{"id":23908,"date":"2011-03-07T03:48:44","date_gmt":"2011-03-07T03:48:44","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-03-07T04:12:47","modified_gmt":"2011-03-07T04:12:47","slug":"giacometti-intimo-al-maga","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/giacometti-intimo-al-maga\/","title":{"rendered":"Giacometti \u201cintimo\u201d al MAGA"},"content":{"rendered":"
L'artista nell'atelier – <\/strong>Più di novanta le opere scelte per la rassegna dedicata ad Alberto Giacometti (1901-1966) <\/strong>che, pur coprendo l'intero arco della sua lunga attività, da una Tête de Bruno<\/em> del 1919 fino a una serie di bronzi del 1965, si concentra soprattutto sulla produzione del secondo dopoguerra e sul tema della figura umana indagata attraverso i ritratti dei famigliari e degli amici più vicini all'artista. E' un Giacometti "intimo" quello che la mostra vuole fare scoprire anche grazie alle fotografie dello studio parigino di rue Hippolyte-Maindron,<\/strong> dietro Montparnasse, dove l'artista visse e creò per quarant'anni e da cui molte delle opere esposte provengono. Come ha sottolineato Michael Peppiatt<\/strong>, lo studio potrebbe essere considerato "l'opera d'arte più omnicomprensiva di Giacometti, una Gesamtkunstwerk<\/em> riempita non solo di sculture e tele completate, ma anche infestata dai fantasmi di opere abbandonate e di ritratti raschiati". Uno spazio angusto situato in un edificio fatiscente, a cui l'artista fu però strettamente legato per tutta la vita. Un luogo che ha affascinato filosofi e scrittori come Sartre e Leiris, ma anche fotografi come Brassaï, Doisneau e Cartier-Bresson, che ne hanno immortalato gli spazi affollati di sculture e di pitture e le pareti usate come pagine di appunti e di disegni.<\/p>\n Ritrarre l'uomo – <\/strong>"Non era più la forma esteriore ad <\/p>\n interessarmi, ma quel che di affettivo io provavo nella mia vita […] e inoltre il desiderio di realizzare delle composizioni con figure […] niente era come l'immaginavo. Una testa diveniva per me un oggetto totalmente sconosciuto e privo di dimensioni". Così Giacometti descrive, in una lettera al gallerista Pierre Matisse, il suo ritorno al lavoro sul modello dal vero, dopo il periodo di adesione al Surrealismo. L'uomo è al centro della sua ricerca, come ben testimonia il percorso della mostra, che partendo da alcuni ritratti del padre, della madre e dei fratelli risalenti all'inizio della sua attività, attraverso le minuscole figure su piedistalli dei primi anni '40 arriva fino alle filiformi Femmes debout <\/em>o Femmes de Venise <\/em>e ai busti del fratello Diego e del fotografo Eli Lotar della piena maturità. Sia nelle sculture che nei dipinti, le figure sembrano corrose, in una visione in bilico tra l'essere e lo svanire, divenendo simbolo di una condizione umana vicina alle riflessioni filosofiche di Sartre.<\/p>\n Alberto Giacometti. L'anima del Novecento. Sculture, dipinti, disegni<\/strong> Un ciclo di incontri e conferenze intitolato "Alberto Giacometti. Punti di vista", che si svolgerà la domenica pomeriggio a partire dal 20 marzo, approfondirà alcuni aspetti dell'opera dell'artista.
Dal 6 marzo al 5 giugno 2011
Gallarate, Museo MAGA, via De Magri 1
a cura di Michael Peppiatt
Orari: dalle 9.30 alle 19.30 da martedì a domenica; lunedì chiuso
L'8 marzo l'ingresso alla mostra sarà gratuito per le donne.<\/p>\n
Per ulteriori informazioni: www.museomaga.it