{"id":22984,"date":"2010-10-28T03:55:44","date_gmt":"2010-10-28T03:55:44","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-10-29T08:02:45","modified_gmt":"2010-10-29T08:02:45","slug":"il-piccolo-sacro-monte-e-la-birra","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-piccolo-sacro-monte-e-la-birra\/","title":{"rendered":"Il piccolo Sacro Monte e… la birra"},"content":{"rendered":"
Sacro Monte di Valcuvia –<\/strong> E' Sant'Anna, sopra Cuveglio: meta finale di un percorso di cappelle che porta verso il tempio già descritto da Piero Chiara nel 1973: "La chiesetta di Sant'Anna, sotto Duno e all'uscita di un anfratto profondo, con il suo campaniletto triangolare e il vecchio mulino adiacente, è un rudere frequentato soltanto dalle civette, dai gufi e da qualche spaurita coppia. Con le porte murate, la Via Crucis deturpata e gli accessi impraticabili, è diventata un luogo sinistro dal quale sono fuggite le sante immagini e il ricordo delle antiche sagre".<\/p>\n Dalla birra all'acqua –<\/strong> Oggi, fortunatamente, la situazione è migliorata, dopo importanti lavori che hanno permesso l'apertura delle porte e migliorato l'aspetto del luogo e dell'edificio anche se permangono evidenti problemi di infiltrazioni d'acqua nella volta affrescata. Il luogo incuriosisce perché, secondo alcune ricerche fatte da Gianni Pozzi, lì nei pressi, dove adesso c'è un esercizio pubblico, sorgeva un birrificio risalente alla fine del 1800. Quel che resta dell'antica Via Crucis sono alcuni lacerti di affresco che guidano verso il portico della chiesa in un sentiero acciottolato che sale ripido sul fianco della collina. Da lì, se l'atmosfera non è troppo densa, si può guadagnare con lo sguardo tutta la parte finale della Valcuvia verso il Lago Maggiore.<\/p>\n Sentinelle dimenticate –<\/strong> Il luogo conserva nonostante gli acciacchi il fascino antico degli edifici religiosi della valle, spesso ricavati su picchi dal grande effetto panoramico, posti quasi a salvaguardia e protezione, materiale e spirituale delle anime e dell'incolumità dei valligiani. E che per questa presenza, soprattutto simbolica, andrebbero ringraziati con più attenzione e impegno.