{"id":23997,"date":"2011-03-18T08:03:21","date_gmt":"2011-03-18T08:03:21","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-03-18T09:30:45","modified_gmt":"2011-03-18T09:30:45","slug":"ceretti-e-romagnoni-amici-nell-arte-e-nella-vita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ceretti-e-romagnoni-amici-nell-arte-e-nella-vita\/","title":{"rendered":"Ceretti e Romagnoni: amici nell\u2019arte e nella vita"},"content":{"rendered":"
Si conobbero al corso di pittura di Aldo Carpi all'Accademia di Brera e fecero parte del gruppo storico dei pittori di Brera, o "pittori di città". Sono Mino Ceretti <\/strong>e Bepi Romagnoni<\/strong> due di quei giovani che diedero vita al cosiddetto Realismo esistenziale<\/strong> (definizione coniata da Marco Valsecchi nel 1956, ndr): non un movimento pittorico, e nemmeno un'etichetta – troppo riduttiva per descrivere le complesse sfaccettature di tali ricerche artistiche – bensì un clima<\/strong>, svuotato di ogni speranza e contenuto ideologico, attento alla condizione dell'uomo e al suo destino. Il cenacolo degli allievi di Carpi, formato da Giuseppe Banchieri, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni e Tino Vaglieri (in seguito si uniranno anche Gianfranco Ferroni e Floriano Bodini), era accomunato dal tentativo di portare alla luce una condizione esistenziale estraniata<\/strong>, un male di vivere sotterraneo ma decisamente imperante. «Non rifiutiamo – scrivono Ceretti, Guerreschi e Romagnoni – le esperienze più valide della pittura moderna, solo non ci sentiamo di accettarle come fini a se stesse, chiuse in uno splendido isolamento formale: è necessario che diventino funzionali a ciò che di più urgente si deve dire». Ed è proprio la condivisione di questo "clima culturale" che porta alla nascita di una profonda amicizia, spezzata purtroppo dall'incidente subacqueo che costò prematuramente la vita a Romagnoni.<\/p>\n Romagnoni, tra realismo e astrazione –<\/strong> Bepi Romagnoni (1930-1964) rappresenta la figura più curiosa del <\/p>\n sovraeccitato, e movimentato, gruppo milanese. Nei lavori della seconda metà degli anni Cinquanta, paesaggi cittadini e industriali, soldati e prelati, sono i soggetti ricorrenti. Immagini oscure, stridenti che occupano tutto lo schermo spaziale del dipinto, in cui domina la materia cromatica, densa e pastosa: i grigi, i bianchi (sporchi e vischiosi), i neri e i rossi (sanguigni o rugginosi) costruiscono prospettive e forme piatte che, a poco a poco, esplodono per lasciare spazio a grovigli nervosi e inquietanti. Negli anni Sessanta, la svolta. Lo spazio si dilata e Romagnoni inizia a sperimentare la tecnica del collage: frammenti fotografici, ritagli di giornali e rotocalchi, si innestano sulla superficie pittorica stravolgendo totalmente la narrazione figurale, rendendola ambigua e caricandola di una pesante insofferenza. Una pittura fatta di quotidianità, sì, ma anche di energia, segno, e di un gesto tumultuoso, consapevole di quell'opprimente "essere esistenziale".<\/p>\n Ceretti, tra identità e pittura –<\/strong> Come Romagnoni, anche Mino Ceretti (1930) va oltre la semplice narrazione quotidiana, ma la sua pittura è caratterizzata da un linguaggio più scarno e didascalico, dove i colori – dai toni pacati e allo stesso tempo brillanti – sembrano frantumarsi in ritagli geometrici e in segni scritturali che ridefiniscono la genesi dell'immagine. La tela diventa il contenitore di implosioni-esplosioni cromatiche, di simulazioni di collage, di un continuo fluire di racconti, sfigurati dalla dimensione spaziale e morale. Immagini possibili e provvisorie, in cui la natura, le persone e gli scorci della vita quotidiana si mescolano tra loro, dando vita ai cicli dei Ritratti probabili<\/em>, delle Figure bersaglio<\/em>, degli Specchi <\/em>e degli Stacchi<\/em>, a cui l'artista affida il destino della (sua) pittura. Essi «snodano un ostinato immaginario, stabilizzano una esperienza pittorica nel tempo e nelle idee del secolo, svelano ancora un grande, originale talento».<\/p>\n Mino Ceretti, L'esperienza della pittura
Bepi Romagnoni
Opere dal 1950 al 1960<\/strong>
Galleria SPAZIOARTE
Corso di Porta Nuova 36, Milano
Dal 17 marzo al 29 aprile
Orari: 10.30 – 13.00 e 16.3o – 19.00, chiuso domenica e lunedì
A cura di Chiara Gatti
Per info.: tel. 02 6595768 – info@spazioarte.net<\/p>\n
Opere 1968-2010<\/strong>
Galleria Ostrakon
Via Pastrengo 15, Milano
Dal 23 marzo al 23 aprile 2011
Orari: da martedì a sabato, dalle 15.30 alle 19.30
A cura di Piero Del Giudice
Per info: tel. 3312565640 – dorino.iemmi@fastwebnet.it