{"id":23116,"date":"2010-11-11T05:39:16","date_gmt":"2010-11-11T05:39:16","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-11-12T07:59:24","modified_gmt":"2010-11-12T07:59:24","slug":"a-golasecca-tra-tombe-e-frasche","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-golasecca-tra-tombe-e-frasche\/","title":{"rendered":"A Golasecca tra tombe e frasche"},"content":{"rendered":"
Una passeggiata archeologica –<\/strong> Armatevi di scarpe comode e partite alla scoperta di una delle necropoli più antiche della Provincia di Varese<\/strong>. Si tratta della zona archeologica del Monsorino, un piccolo colle che sovrasta il fiume Ticino sopra Golasecca. Da questo paese prende il nome quella che fu la civiltà che fece da tramite, nel settimo secolo prima di Cristo, tra gli etruschi del centro Italia e le popolazioni di cultura più strettamente celtica del Nord Europa.<\/p>\n La collina dei ricordi – Il Monsorino<\/strong> fu un luogo religioso importante e ospita tutt'ora numerose tombe, costruite con allineamenti di massi chiamate cromlech. Le sepolture sono oggi sparse lungo un sentiero che prende il nome dalla collina e che si dipana tra i lussureggianti boschi del Parco del Ticino. L'area, proprio per questo motivo, soffre l'ingombrante presenza della vegetazione e dà una generale impressione di disordine e poca cura.<\/p>\n Fiuto e machete –<\/strong> I dieci minuti di cammino che separano dalla strada principale sono intervallati da segnali non sempre chiari ma che, con un po' di intuito, guidano alle tombe più affascinanti. Bastano un po' di spirito di avventura – quindi – e di fiuto archeologico per tornare ad immergersi in un'atmosfera magica e decisamente magnetica, che fa da sfondo a tutto quello che molti chiamano il mondo dei celti.