{"id":23140,"date":"2010-11-16T12:07:22","date_gmt":"2010-11-16T12:07:22","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-11-16T12:38:22","modified_gmt":"2010-11-16T12:38:22","slug":"la-collezione-consolandi-si-apre-al-pubblico","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-collezione-consolandi-si-apre-al-pubblico\/","title":{"rendered":"La collezione Consolandi si apre al pubblico"},"content":{"rendered":"
"Commemorare come occasione per pensare".<\/strong> Francesca Pasini, curatrice insieme ad Angela Vettese della mostra Cosa fa la mia mente mentre sto lavorando? Opere d'arte contemporanea dalla collezione Consolandi<\/em>, spiega con questa frase del filosofo Martin Heidegger l'intento che ha guidato la scelta delle opere e l'allestimento dell'ampia rassegna ospitata al MAGA di Gallarate: rendere omaggio alla esemplare attività di collezionista del notaio Paolo Consolandi<\/strong>, recentemente scomparso, al suo modo di guardare l'arte contemporanea e di renderla parte significante della sua vita quotidiana, ma anche, potremmo aggiungere, stimolare una riflessione sull'oggi, sulla capacità dei media, della critica e delle istituzioni di dialogare con le ricerche attuali, non ancora codificate dalla storia o dalla moda del momento.<\/p>\n "A me piace provare a capire il mio tempo<\/strong>, così come altri hanno fatto col loro, e scegliere da solo prima che la storia mi dia dei suggerimenti"<\/strong>. Questa attenzione al presente, questa curiosità sempre aperta a nuovi stimoli ha indirizzato l'appassionato collezionismo di Paolo Consolandi per oltre cinquant'anni. Un collezionismo eclettico, interessato alle più diverse tendenze, da Fontana, a Warhol, a Cattelan, ma che ha prediletto soprattutto un'arte che sia pensiero più che sfogo <\/p>\n emotivo di una soggettività personale, un'arte che ponga domande, come quella scritta bianco su nero dagli artisti Fischli & Weiss che dà il titolo alla mostra.<\/p>\n Articolato in sette sezioni<\/strong>, il percorso espositivo evita la cronologia per far scaturire relazioni e rimandi tra opere ormai entrate a far parte della storia e opere del presente. Il video Deserts <\/em>di Bill Viola del 1994, nato per accompagnare l'esecuzione dal vivo di una performance musicale del compositore Edgard Varèse, apre simbolicamente la prima sezione della mostra intitolata Oltre la materia<\/em>, dialogando con i Concetti spaziali <\/em>di Fontana, con gli Achrome <\/em>di Manzoni, con la Superficie bianca<\/strong> di Castellani, ma anche con le più recenti opere di Anish Kapoor e Gianni Caravaggio. Dalla sezione Orizzonti<\/em>, che intreccia relazioni tra una grande Mappa <\/em>di Boetti e un planisfero di Mona Hatoum, tra una definizione di fotografia di Kosuth e un collage di poster di Stefano Arienti, si passa a quelle intitolate Scrivere e scriversi<\/em>, Dialoghi eclettici, Corpo e mente<\/em>, che accostano Beuys e Cattelan, Warhol e Hirst, Buren e Pistoletto, Richter e Beecroft, per arrivare all'ultima sala dedicata a una serie di opere più vicine alla dimensione personale e privata di Consolandi, tra cui un ritratto di famiglia di Thomas Struth e un ritratto con i nipoti di Shabazz Jamel. <\/p>\n Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando?
Opere d'arte contemporanea dalla Collezione Consolandi<\/strong>
A cura di Francesca Pasini e Angela Vettese
Dal 14 novembre al 13 febbraio 2011
MAGa – Museo d'Arte di Gallarate
Via Egidio De Magri 1
http:\/\/www.museomaga.it\/
Orari: 9.30 – 19.30 da martedì a domenica
lunedì chiuso