{"id":24650,"date":"2011-06-23T09:28:35","date_gmt":"2011-06-23T09:28:35","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-06-24T08:55:12","modified_gmt":"2011-06-24T08:55:12","slug":"antichi-gonfaloni-processionali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/antichi-gonfaloni-processionali\/","title":{"rendered":"Antichi gonfaloni processionali"},"content":{"rendered":"
Tra i manufatti pregiati di destinazione ecclesiastica che ancora si conservano nelle Parrocchie, tracce di quel fervore di iniziative religiose promosse dal Borromeo, i gonfaloni processionali rivestono sicuramente un ruolo non di secondo piano. Eventi centrali nella vita liturgica erano le processioni<\/strong> e i vessilli delle compagnie, dal forte carattere identitario, erano destinati all'ostentazione pubblica anche in chiave di visibilità sociale. Tra le confraternite esistenti nel nostro territorio, quella del Santissimo Sacramento è sicuramente la più diffusa e principale committente di stendardi.<\/p>\n Il gonfalone della confraternita conservato presso la Basilica di S. Maria Assunta di Gallarate<\/strong> risalente al XVII secolo raffigura sul lato principale l'episodio della Circoncisione di Gesù in ottemperanza al passo evangelico di Luca. In alto è inserita una targa retta da due angeli con il monogramma di Cristo e un'iscrizione sottostante tratta dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi Nomen super omne nomen<\/em>. La cornice che corre tutta attorno a questa scena è caratterizzata da girali vegetali e simboli della Passione, in perfetta sintonia con la devozione eucaristica della confraternita.<\/p>\n Al secolo XVIII va ascritto lo stendardo processionale <\/p>\n della Chiesa dei Santi Martino e Antonio abate di Ferno<\/strong> (Va). I due lati dello stendardo, originariamente uniti, sono stati separati in occasione si un complesso intervento restauro e riportati su un fondo di raso. Su di un lato è raffigurato un ostensorio con l'eucaristia adorata dagli angeli, mentre sul lato opposto si vede la Madonna della cintura con i santi Agostino, Antonio abate e Vincenzo Ferrer. La presenza di questi santi si spiega con il fatto che la devozione della Madonna della cintura e la gestione della relativa confraternita erano appannaggio tradizionale dell'ordine monastico degli agostiniani eremitani.<\/p>\n Ancora il tema eucaristico è alla base del gonfalone conservato nella Chiesa di Santo Stefano a Tradate<\/strong>. Al centro in un tondo su sfondo bianco celeste l'Ostensorio, raggiato da fili d'oro, è circondato da putti e angeli adoranti. Un motivo di allungati girali d'oro su panno rosso creano invece una preziosa cornice. Gonfalone, S. Stefano, Tradate Tra i manufatti pregiati di destinazione ecclesiastica che ancora si conservano nelle Parrocchie, tracce di quel fervore di iniziative religiose promosse dal Borromeo, i gonfaloni processionali rivestono sicuramente un ruolo non di secondo piano. Eventi centrali nella vita liturgica erano le processioni e i vessilli delle compagnie, dal forte carattere identitario, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24651,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,16],"tags":[],"yoast_head":"\n
Assunta, Gallarate<\/span><\/div>\n
Il ricamo, in seta e in filati preziosi, fu quindi una delle specializzazioni più prestigiose ed apprezzate delle manifatture artistiche Lombarde sin dalla fine del Cinquecento e gli esempi giunti fino a noi sono una fulgida testimonianza di questa produzione d'eccellenza certamente da riscoprire.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"