraverso diverse tappe: dalle modifiche strutturali e dall'abbattimento delle barriere architettoniche per arrivare ad un moderno metodo di comunicazione dei contenuti culturali. E si dovrà passare anche dalla catalogazione e dallo studio del patrimonio della collezione permanente.<\/p>\n "Il Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri – spiega Scaltritti – è ospitato negli spazi di un ex convento francescano<\/strong>, risalente alla fine del XIII secolo, mentre l'attuale allestimento risale agli anni '70. La collezione permanente è composita, comprendendo un ricco nucleo di reperti archeologici, materiali lapidei e pittorici che dal Medioevo arrivano all'epoca moderna. Tra i suoi tesori, anche un celebre dipinto di Tanzio da Varallo<\/strong> e diverse tele firmate da Giuseppe De Albertis. <\/strong>Un significativo nucleo è costituito poi da documenti e volumi che narrano l'epopea del Risorgimento". Il progetto di rimessa a nuovo e di un generale riallestimento del Museo di Gallarate è condiviso dal consiglio della Società per gli Studi Patri. Sarà certamente un progetto lungo e complesso vista anche l'entità delle collezioni. Ma un significativo interessamento è già venuto dal SiMArch, il Sistema Museale Archeologico della Provincia di Varese<\/strong>, che ha di recente dato alle stampe il bellissimo volume <\/p>\n intitolato: "Alle origini di Varese e del suo territorio". <\/strong>Nelle sue oltre 750 pagine, è compreso anche il nucleo di reperti archeologici del museo di Gallarate che non risulta ancora compreso nel Sistema Museale Archeologico ma piuttosto si può considerare una realtà collaterale e tangente".<\/p>\n La cicala e la formica – <\/strong>Così Gallarate pare prepararsi a riacquistare uno dei poli culturali più importanti della città, un museo dalla lunga storia e dal futuro promettente. Una conquista che probabilmente avverrà in un lungo percorso, ritmato da tappe successive. Un percorso scandito da tante domande e – ci auguriamo – da altrettante risposte. In effetti i grandi mecenati e i cultori d'arte di ogni tempo hanno fatto davvero tanto per mettere insieme i tesori d'arte che ancora oggi possiamo vedere. Oggi, quelle raccolte sono davvero a nostra disposizione? Con il loro potenziale di diletto, di ricreazione <\/em>dell'anima e di piacere? Perchè allora passare frettolosamente, distrattamente davanti agli originali per correre al bookshop? Perchè non considerare il patrimonio d'arte come vero e proprio scheletro che dà forma e sostanza all'identità cittadina, piuttosto che come accessorio opzionale? Chissà che quello della Società per gli Studi Patri di Gallarate, sia il museo storico<\/strong> che faccia re-imparare la visita fatta con passo sciolto e tranquillo, volgendo un'occhiata all'opera d'arte ed una all'architettura che la ospita o al panorama al di là della finestra, cercando, magari anche d'istinto "il proprio quadro".