{"id":24587,"date":"2011-06-10T07:51:04","date_gmt":"2011-06-10T07:51:04","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-06-17T09:12:35","modified_gmt":"2011-06-17T09:12:35","slug":"vittorio-tavernari-scolpire-l-uomo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vittorio-tavernari-scolpire-l-uomo\/","title":{"rendered":"Vittorio Tavernari: scolpire l\u2019uomo"},"content":{"rendered":"\n
"Il mio interesse è rivolto soprattutto alla figura umana, o, per essere più esatti, all'uomo-individuo, forma e contenuto: direi che in una figura femminile si possa leggere tutto del mondo e della vita, dalla oscura germinazione misteriosa, alla dolcezza, al dolore, al piacere, alla indicibile realtà della vita stessa". In questa e in altre riflessioni che l'artista ci ha lasciato emerge il senso profondo del suo operare, che significa in primo luogo indagine sull'uomo e sul senso della sua esistenza. Questa tensione di indagine sull'uomo e sulla sua storia, collettiva e personale, è un filo rosso che lega tutta la <\/p>\n produzione dell'artista, assumendo nei vari periodi diversi accenti e rese formali. Le opere esposte a Villa Recalcati appartengono agli anni della maturità dello scultore, quando, dopo la partecipazione alla Biennale del 1956, iniziò un ciclo di sottili figure modellate in cemento o fuse in bronzo caratterizzate da una superficie vibrante, che segnarono il momento di maggiore vicinanza al clima informale internazionale. Nel decennio successivo prenderanno invece vita le serie dei Torsi <\/em>e dei Cieli<\/em>, mentre negli anni '70 la scultura ritornerà, con lo sviluppo del soggetto degli Amanti<\/em>, a essere forma piena anche se sempre venata di una forte espressività.<\/p>\n Il percorso della mostra prosegue idealmente oltre le sale di Villa Recalcati, alla scoperta delle molte sculture che Tavernari ha realizzato per il territorio della provincia di Varese, tra cui le formelle della fontana di Gallarate e il monumento ai caduti della stessa città, il Cantico dei Cantici <\/em>collocato nei giardini del Comune di Barasso e il Totem <\/em>di via Albuzzi a Varese.<\/p>\n Torso, 1979, legno "Il mio interesse è rivolto soprattutto alla figura umana, o, per essere più esatti, all'uomo-individuo, forma e contenuto: direi che in una figura femminile si possa leggere tutto del mondo e della vita, dalla oscura germinazione misteriosa, alla dolcezza, al dolore, al piacere, alla indicibile realtà della vita stessa". In questa e […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24588,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,17,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Scultore "umanista", come è stato definito giustamente dalla critica, Tavernari (Milano 1919-Varese 1987) fin dagli anni '40 è stato uno dei protagonisti del dibattito artistico del suo periodo, facendosi interprete di un rinnovamento della scultura che rifiutava una ricerca stilistica fine a se stessa e si faceva partecipe del dramma umano in un'Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale. In un articolo intitolato La scultura come vita<\/em>, pubblicato sulla rivista "Numero" nel gennaio del 1946, l'artista parlava infatti della necessità sentita dai giovani scultori di "essere civili", come lo erano stati i maestri comacini, in un'idea di scultura che doveva esprimere i valori collettivi del tempo e incarnarne le aspirazioni morali.<\/p>\n
Vittorio Tavernari. Sculture<\/strong>
Villa Recalcati, Varese
Dall'11 giugno al 28 agosto 2011
Orari: martedì-venerdì, dalle 15.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00
A cura di Flaminio Gualdoni<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"