{"id":24129,"date":"2011-04-07T12:39:07","date_gmt":"2011-04-07T12:39:07","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-04-08T09:25:47","modified_gmt":"2011-04-08T09:25:47","slug":"scultura-mon-amour","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/scultura-mon-amour\/","title":{"rendered":"Scultura, mon amour"},"content":{"rendered":"
Davvero fortunati questi ultimi mesi per le mostre di scultura in Italia!<\/strong> Se ne é chiusa da poco una incentrata sull'opera plastica di Modigliani al Mart di Rovereto<\/strong>, dove é sempre bello andare sicuri di vedere rassegne di vaglia. Si sa, le sculture dell'artista livornese sono poche e le collezioni e i musei che le possiedono, quasi tutti a Parigi o in America, sono restii a prestarle. Intorno a quelle che sono state concesse – e non erano poche – é nata però una mostra di forte attrattiva dove é stato creato un dialogo serrato con altre sculture in qualche modo fonte di suggestione per Modigliani. Ben ci stavano dunque i κουροι <\/em>greci, il Buddha thainlandese e le maschere africane, certo fra loro tanto diverse, eppure tutte così essenziali, come, del resto, le teste stilizzate di Zadkine <\/strong>e di Brancusi, <\/strong>tagliate nella pietra con incisiva nettezza cubista. E nemmeno appariva fuori posto il busto-ritratto marmoreo della Battista Sforza di Francesco Laurana <\/strong>fermato in geometrica purezza al pari delle teste di donne che Modigliani presentò al Salon d'Automne<\/em> di Parigi del 1912.<\/p>\n Accostare l'opera di uno scultore con un'altra appartenente ad un mondo e ad una cultura lontani é un progetto perseguito anche dai Musei di Lecco<\/strong>, in questo caso avvicinando una Femme debout<\/em> (circa 1952) di Alberto Giacometti<\/strong> con il bronzetto votivo etrusco del III secolo a.C., noto a tutti come L'ombra della sera<\/em> (Museo Guarnacci di Volterra). Così a villa Manzoni, dopo un'introduzione costituita da disegni e litografie dell'artista svizzero dove la figura umana é tema ossessivo, continuamente distrutta, continuamente ricreata, il visitatore scivola in una sala buia e circola <\/p>\n intorno alla figura virile etrusca, esile e fragile come un fuscello, e a quella, macerata dal vivere, di Giacometti. Allora si intende come questo grandissimo artista, se mai abbia visto L'ombra della sera<\/em>, non accetti da essa la forma, bensì riviva dal di dentro il processo della sua creazione fino a darne una personalissima versione che esprime solo e tutto il suo io. <\/p>\n Il percorso artistico di questo scultore con la sua "inquietante progenie di colossi in miniatura", come chiosò Palma Bucarelli<\/strong>, si snoda bene in questi giorni al MAGA di Gallarate ed é cosa buona e giusta, anzi doverosa, far visita a questa rassegna di cui ArteVarese ha già segnalato trattato. <\/p>\n E sicuramente altri, sempre su ArteVarese, parleranno diffusamente della mostra intitolata Il fascino della materia. Scultori dell'Ottocento e del primo Novecento tra Lombardia e Piemonte <\/strong><\/em>che s'apre il 9 aprile a Barasso in quella villa San Martino creata dalla leggera fantasia di Tomaso Buzzi. Che bello sarà veder finalmente riuniti lavori da salotto borghese di Grandi e Butti, di Bazzaro, Pellini e Troubetzkoy e dei "minori" Laforêt, Dressler, Agnati, bravi non solo a proporre vedove affrante o angioli consolatori sulle tombe dei cimiteri di Lombardia!<\/p>\n Per le mostre di scultura non é però ancora finita. C'è spazio anche, e per fortuna, per i contemporanei e tra costoro mi piace segnalare in questa occasione Claudio Borghi (classe 1954) <\/strong>che fino al 17 aprile presenta i suoi lavori degli ultimi anni a palazzo Terragni di Lissone<\/strong> per poi spostarli in altre sedi espositive ad Alessandria, Pavia e Milano. In catalogo é presentato da Luigi Cavadini che scrive con pertinenza di "scultura del vuoto" e della leggerezza entro lo spazio delle sue opere. Mi sembra che ad osservarle si percepisca un punto di partenza descrittivo, del resto esplicitato dai titoli; tuttavia Borghi riesce presto a liberarle da siffatto involucro con un intervento che le conduce nel mondo dello spirito. Chi segue la ricerca severa e coerente di questo artista che ogni giorno viene da Barlassina a Busto per insegnar Plastica agli studenti del Liceo Artistico<\/strong>, trova in questi lavori tanto ricchi di componenti vitali, una prova ulteriore della validità della sua ricerca e del suo procedimento e di buon grado si lascia andare in questo universo dove nulla é quel che sembra e dove apparenze e titoli celano reti di significati tutte da esplorare e da decifrare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" A.Modigliani, Testa di donna Davvero fortunati questi ultimi mesi per le mostre di scultura in Italia! Se ne é chiusa da poco una incentrata sull'opera plastica di Modigliani al Mart di Rovereto, dove é sempre bello andare sicuri di vedere rassegne di vaglia. Si sa, le sculture dell'artista livornese sono poche e le collezioni e […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24130,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,17],"tags":[],"yoast_head":"\n