{"id":22738,"date":"2010-09-30T09:32:05","date_gmt":"2010-09-30T09:32:05","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-10-01T08:20:11","modified_gmt":"2010-10-01T08:20:11","slug":"varese-un-gran-bisogno-di-scuola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/varese-un-gran-bisogno-di-scuola\/","title":{"rendered":"Varese, un gran bisogno di scuola"},"content":{"rendered":"
Approfitto dell'intervento di Sacchetti <\/strong>(artevarese.com 22\/09\/10) per esprimere qualche considerazione a proposito di un'Accademia di Belle Arti a Varese<\/strong>. Sono felice che Flaminio Gualdoni<\/strong> abbia recentemente affermato questa necessità (artevarese.com 09\/09\/10). Più o meno negli stessi termini io insieme a Roberto Pugina e a Luciana Soru<\/strong> da circa cinque anni stiamo elaborando un progetto relativo ad un'Accademia delle Arti. Le motivazioni sono appunto le medesime sottolineate da Gualdoni: la presenza di quattro Licei Artistici nell'area tra Varese e Milano; il bacino rappresentato dal Canton Ticino e il collasso di Brera.<\/p>\n Tale progetto è stato sinteticamente presentato da me<\/strong> un paio d'anni fa ad un'assemblea dei comuni, presente Flaminio Gualdoni. Naturalmente non intendo rivendicare alcun diritto di primogenitura dell'idea; quella di un'accademia a Varese è storia vecchia: una dozzina d'anni orsono il Ministero ne autorizzò l'apertura (e se non ricordo male anche proprio per interessamento di Flaminio Gualdoni<\/strong>), poi stoppata dall'allora sindaco Fumagalli. E semmai se di primogenitura si deve parlare, ad onor del vero questa va a Vittore Frattini<\/strong> il quale già alla fine degli anni settanta si era adoperato per dare al Liceo Artistico di Varese uno sbocco di studi superiori.<\/p>\n Dunque è questione questa di cui si parla, a tempi alterni, da circa trent'anni. Il progetto elaborato da me insieme a Pugina<\/strong> e Soru<\/strong> non pensava ad una "costola di Brera", ritenendo che Brera, di suo, non abbia ormai più neppure uno scheletro; piuttosto si ispirava ai tre\/quattro modelli d'eccellenza presenti sullo scenario europeo: la Saint Martin School a Londra, La Rietveld Academie di <\/p>\n Amsterdam, l'Universitè Paris 8° a Parigi, l'Accademia di Dusseldorf. <\/p>\n Una struttura flessibile<\/strong>, fatta quasi esclusivamente di "professori in visita", con una didattica centrata sulla contaminazione dei linguaggi e una vocazione internazionale. Il progetto, completo di analisi del bacino d'utenza, contenuti didattici, assetto organizzativo e piano di business redatto da una società specializzata, giace nei cassetti delle amministrazioni comunale e provinciale, ed è naturalmente a disposizione di Flaminio Gualdoni. Credo però che prima ancora ci sia un problema di cultura.<\/strong> La situazione tratteggiata da Sacchetti: l'ex caserma lasciata cadere; il teatro provvisorio\/definitivo ecc. ecc, in prima istanza sono il segno di una condizione di sottocultura che contraddistingue questo paese e questo territorio in particolare. Anche questa è storia vecchia; parlando di arte, se così non fosse, il "cuore" della collezione Panza starebbe a Varese, o quanto meno in Italia e non negli Stati Uniti, dove invece è. Oggi tale condizione risulta particolarmente esasperata. L'Italia è un'anomalia europea e la "Padania" è un'anomalia nell'anomalia. L'"autenticità" si identifica con il locale con l'effetto che affermando il "genius loci" a prescindere dal "genius", resta solo il "loci". Una visione anacronistica prima ancora che rozzamente conservatrice. Non ho mai creduto nella cuccuma fogazzariana e tantomeno credo nella sua versione volgarizzata: la salamella. Fermo restando che bevo molto caffè e sono goloso di insaccati, quando <\/p>\n l'orizzonte culturale si arresta, demagogicamente, ai confini della salamella è difficile parlare di cultura, che invece presuppone, in assoluto, confronto e scavalcamento dei confini, e lo presuppone a maggior ragione oggi al cospetto di società sempre più complesse e multiculturali.<\/p>\n Il sindaco recentemente parlava di "virtuosi percorsi insubri" a proposito della Fiera Campionaria di Varese. Ritenere automaticamente "virtuoso" ciò che è "locale" non conduce da nessuna parte; mantiene i piedi ben piantati in quella palude dagli esiti farseschi, di cui è esempio significativo il ridicolo monumento ai ciclisti che troneggia da una rotonda sulla lacuale. In questo contesto diventa difficile pensare che possa trovare posto una scuola d'arte con vocazione internazionale, a prescindere dalle risorse finanziarie. Quando in una stanza le finestre restano chiuse si forma inevitabilmente un odore stantio; mi pare che tale sia la condizione. Io sono a Varese per caso e spesso, felicemente, in transito; le mie iniziative mi conducono a frequentare l'Europa ed è per questo che sono convinto che il problema sia oggi più che mai quello di aprire le finestre. Poi, allora, forse, al di là della siepe si possono anche trovare i soldi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ermanno Cristini Approfitto dell'intervento di Sacchetti (artevarese.com 22\/09\/10) per esprimere qualche considerazione a proposito di un'Accademia di Belle Arti a Varese. Sono felice che Flaminio Gualdoni abbia recentemente affermato questa necessità (artevarese.com 09\/09\/10). 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<\/strong>
Dunque un progetto "chiavi in mano",<\/strong> che partiva proprio dal presupposto di recuperare uno dei tanti immobili industriali dismessi presenti nella provincia. Con un investimento finanziario, a parte l'immobile, decisamente modesto e recuperabile in meno di un quinquennio. Poi le vie della politica l'hanno condotto più recentemente ai fasti di Villa Mylius.<\/strong> Infatti è proprio su questo progetto, grazie all'interessamento di Arturo Bortoluzzi e di Varese Europea<\/strong> che il Politecnico di Milano ha effettuato uno studio di fattibilità, da cui è appunto risultata la fattibilità. E ne siamo tutti contenti! Dice Sacchetti: mancano i soldi. Verissimo; i comuni e più generalmente il "pubblico" oggi in Italia non hanno neppure più gli occhi per piangere figuriamoci per sognare!<\/p>\n