{"id":23742,"date":"2011-02-10T06:32:17","date_gmt":"2011-02-10T06:32:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-02-11T08:37:04","modified_gmt":"2011-02-11T08:37:04","slug":"scudi-ed-antichi-tesori-non-fanno-paura","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/scudi-ed-antichi-tesori-non-fanno-paura\/","title":{"rendered":"Scudi ed antichi tesori non fanno paura"},"content":{"rendered":"
Cominciamo dalla prima parola –<\/strong> Il nome Summa<\/strong><\/em> compare a partire dal IX secolo e risale probabilmente all'epoca tardoantica. Si tratta forse di una forma abbreviata, un aggettivo al quale va accostato un nome, probabilmente Via<\/strong>, oppure Ripa<\/strong>. Nel primo caso si intende il punto più alto della strada che da Milano portava al Lago Maggiore, nel seconda la sommità della costiera per chi saliva da Sesto. L'arte, l'archeologia e… il formaggio – Nella frazione di Mezzana Superiore<\/strong>, nel 1982 lavori edilizi in via dei Prati Lago hanno portato alla luce abitazioni, risalenti sempre all'età del Bronzo: si trattava di una o due capanne di <\/p>\n forma circolare, di cui si conservavano parti del rivestimento interno delle pareti. Fra gli oggetti in ceramica, sono stati rinvenuti frammenti di olle, ciotole, di uso domestico; la presenza di fusaiole, usate per filare la lana e di un frammento di colino, usato per produrre il formaggio, permette di ipotizzare attività artigianali, come la tessitura e la produzione casearia.<\/p>\n Tumuli per l'aldilà –<\/strong> Nel maggio del 1993 un'indagine archeologica in località Belcora ha portato alla scoperta di due tumuli, ciascuno dei quali custodiva una sepoltura a fossa contenente un'urna funeraria. Entrambe le fosse presentavano una struttura anulare carboniosa, formata dalle ceneri del defunto, disposte a cerchio per scopi rituali. I dati archeologici hanno così permesso la scoperta di un rito funerario, altrimenti sconosciuto. Analisi di laboratorio hanno portato all'identificazione del legno usato per il rogo funebre, ovvero quercia e ontano. Addirittura è stato possibile individuare un frammento di tessuto impigliato in una spilla.<\/p>\n Tutti conoscono le incisioni rupestri, quale forma di arte a partire dal Paleolitico.<\/strong> Di minore fortuna hanno sempre goduto le coppelle, ovvero le incisioni di varie dimensioni, eseguite in massima libertà espressiva su <\/p>\n rocce e macigni. Rimangono ancora oggi poco chiare, pur supponendo che esse abbiano un valore simbolico. Nel territorio di Somma, precisamente nella brughiera del Vigano, si trova un grosso masso erratico, alto oltre un metro, che nella tradizione popolare è conosciuto come Sass de Biss: presenta oltre settanta segni, coppelle singole e anche doppie.<\/p>\n La prima età del ferro –<\/strong> A partire dal IX sec. a.C. tutta la zona del Ticino fu parte della cultura di Golasecca, una cultura locale con importanti influssi celtici, nota soprattutto dal rinvenimento di necropoli. Fra le sepolture le più famose sono i recinti tombali, conosciuti anche come cromlech, di cui sono un esempio quelli conservati nell'area archeologica del Monsorino. Ma anche nella brughiera del Vigano, fra Somma Lombardo e Golasecca, l'archeologo Pompeo Castelfranco <\/strong>ne trovò uno: era formato da 300 blocchi di pietra su una superficie molto ampia, disposti a formare un grande cerchio di 16.80 metri di diametro e al suo interno conteneva quattro sepolture. Oggi, a causa di lavori agricoli che hanno asportato i massi, non è purtroppo più visibile.<\/p>\n La seconda età del ferro – A partire dal IV secolo a.C. l'Italia settentrionale fu invasa dai Celti:<\/strong> in Lombardia il gruppo più numeroso era quello degli Insubri, che occuparono la zona compresa fra Ticino e Adda, fondandovi la capitale Mediolanum. Nella zona di Arsago<\/strong>, si stabilì una piccola tribù, quella dei Votrodones, nome citato nelle iscrizioni e toponimo di origine celtica. Gli scavi archeologici non hanno ancora evidenziato l'area dell'abitato, nonostante i ritrovamenti sporadici di ceramica gallica. Il Sass de Biss Cominciamo dalla prima parola – Il nome Summa compare a partire dal IX secolo e risale probabilmente all'epoca tardoantica. Si tratta forse di una forma abbreviata, un aggettivo al quale va accostato un nome, probabilmente Via, oppure Ripa. Nel primo caso si intende il punto più alto della strada che da […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":23743,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[10,44],"tags":[],"yoast_head":"\n
Le prime testimonianze –<\/strong> Il più antico ritrovamento dell'area di Somma Lombardo<\/strong> risale alla tarda età del Bronzo (XIII sec.a.C.): è una tomba a cremazione, rinvenuta nel lontano 1873. All'interno, il corredo, ovvero gli oggetti che accompagnavano il defunto nel viaggio per l'aldilà: un'urna, un pugnale, braccialetti e uno spillone.<\/p>\n
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