{"id":23538,"date":"2011-01-06T09:09:50","date_gmt":"2011-01-06T09:09:50","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-01-07T08:32:45","modified_gmt":"2011-01-07T08:32:45","slug":"l-arte-che-cammina-sugli-spartiti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-arte-che-cammina-sugli-spartiti\/","title":{"rendered":"L’arte che cammina… sugli spartiti"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n I luoghi, la storia e la musica –<\/strong> Un'avventura straordinaria – quella della musica d'organo – raccontata e condensata in meno di 200 pagine per essere conosciuta e divulgata al meglio. Si intitola: "L'arte dell'intaglio nelle casse d'organo e nelle cantorie della provincia di Varese"<\/strong> il lavoro firmato da Mario Manzin<\/strong>, ispettore onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per ben venticinque anni presidente della Commissione per la tutela degli organi artistici della Lombardia. <\/p>\n E a fogliare il volume, arricchito dalle ricerche storico-artistiche di Laura Papa<\/strong> e corredato da un corposo e, per certi versi, inedito apparato fotografico (comprese le riproduzioni di disegni della Raccolta Bertarelli di Milano), tornano in mente la bellezza e l'unicità di certi capolavori d'arte assoluti come le cantorie di Donatello o di Luca Della Robbia.<\/p>\n "La mia – racconta Manzin – è una passione coltivata sin da giovane, aumentata e portata avanti da studi specifici e dall'attività professionale. Ciò che vorrei emergesse maggiormente dal volume, realizzato per ricordare i trent'anni della rassegna concertistica promossa dalla Provincia di Varese, "Antichi organi, patrimonio d'Europa<\/strong><\/em>" è l'interesse per l'organo, visto come manufatto musicale, ma anche di altissimo artigianato e di acribia tecnologica. La stessa conoscenza tecnologica, ad esempio, che ha permesso il passaggio da uno strumento a trasmissione idraulica del suono, ad uno con tecnologia pneumatica. Questo, ritengo, sia anche un prezioso ausilio sotto l'aspetto della tutela del patrimonio artistico e storico<\/strong>, un tesoro diffuso che oggi non è affidato al pionerismo ma a precise norme di legge". <\/p>\n Il volume di Manzin passa in rassegna tipologie specifiche e casi concreti nell'arco di cinque secoli. Ed è interessante poter vedere come artisti di chiara fama, <\/p>\n come Bernardino Castelli,<\/strong> abbiano vestito le casse degli organi nelle diverse epoche storiche. Ed ecco una ricca carrellata di esempi eclatanti, molti dei quali di eccelso valore (dall'organo di Saronno fino a quello di Somma Lombardo, di Varese, Gemonio e Laveno Mombello<\/strong>), alcuni frutto di illuminato mecenatismo aristocratico: dalla cassa rinascimentale del 1531 del Sacro Monte di Varese fino agli esemplari barocchi e del primo Settecento, per giungere infine a quelli di epoca moderna e contemporanea. <\/p>\n "In questi ultimi – sottolinea Manzin – cambia in modo radicale il modo di "vestire" l'organo che viene liberato da tutte le superfetazioni e gli orpelli barocchi. L'organo, che come strumento musicale ha una storia plurisecolare che risale addirittura all'epoca prima di Cristo, ha un ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia. In questo studio sono confluite interessanti vicende individuali e sociali che si intrecciano ai manufatti artistici: un sistema culturale che ci rivela sorprendenti e tenaci vincoli con i luoghi dove la storia si vive e prende forma".
d'organo e nelle cantorie della
provincia di Varese<\/span><\/div>\n