{"id":23328,"date":"2010-12-03T03:53:34","date_gmt":"2010-12-03T03:53:34","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-12-03T08:02:59","modified_gmt":"2010-12-03T08:02:59","slug":"nord-e-sud-secondo-luigi-zanzi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/nord-e-sud-secondo-luigi-zanzi\/","title":{"rendered":"Nord e sud. Secondo Luigi Zanzi"},"content":{"rendered":"
Piuttosto rara, anzi troppo rara, nei libri di storia dell'arte è la considerazione delle vie di flusso attraverso le quali si diffondono, con modalità migratoria, le capacità operative nell'esercizio di varie arti,<\/strong> nonché le committenze, nonché le comunicazioni culturali con i connessi influssi stilistici, coinvolgenti anche informazioni in punto a varie pratiche tecniche proprie di ciascuna singola arte. <\/p>\n Solitamente i manuali di storia dell'arte sono incentrati o sulle personalità dei singoli artisti, o sulle differenziazioni di stile<\/strong>, quali emergono da peculiarità d'opere esemplificative, per lo più raccolte in taluni "centri" e per lo più provenienti da talune "scuole" o "botteghe". Il fatto è che la storia dell'arte dovrebbe <\/p>\n aprirsi a considerare gli spazi territoriali proprî della storia "tout court", proponendosi di adeguare a differenti zone territoriali differenti modalità di attenzione agli sviluppi artistici. La regione dell'"alta-Insubria"<\/strong>, da questo punto di vista, va considerata come un grande incrocio di due assi<\/strong>, l'uno d'orientamento est-ovest, l'altro d'orientamento nord-sud. trasversalmente nell'"alta-Insubria" in collegamento sia, da un lato, con oriente (principalmente in età medievale, ad es., con Aquileia), d'altro lato, con l'occidente "provenzale". Molti altri casi si potrebbero fare: ma ciò che più preme è segnalare l'importanza che si addivenga a nuove opere di storia dell'arte<\/strong> imperniate su nuovi criterî metodologici di studio dei varî percorsi territoriali che l'arte segue nella sua storia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La Collegiata di Castiglione Olona Piuttosto rara, anzi troppo rara, nei libri di storia dell'arte è la considerazione delle vie di flusso attraverso le quali si diffondono, con modalità migratoria, le capacità operative nell'esercizio di varie arti, nonché le committenze, nonché le comunicazioni culturali con i connessi influssi stilistici, coinvolgenti anche informazioni in punto a […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":23329,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[44,14,50],"tags":[],"yoast_head":"\n
Nella zona dell'"alta-Insubria" non si può propriamente individuare la formazione di importanti "centri" di produzione artistica tali da costituire autonomo nucleo di sviluppo di stili e autosufficienti sedi di raccolta di operatori.
Tuttavia tale zona può considerarsi di grandissimo interesse artistico se si presta attenzione allo studio delle molteplici linee di flusso<\/strong> che, proprio in tale regione, hanno trovato i più adatti "luoghi" per sboccare in opere di grande rilievo.<\/p>\n
Solitamente si ignora la grande importanza della tensione di interazione culturale che intercorre <\/p>\n
D'altra parte, torna cruciale anche il collegamento con le tradizioni culturali che provengono dalla Mitteleuropa e da terre "nordiche".<\/strong>
Si possono indicare molteplici casi esemplificativi di tale importanza di un'arte che si muove sul territorio attraverso "migrazioni" che provengono anche da molto lontano. Basta fare il caso, ad esempio, di Castelseprio<\/strong>, con la sua straordinaria presenza "bizantina"; oppure i molteplici casi di costruzioni romaniche collegabili con l'intervento di squadre d'operatori facenti capo tradizionalmente ai cd. "maestri comacini"; e così pure il caso di presenze "fiamminghe" in talune fattezze sia degli affreschi, sia delle conformazioni plastiche delle cappelle dei Sacri Monti "pre-alpini".<\/strong><\/p>\n