{"id":24113,"date":"2011-04-07T06:58:28","date_gmt":"2011-04-07T06:58:28","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-04-08T08:59:25","modified_gmt":"2011-04-08T08:59:25","slug":"visioni-antiche-e-moderne-a-chiasso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/visioni-antiche-e-moderne-a-chiasso\/","title":{"rendered":"Visioni antiche e moderne a Chiasso"},"content":{"rendered":"
Legami possibili –<\/strong> Pare che il filo conduttore che sottende alla mostra allestita allo SpazioOfficina di Chiasso<\/strong> sia la ricerca sulla "pasta corposa" dell'arte, sulle materie prime dei colori e del supporto pittorico. In parallelo alla rassegna dedicata al filone della "grafica storica" in corso al m.a.x.museo, il vicino SpazioOfficina apre una breccia di confronto e di dibattito sulle attuali dinamiche artistiche, indagate da nove autori contemporanei dal titolo: "Visioni e utopie della modernità. 9 interpretazioni<\/strong>". <\/p>\n E se al m.a.x museo imperano le incisioni ad acquaforte di Giovan Battista Piranesi <\/strong>e la sua nostalgia affascinante, allo SpazioOfficina gli autori contemporanei, che non possono esimersi dal confronto con la grafica del Settecento, si propongono con accenti aperti alla visione del colore e all'interpretazione dell'immaginifico. <\/p>\n Un laboratorio sulla "cronaca" dell'arte, un ponte culturale tra mondo artistico svizzero ed italiano. Ma la mostra non è una semplice esposizione di opere bell'e pronte: ogni autore presenta tre lavori e ne produrrà un quarto entro la fine della mostra. In occasione del finissage, domenica 1 maggio, una particolare commissione formata da studiosi e critici, attribuiranno una menzione all'opera ritenuta più meritoria per la ricerca svolta.<\/p>\n Ma torniamo alla mostra<\/strong>: ogni artista interpreta il tema all'interno della propria configurazione culturale e stilistica, utilizzando mezzi espressivi, materiali e <\/p>\n tecniche più congeniali. Fianco a fianco, ognuno con tre opere di dimensioni medio-grandi, presentano dipinti su tela, opere realizzate con materie plastiche e pigmenti pittorici, con altri materiali quali il legno e il tessuto, quadri-collage di origine digitale e video. E se negli acrilici su tela di Leda Albanese <\/strong>si intravvedono le stratificazioni storiche, nei plexiglass lavorati di François Bonjour<\/strong> si distinguono moderni scenari urbani e simboli. Johoannes Julius Busolini, invece, porta in mostra i suoi dipinti visionari, i colori rivoltosi che ricordano le celebri macchie di Hermann Rorschach. Giorgio Vicentini<\/strong> esprime la sua personale pittura spaziale che si alimenta di colore puro e crudo.<\/p>\n Le opere in polietilene e gommapiuma con inserimenti di pigmenti ad olio, dell'autore Walter Gadda <\/strong>sono espressioni materiche come archivio del presente. Da Lugano, John Doing <\/strong>si concentra sul tema dell'incontro tra culture, traducendo questo dissidio e questo legame in collages animati e dipinti digitali. E la parola d'ordine pare essere contaminazione, universo di internet, archivio interattivo. Le immagini che ne sortiscono si propongono come materiali che trovano il loro elemento unitario e distintivo proprio nell'essere utilizzati e gestiti in forma nuova. Differente è la ricerca di Francesco Mariotti<\/strong> che si orienta su performance luminose, nelle quali la luce si fa elemento di memoria e indagine. Protagonista nel 2002 de Giardino ibrido al PAV di Torino, da circa trent'anni l'autore infatti compie studi e crea opere legate al tema della luce. <\/p>\n Gli scenari e le rovine della modernità compongono l'orizzonte di creatività di Carlo Nessi<\/strong>, mentre Tarshito <\/strong>si misura con un tema gravido di riflessioni come quello del dialogo interculturale e del superamento delle frontiere mentali e culturali. La dimensione completamente concettuale che presiede tutti gli interventi ambientali innerva i lavori dell'autore davanti ai quali il visitatore diventa l'elemento vitale per la riuscita delle installazioni, diventa protagonista assoluto della conversione di uno spazio in un'architettura tempio di sentimenti.<\/p>\n Visioni e utopie della modernità 9 interpretazioni<\/strong> Una delle opere esposte (partic.) Legami possibili – Pare che il filo conduttore che sottende alla mostra allestita allo SpazioOfficina di Chiasso sia la ricerca sulla "pasta corposa" dell'arte, sulle materie prime dei colori e del supporto pittorico. In parallelo alla rassegna dedicata al filone della "grafica storica" in corso al m.a.x.museo, il vicino SpazioOfficina […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24114,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Chiasso, SpazioOfficina
(adiacente al m.a.x. Museo, via Dante Alighieri, 6)
Dal 29 marzo al 1° maggio 2011
A cura di Dalmazio Ambrosioni
Catalogo di Dalmazio Ambrosioni e Nicoletta Ossanna Cavadini<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"