{"id":23468,"date":"2010-12-21T06:46:30","date_gmt":"2010-12-21T06:46:30","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-12-23T10:01:10","modified_gmt":"2010-12-23T10:01:10","slug":"cultura-a-germignaga-una-possibile-ricetta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/cultura-a-germignaga-una-possibile-ricetta\/","title":{"rendered":"Cultura a Germignaga, una possibile ricetta"},"content":{"rendered":"
Ci soffermiamo soprattutto sulla seconda parte della lunga ed interessante intervista a Marco Fazio, docente di storia dell'arte ed assessore del comune di Germignaga.<\/strong> Qualità ed aspetto educativo delle iniziative proposte in terra luinese sono le caratteristiche che stanno maggiormente a cuore a Fazio. "Penso sia doveroso – risponde Fazio – per chi si occupa di cultura a livello professionale o ricoprendo un ruolo amministrativo, domandarsi quale possibile rapporto o equilibrio ci sia tra sviluppo economico e proposta culturale. Il rapporto Florenze 2010<\/strong>, da questo punto di vista, svela alcuni aspetti sorprendenti: l'investimento culturale, infatti, anche in termini economici, non ricade solo all'interno del settore; per ogni cento Euro di Pil del settore Cultura se ne generano 249 nel sistema di cui 62 nel sistema manifatturiero. Credo che sia necessario uscire dalla logica che vede la cultura come qualche cosa di improduttivo".<\/p>\n "Innanzitutto – precisa Fazio – perchè c'è una produzione di plus-valore nelle coscienze e nelle menti di ciascuno. E certamente la crescita del paese non si misura solo in <\/p>\n termini economici". Resta di nodale importanza il discorso del riconoscimento e della valorizzazione delle professionalità in campo culturale; un settore dove oggi più che mai appare annebbiato e strabico l'inquadramento delle professionalità. Sbilanciato tra estrema specializzazione e accentuata trasversalità, il settore dei beni e delle attività culturali pare incapace di suggerire percorsi lavorativi lineari e conseguenti, a favore, invece, di una serie di attività che vengono svolte quando si può, dove si può e come si può, con una sequanza dettata più dal caso che rispettosa di un progetto personale.<\/p>\n "È certamente più semplice – conclude Fazio – stracciarsi le vesti alla notizia del crollo del Domus Pompeiana, ma non ci si domanda con altrettanto sdegno perchè non vengono più promossi concorsi per le sovrintendenze o perchè gli organismi di tutela sono bloccati. Lavorare nel settore della cultura richiede una fortissima convinzione, ma credo che siano altrettanto necessari un riconoscimento economico e uno sociale delle professionalità. E una valutazione seria del merito, della qualità del lavoro e della preparazione".<\/p>\n Eccezionalmente per questa settimana<\/strong>, anticipiamo la messa on line della puntata della trasmissione che andrà regolarmente in onda domenica alle 20.45.
Con piacere richiamamo alla memoria un ricco contributo pubblicato anche da Luigi Codemo<\/strong> a proposito del rapporto tra cultura e business: "Chiedersi se la cultura possa creare sviluppo economico non ha tanto senso. Perchè equivale a dire che lo sviluppo economico non è a sua volta cultura, che si può dare sviluppo economico senza cultura o peggio ancora che cultura sia qualla cosa lì che sta per conto suo e che viene confezionata nella terza pagina del Corriere o al pomeriggio su Fahrenheit (sì, quelli dell'acca in mezzo)".<\/p>\n