{"id":24193,"date":"2011-04-15T05:45:07","date_gmt":"2011-04-15T05:45:07","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-04-15T09:07:26","modified_gmt":"2011-04-15T09:07:26","slug":"a-milano-l-angolo-obliquo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-milano-l-angolo-obliquo\/","title":{"rendered":"A Milano l\u2019angolo\u2026 \u00e8 obliquo"},"content":{"rendered":"
Partiamo dal titolo, "L'angolo obliquo"<\/strong>. Tre artisti e tre diversi modus operandi<\/em>. Che cosa unisce questa tri-angolazione di voci? L'angolo obliquo<\/strong> Andrea Facco, 11, disegno a grafite + RdP Partiamo dal titolo, "L'angolo obliquo".«La suggestione del titolo deriva dalla conformazione architettonica della galleria: lo spazio espositivo si sviluppa tutto in profondità, come fosse un lungo ambulacro, e presenta una pavimentazione leggermente in salita. L'idea di una "geodetica" che attraversasse la galleria (vale a dire, la linea […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24194,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,45,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
«La suggestione del titolo deriva dalla conformazione architettonica della galleria: lo spazio espositivo si sviluppa tutto in profondità, come fosse un lungo ambulacro, e presenta una pavimentazione leggermente in salita. L'idea di una "geodetica" che attraversasse la galleria (vale a dire, la linea più breve che collega due punti di una superficie) è stata spezzata da un angolo immaginario in cui convergono le ricerche estetiche dei tre artisti. Il titolo nasconde infatti un gioco di parole, in quanto l'esposizione è stata concepita non come una semplice tripersonale, bensì come una tri-angolazione fra tre differenti artisti. In questo senso si può parlare di Angolo obliquo<\/em>, ovvero di una visione "trasversale" e dinamica che attraversa lo spazio, gli stili e le tecniche espressive».<\/p>\n
«La coralità della mostra è data proprio dall'eterogeneità dei singoli artisti. Le installazioni di Giovanni Termini <\/strong>invadono l'ambiente espositivo relazionandosi con l'architettura; le opere di Daniele Bacci <\/strong>ricorrono a supporti, sagome e fonti iconografiche che mettono in parallelo l'arte analitica con il postmoderno; Andrea Facco<\/strong> propone dipinti e "residui di pittura" che non demonizzano il processo pittorico bensì ne rivelano la promiscuità e l'ambiguità semantica. Ciascuno di loro si è esercitato in riflessioni estetiche che ridefiniscono i rapporti tra l'opera e lo spazio espositivo, attitudine che permette loro di "misurarsi" con il luogo e la storia dell'arte (ossia con il presente\/attualità e con il passato\/tradizione). L'idea della mostra è di indagare la sostanza delle opere, non la loro apparenza, cercando di spostare l'attenzione sulla testimonianza che esse conservano dentro di sé. Gli artisti si trovano dunque a meditare sulla pratica diretta che si dà come verifica: non un "fare estetica", ma un fare che potrà divenire estetica».<\/p>\n
Galleria EFFEARTE
Via Ponte Vetero 13, Milano
Dal 14 aprile fino al 25 giugno 2011
A cura di Alberto Zanchetta
Per info.: tel. +39 0239198484
info@effeartegallery.com<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"