{"id":23586,"date":"2011-01-14T04:41:37","date_gmt":"2011-01-14T04:41:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-01-14T08:39:58","modified_gmt":"2011-01-14T08:39:58","slug":"ugo-sambruni-l-uomo-e-l-artista","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ugo-sambruni-l-uomo-e-l-artista\/","title":{"rendered":"Ugo Sambruni: l\u2019uomo e l\u2019artista"},"content":{"rendered":"
Addio all'autore –<\/strong> Si è spento alla veneranda età di novantadue anni Ugo Sambruni <\/strong>(Mariano Comense, 1918), importante artista del Novecento comasco, da anni residente tra il paesello lacustre di Cernobbio ed i panoramici pendii del Monte Bisbino, al confine con il Ticino. Attratto dall'arte già alla età di quattordici anni, frequenta la Scuola superiore d'Arte Sacra Beato Angelico<\/strong> sotto la guida del pittore Don Mario Tantardini, per poi proseguire gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera, vicino a maestri e compagni del calibro di Carpi, Messina, Marini e Morlotti.<\/strong> Ma, accanto a questi illustri, nomi rammentiamo anche l'amicizia con De Pisis<\/strong>, trasferitosi nel capoluogo lombardo dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e l'incontro sul Monte Bianco con lo scrittore e giornalista Curzio Malaparte<\/strong>, che di lui parla in un suo romanzo del 1941 intitolato Il sole è cieco<\/em>. <\/p>\n Chiamato alle armi all'inizio dello scontro bellico<\/strong>, è costretto, con suo rammarico, ad abbandonare tele e pennelli. E sarà proprio questa "sporca guerra" a lasciare in lui quelle cicatrici e quei dolori che solo la pittura, con la sua mutevole intensità materica e cromatica, è riuscita nel tempo ad alleviare. Impegnato con costanza nella sua missione d'artista, Sambruni ha attraversato senza troppo scalpore un intero secolo, compiacendosi delle espressioni e delle tecniche più varie. Dal cubismo all'informale, dalla pittura alla scultura, il suo lavoro si è inserito silenziosamente nel vasto alveo novecentesco, con contributi e risultati del tutto personali. <\/p>\n Memore del suo importante vissuto, l'artista ha infatti trasportato sulla tela tutte le esperienze pregresse, <\/p>\n concretizzandole in composizioni camaleontiche e allo stesso tempo molto accurate. Da questa personalità fertile, e piuttosto solitaria (molti ne ricordano il carattere un po' burbero), è nata una produzione versatile, costantemente in bilico tra terza e quarta dimensione.<\/p>\n Una vita "semplice", ma densa di avvenimenti e di meritati riconoscimenti<\/strong>, come il Premio alla Permanente di Milano nel 1955 o il Premio Giovanni Segantini a Sankt Moritz nel 1968. Ma ancor più significativa fu per lui la presenza alla XXIII Biennale di Venezia (1942), a cui partecipò con uno dei soggetti più cari e ricorrenti della sua produzione: il cavallo. Un soggetto indomito, energico, svincolato da qualsiasi legge o costrizione. Proprio come lui, che con la sua guardinga riservatezza ha sempre rifiutato di sottomettersi ad alcune di quelle irriguardose regole di mercato. Ed è così che noi oggi vogliamo ricordarlo: libero. Libero da etichette e da inutili contingenze.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ugo Sambruni (Foto by Carlo Pozzoni – Como) Addio all'autore – Si è spento alla veneranda età di novantadue anni Ugo Sambruni (Mariano Comense, 1918), importante artista del Novecento comasco, da anni residente tra il paesello lacustre di Cernobbio ed i panoramici pendii del Monte Bisbino, al confine con il Ticino. Attratto dall'arte già alla […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":23587,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
(Foto by Pozzoni Carlo)<\/span><\/div>\n