{"id":23348,"date":"2010-12-07T10:59:13","date_gmt":"2010-12-07T10:59:13","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-12-10T08:45:25","modified_gmt":"2010-12-10T08:45:25","slug":"cultura-e-impresa-una-strada-in-salita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/cultura-e-impresa-una-strada-in-salita\/","title":{"rendered":"Cultura e impresa, una strada in salita"},"content":{"rendered":"
Fare il punto – <\/strong>Si comincia da brevi considerazioni e da un generale consuntivo sull'attuale esposizione del Chiostro di Voltorre, ma la chiacchierata prende, sin da subito, sentieri decisamente più ampi. "Abbiamo un pubblico che ci segue e che comprende la scelta e la curatela espositiva che stiamo seguendo in questi anni – spiega Caterina Carletti, direttore artistico del Chiostro di Voltorre –<\/strong> quella che resterà aperta fino al 5 febbraio è una mostra nata dalla collaborazione con Cristina Taverna della Galleria Nuages, per offrire esempi di grandi dialoghi tra autori: scrittori classici della letteratura e autori delle arti visive".<\/p>\n La cultura, l'oroscopo e le spine –<\/strong> "Stiamo diventando tutti dei piccoli Paolo Fox e le previsioni sull'andamento culturale assomigliano sempre di più a oroscopi piuttosto che a serie programmazioni e valutazioni. Per fare bene le cose ci vogliono tempo (e dunque progetti lungimiranti e a lunga scadenza) e la certezza delle risorse disponibili. Per quanto riguarda l'attività al Chiostro, resta ancora da verificare la conferma del supporto da parte degli sponsor e degli enti territoriali locali". Quella che manca, secondo la Carletti, è la certezza della direzione, di un progetto duraturo e chiaro, quantomeno negli obiettivi, di un investimento che non sia precario, flessibile o temporaneo.<\/p>\n E i Classici ci vengono in soccorso più di una volta nella conversazione<\/strong>: "Non esiste un vento favorevole per un marinaio che non sa in quale porto deve andare", la <\/p>\n Carletti cita Seneca e spiega che, a parer suo, la cultura deve avere innanzitutto la funzione di "segnalatore lungo la strada", di antidoto contro la confusione e l'inconsistenza attuali.<\/p>\n "Il più grande freno a livello locale è l'incapacità di pensare in grande ma anche quello di auto-rappresentarsi; il territorio della Provincia si identifica fortemente con la dimensione economica ed imprenditoriale. Il guaio è che si è del tutto scollato il legame tra impresa e cultura. I luoghi, intanto, diventano brand e sono riconoscibili secondo precise identità e vocazioni. Al Chiostro di Voltorre abbiamo scelto la strada della grafica e del design <\/strong>anche perchè ci sembrano le espressioni artistiche più prossime al mondo moderno delle imprese".
Guardarsi in cagnesco –<\/strong> Pare che il problema di fondo sia che il business abbia smesso di credere nella cultura (e viceversa) e che i reazionari cattedratici siano incapaci di pensare che sia possibile collegare le due dimensioni, finendo con il confinare la cultura nella nicchia derelitta della "Cenerentola a vita" o del salotto sofisticato che si trasforma in un immenso buco nero che ingurgita risorse senza fine ed è incapace di auto-sostentarsi.