{"id":22678,"date":"2010-09-27T05:30:25","date_gmt":"2010-09-27T05:30:25","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-09-27T05:47:03","modified_gmt":"2010-09-27T05:47:03","slug":"pdf-come-piero-della-francesca","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/pdf-come-piero-della-francesca\/","title":{"rendered":"“Pdf, come Piero della Francesca”"},"content":{"rendered":"
Dell'essere artista –<\/strong> "Non si sceglie di diventare artista; o lo si è o non lo si è. Forse, più semplicemente, ad un certo punto avverti l'esigenza, l'urgenza irrinunciabile, la necessità di essere artista. Ti guardi intorno, guardi il mondo e ti accorgi di essere diverso". Così Stuart Arends<\/strong> si è presentato ed ha cominciato la sua conversazione con il pubblico. "Per crescere, per diventare serio ho scelto la città di Los Angeles, poi negli anni '70 ho conosciuto e mi sono avvicinato all'arte concettuale. Ho voluto conoscere il segno, gli "ingredienti" elementari dell'arte ed interrogarmi su di essi. Il piccolo formato è per me quello più congeniale; ascolto la parete ed è lei a suggerirmi quale colore o quale materiale usare: acciaio, cera….". Ha un che di poetico e di lirico la conversazione con Arends e non si stenta a credere e ad accorgersi che la sua arte davvero non si può semplicemente definire minimalista.<\/p>\n Le solite etichette –<\/strong> "Già non mi convince il termine minimalismo – ha spiegato Arends – Fa pensare ad un'arte minuta, ridotta. Dan Flavin, considerato uno dei maestri del Minimalismo, rifiutò polemicamente questo appellativo, dichiarando di essere "massimalista", non minimalista". L'arte di Arends, in un modo simile a quello di Ruth Ann Fredenthal, "si scalda", si umanizza, si allontana dalla freddezza razionale della Minimal Art che aveva scelto programmaticamente di tirarsi fuori dalle passioni e dall'umano sentire. Stuart Arends, <\/strong><\/p>\n citando Giotto, Piero della Francesca e Mondrian<\/strong>, torna ad una produzione artistica artigianale, ad un'arte che si fa lavoro su e con i materiali, ad un'attività in cui traspare l'essenza dell'autore.<\/p>\n La guida con le guide –<\/strong> Ad accompagnare il pubblico ancora una volta Laura Mattioli Rossi:<\/strong> "L'arte può seguire due strade: quella di illustrare qualcosa, una storia, una veduta di paesaggio, un ritratto; o quella di rappresentare un oggetto di per sé. Non crediate che questa seconda via sia esclusiva dell'arte contemporanea. Nell'arte antica, la piramide degli Egizi, non è nient'altro che una costruzione con una base poligonale e un vertice. Stuart Arends trova una sua personale sintonia con Morandi e come lui è capace di esprimere nelle sue opere una fortissima densità di concentrazione". Stuart Arends con la signora Panza Dell'essere artista – "Non si sceglie di diventare artista; o lo si è o non lo si è. Forse, più semplicemente, ad un certo punto avverti l'esigenza, l'urgenza irrinunciabile, la necessità di essere artista. Ti guardi intorno, guardi il mondo e ti accorgi di essere diverso". Così Stuart Arends […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":22679,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[65,15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
I pomeriggi a Villa Panza si confermano come una preziosa occasione di incontro con i protagonisti dell'arte, una serie di "A tu per tu" che, per definizione, restano uno dei più grandi privilegi dell'arte contemporanea.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"