{"id":24147,"date":"2011-04-08T05:21:32","date_gmt":"2011-04-08T05:21:32","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-04-08T08:55:39","modified_gmt":"2011-04-08T08:55:39","slug":"uboldo-un-affresco-da-riscoprire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/uboldo-un-affresco-da-riscoprire\/","title":{"rendered":"Uboldo: un affresco da riscoprire"},"content":{"rendered":"
\"L'affrescoL'affresco della zona absidale<\/span><\/div>\n

La cappella campestre dedicata alla Vergine Maria Ausiliatrice <\/strong>è inserita, quasi mimetizzata, in un tradizionale cascinale, tanto che la facciata non lascia trapelare del tutto circa il suo contenuto. La fondazione della cappella risale con tutta probabilità agli inizi del Cinquecento. Ciò è confermato sia da un'analisi stilistica sia da una relazione in seguito alla visita pastorale del 1583 in cui si legge che la chiesa "è nuova da circa 60 anni". Nei primi anni del Cinquecento, al tempo del frate Gerolamo de' Grandi<\/strong>, dell'ordine eremitano dei Conventuali di S. Agostino, la chiesa era considerata di grande devozione dagli abitanti non solo del luogo ma anche dei paesi limitrofi.<\/p>\n

L'affresco –<\/strong> Una volta varcata la soglia d'ingresso, l'occhio viene immediatamente rapito dall'affresco che orna l'abside, riportato all'originaria bellezza grazie ad un accurato restauro. Frutto della volontà di un <\/p>\n

\"UnaUna veduta interna dell'edificio sacro<\/span><\/div>\n

committente locale, il nobile Antoniolo Crivelli<\/strong>, ritratto di profilo come consuetudine vuole, la sacra conversazione è composta, al centro, dalla Vergine rappresentata mentre allatta il Bambino, assisa su un importante trono il cui schienale, slanciato, è decorato da fili di perle, motivi all'antica e da una conchiglia, simbolo di immortalità e chiaro riferimento mariano. Attorno a questo nucleo centrale si distinguono i Santi della tradizione rurale: S. Cristoforo con in spalla il bambin Gesù, S. Rocco che indica la ferita alla coscia, S. Sebastiano trafitto dalle innumerevoli frecce del martirio, ed infine S. Antonio abate affiancato dal cinghiale. Sullo sfondo collinare, nebuloso, si intravvede nella parte destra una imponente rocca in costruzione. I colori delle vesti sono accattivanti, vivaci, e creano proporzionati giochi di corrispondenze. Le pose eloquenti contribuiscono a dare un senso di tranquillità e contemplazione.<\/p>\n

L'enigma dell'autore –<\/strong> Resta ancora da capire chi sia effettivamente l'artefice di questa opera. Alla base dell'affresco rinveniamo la presenza di una firma <\/strong>ma, in quanto frammentaria, non risolve purtroppo il mistero, ancora oggetto di studi tra i critici. L'affresco si può sicuramente datare all'anno 1507 e ricondurre alla mano di un certo BERNARDINUS DE (…)VAGIS. Sulla base di <\/p>\n

\"IlIl particolare dell'iscrizione e della firma<\/span><\/div>\n

questi dati, alcuni hanno pensato ad una prima testimonianza dell'attività del noto Bernardino Luini <\/strong>(1480c.-1532), che risentirebbe qui, oltre che di Leonardo, anche del Bramantino; altri invece l'hanno ricondotto a Bernardino da Caravaggio. <\/p>\n

Un'ulteriore interpretazione, ancora da verificare nelle sue implicazioni cronologiche e stilistiche, è data con l'attribuzione a Bernardino Marchiselli de Quagis<\/strong> (†1522), il Bernazzano, per cui la parte caduta dello scritto sarebbe stata occupata dalla sola lettera Q. Al di là di questo dilemma, il buon livello esecutivo del dipinto e la sua importanza a livello locale è sicuramente indubbio. L'affresco di Uboldo riecheggia una cultura lombarda, in modo particolare milanese, con riferimenti molto mediati al Maestro della Pala Sforzesca, al Bramantino e a Francesco Napoletano e va considerato, molto probabilmente, con la Pietà <\/em>affrescata nella chiesa di San Rocco a Samarate che mostra, soprattutto nella testa del San Giovanni, forti analogie con frescante di Uboldo.<\/p>\n

La parte absidale è ulteriormente decorata da un affresco nella volta<\/strong>. Si tratta di Dio Padre in mezzo busto, benedicente, con tunica violacea e manto blu, circondato da una serie di raggi rossi, che ben richiamano alla mente la raza <\/em>viscontea.<\/p>\n

L'interno – <\/strong>Allontanandoci dalla parte absidale segnata da una balaustra in marmo policromo, ci si rende conto che l'interno della chiesa presenta elementi alquanto allarmanti. È evidente un forte degrado alle pareti, dovuto principalmente all'azione dell'umidità. L'intonaco che si scrosta lascia intravedere, in diversi punti, la muratura, e non sarebbe da escludere totalmente la presenza di altri affreschi coperti dalle imbiancature. In assenza di interventi tempestivi, il rischio di perdita diviene sempre più elevato.<\/p>\n


Info: Uboldo (Va)
Oratorio della Madonna del Soccorso<\/strong>
Via Cascina Soccorso, 12
La chiesa, di proprietà privata, è aperta al pubblico solo in determinate occasioni, come le giornate FAI di Primavera.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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