{"id":24448,"date":"2011-05-26T05:33:02","date_gmt":"2011-05-26T05:33:02","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-05-27T08:33:10","modified_gmt":"2011-05-27T08:33:10","slug":"e-la-ricerca-continua","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/e-la-ricerca-continua\/","title":{"rendered":"E la ricerca continua\u2026"},"content":{"rendered":"
L'archeologia moderna non si accontenta più del singolo scavo: fondamentale è la fase di ricerca sui materiali<\/strong>. Piccoli frammenti di intonaco dipinto possono permettere la ricostruzione di un programma pittorico. I muri, i semplici muri degli edifici possono essere "letti". Frammenti ceramici raccontano la vita di chi li usava. Questo tipo di lavoro ha riguardato la chiesa di S.Maria di Sumirago.<\/p>\n Analisi degli elevati – <\/strong>Sotto l'intonaco delle moderne case si nasconde una mappa cifrata che contiene la storia di un edificio, finestre tamponate, cambiamenti di tecniche costruttive lasciano traccia di sé. Nel caso della chiesa di S. Maria di Sumirago sono stati studiati i muri delle pareti laterali. E sono così emerse, grazie alla tecnica muraria, tre fasi, coincidenti con quelle evidenziate dallo scavo archeologico. All'epoca altomedievale risalgono pochi tratti di muro, costituiti da materiali vari come ciottoli di fiumi, lastre di pietra spezzate, rari mattoni.<\/p>\n La chiesa si amplia.<\/strong> Alla fase basso medievale risale una seconda fase dell'edificio, ancora una volta testimoniata anche dalla lettura dei muri: si nota sempre sulla parete nord un cambio di tecnica muraria che suggerisce quindi l'aggiunta di una nuova "porzione muraria". Buchi nella parete testimoniano la costruzione di un edificio a due piani addossato alla parete stessa, mentre alcune porte furono tamponate e furono aperte nuove finestre.<\/p>\n I reperti ceramici – <\/strong>La ceramica è una costante dei <\/p>\n ritrovamenti e per questo è comunemente definita dagli archeologi "fossile guida". Certamente negli scavi di chiese si fa più scarsa, proprio per la diversa destinazione d'uso dell'edificio, ben diverso da una abitazione. Lo studio della ceramica si rivela però fondamentale per l'inquadramento cronologico del sito in studio. Questa premessa vale anche per la chiesa di Sumirago.<\/p>\n Frammenti caduti agli operai, giunti fino a noi.<\/strong> Dagli scavi sono emersi circa cinquanta frammenti, che coprono ampi orizzonti cronologici, soprattutto l'epoca medievale e rinascimentale. Si alternano forme come piatti, brocche, grosse ciotole, decorate secondo le mode del tempo. Ci sono così le ingobbiate, cioè ceramiche rivestite con vetrine di colore marrone o giallo, tipiche del XV secolo; oppure le graffite, cioè ceramiche incise e poi colorate, molto diffuse in ambito lombardo fra Duecento e Trecento. E non può non suscitare una certa emozione sapere che la maggior parte di questi frammenti è emersa dagli strati archeologici riferibili al cantiere per la costruzione della chiesa basso medievale: ciò significa che questi frammenti appartengono alle stoviglie usate dagli operai che ampliarono l'edificio.<\/p>\n Un deposito di monete –<\/strong> Grande importanza ricopre pure la numismatica, che si occupa dello studio di monete ed è un'altra fonte di datazione dei siti. A differenza della casualità che ha portato alla conservazione della ceramica, c'era una volontà precisa dietro un deposito di monete emerso durante gli scavi presso l'altare, precisamente in una cavità dell'altare stesso. Le monete erano solo cinque, datate fra il 1310 e il 1329, probabilmente all'epoca di Azzone Visconti. <\/strong>Furono poste durante la costruzione dell'altare per uno scopo beneaugurante e ciò spiega il numero ridotto; <\/p>\n probabilmente, per essere sepolte, esse avevano ormai perso il proprio valore "economico", mantenendo un valore simbolico forse legato alla presenza al loro interno di argento.<\/p>\n Intonaci parlanti – Oltre cento frammenti di intonaco, spesso mal ridotti, sono emersi nella zona dell'altare<\/strong>: si tratta della decorazione della chiesa più antica, decorazione che venne distrutta e usata come riporto al momento dell'ampliamento bassomedievale. Suggestioni di decorazioni – <\/strong>I frammenti offrono qualche idea sulla loro messa in posa originaria. Ci sono decorazioni floreali e a fasce geometriche forse pertinenti alle parti basse e alte delle pareti, un po' come i velari della torre di Torba. Frammenti decorati da punti bianchi su sfondo rosso richiamano l'uso di dipingere su abiti e velari finte perle preziose. La datazione di queste tipologie rimanda all'epoca altomedievale.<\/p>\n Un viso… Un frammento reca una parte di volto, dipinto con colori chiari, rosa, bianco, contornato da una spessa pennellata verde<\/strong>: i confronti più serrati portano alle <\/p>\n figure dipinte in S. Pietro al Monte di Civate<\/strong>, quindi a una datazione intorno all'anno Mille.<\/p>\n Colori brillanti.<\/strong> Infine altri frammenti sono decorati con tinte brillanti, rosso, verde, rosa, che creano decorazioni geometriche simili a quelle presenti al castello di Angera<\/strong> e databili al XIII secolo.<\/p>\n Una chiesa, mille informazioni – La chiesa di S. Maria di Sumirago<\/strong> è senza dubbio un caso fortunato nel quadro delle chiese del Varesotto. Un esempio di come l'analisi archeologica ad ampio spettro permetta di comprendere appieno la vita di un edificio.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La chiesa di S.Maria, esempio di studio di murature L'archeologia moderna non si accontenta più del singolo scavo: fondamentale è la fase di ricerca sui materiali. Piccoli frammenti di intonaco dipinto possono permettere la ricostruzione di un programma pittorico. I muri, i semplici muri degli edifici possono essere "letti". Frammenti ceramici raccontano la vita di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24449,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,48,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Lo studio dei frammenti è fondamentale perché, nei casi più fortunati, permette di ricostruire almeno parzialmente cicli pittorici. I frammenti di S.Maria sono stati catalogati e distinti in sei gruppi simili per la stesura del colore e per gli impasti delle malte. Analisi petrografiche di laboratorio permetteranno una ulteriore precisazione.<\/p>\n