{"id":24055,"date":"2011-04-04T07:17:16","date_gmt":"2011-04-04T07:17:16","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-04-04T09:46:25","modified_gmt":"2011-04-04T09:46:25","slug":"se-castiglione-pensa-al-suo-museo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/se-castiglione-pensa-al-suo-museo\/","title":{"rendered":"Se Castiglione pensa al suo Museo"},"content":{"rendered":"
Castiglione e il suo Museo:<\/strong> nuovo allestimento per i preziosi oggetti (arredi liturgici, ma anche paliotti d'altare, corali, crocifissi lignei e argentei e tavolette dipinte) in maggior parte radunati all'interno della "Nuova Scolastica", il ripristinato Teatro-Oratorio della Collegiata<\/strong>, dedicato alla memoria di Mons. Maurizio Galli, Arciprete di Castiglione. Interessante anche il progetto di allestimento delle sale del piano terra dell'ex Canonica<\/strong>, in corso di ideazione, da parte di un team composto da tre giovani designers del Politecnico. Laura Galluzzo, Annalinda De Rosa e Iris Keci<\/strong> hanno spiegato gli ideal concept <\/em>che stanno dietro all'ipotesi museale: "Dare maggior risalto ai dettagli, anche tramite "svelamento" o ingrandimento, poter osservare un'opera da diversi punti di vista e sottolineare le decorazioni manuali e artigianali". Insomma una lente di ingrandimento su un patrimonio che rappresenta un unicum <\/em>di alto valore e realizzato con elevata perizia ed acribia artistica.<\/p>\n Largo spazio ai preziosi manoscritti di canto corale, spiegati al pubblico da Dario Poretti<\/strong>, organista e <\/p>\n studioso di Canto Ambrosiano e Gregoriano. "Il canto Ambrosiano, che venne elaborato in Occidente a partire dall'VIII secolo, è innanzitutto espressione di fede", ha spiegato Poretti. "E' un canto liturgico in latino, solitamente interpretato da un coro o da un solista. Ci raccontano la bellezza di questa preghiera cantata le carte miniate degli antichi manoscritti, con lettere abitate e rubricate".<\/p>\n E intanto a Castiglione si pensa anche al restauro della pala con la Crocifissione<\/strong>, oggi attribuita al fiorentino Neri di Bicci (1419-1492)<\/strong>, ultimo rappresentante di una fortunata stirpe di pittori e di una florida bottega. Pur essendo un tradizionale fondo oro, l'autore riesce ad imprimere alcune novità rinascimentali come il mazzocchio, il copricapo ad anello a scacchi bianchi e neri indossato da uno dei protagonisti. Il dipinto rappresenta un'affollata Crocifissione abitata da oltre cinquanta figure e da una fortissima componente teatrale. E nonostante siano ignote la destinazione e la committenza dell'opera, sono innegabili lo splendore e la ricchezza cromatici, l'abbondanza di foglia d'oro e l'attenzione ai costumi aristocratici. Giunta da Firenze nel 1928 per volontà di Mario Salmi – il primo a dirigere i restauri nella Collegiata nel 1927 – venne ritenuta per diverso tempo opera di Paolo Schiavo<\/strong>.
Presentati sabato 2 aprile, i nuovi indirizzi del progetto museale<\/strong> che intende valorizzare non solo i beni immobili, come gli affreschi, ma anche il patrimonio di oggetti. "Tanto per iniziare ci sono nuovi pannelli didattici in italiano e inglese, dislocati in diversi punti del complesso", ha spiegato la Conservatrice Federica Armiraglio<\/strong>. "Ma non è tutto: sarà presto consultabile un virtual tour nel quale poter apprezzare i diversi ambienti della Collegiata. Battistero e "Nuova Scolastica" compresi". Lo stesso illuminato mecenate che nel febbraio del 2010 aveva reso possibile la pubblicazione dello storico volume di Eugenio Cazzani, Castiglione Olona nella storia e nell'arte<\/em>, ha infatti reso possibile oggi la realizzazione dei sette pannelli didattici.<\/p>\n