{"id":24840,"date":"2011-07-21T06:41:14","date_gmt":"2011-07-21T06:41:14","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-07-22T09:27:14","modified_gmt":"2011-07-22T09:27:14","slug":"fra-varese-e-como-con-garibaldi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/fra-varese-e-como-con-garibaldi\/","title":{"rendered":"Fra Varese e Como con Garibaldi"},"content":{"rendered":"
È il 1859, l'Italia è coinvolta nella Seconda Guerra di Indipendenza, che la vede schierata <\/strong>contro i nemici di sempre, gli Austriaci.<\/strong> È lo stesso re Vittorio Emanuele II a guidare l'esercito. Ed è sempre lui a contattare come generale Giuseppe Garibaldi, che già circa dieci anni prima aveva entusiasmato le folle. Il suo compito sarebbe stato quello di "richiamare" i volontari italiani, rimanendo un po' nell'ombra. volontari delle sofferenze e delle privazioni. che truppe stiano arrivando-ancora una volta è notte-appena riconoscono Garibaldi e i suoi esplodono di gioia, come una mina, dice il generale: città illuminata, strade ingombre, campane che suonano a festa.<\/p>\n Rapidi spostamenti – <\/strong>Il successo dei Cacciatori ne aumenta progressivamente il numero: ma mancano le armi, e Garibaldi decide di tornare verso il Piemonte. Di nuovo si percorre la strada per Varese, poi Gavirate e Laveno. È la volta delle Valli, Valcuvia e Valganna.<\/strong> Ma Urban è troppo forte, il generale punta nuovamente su Como. Ancora una volta i piccoli paesi sono teatro del suo arrivo, come Malnate<\/strong>, dove un forte temporale evita i controlli austriaci. ————————————————-<\/p>\n RIPROPONIAMO, IN CALCE, LO SPECIALE DI ARTEVARESE.COM DEDICATO AI MONUMENTI GARIBALDINI IN CITTA'. <\/strong><\/p>\n SEGNALIAMO ANCHE I VIDEO E LE INTERVISTE PRESENTI NELLA SEZIONE "VARESE PER L'ITALIA"<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Biumo Superiore, luogo di osservazione della battaglia da parte di Garibaldi È il 1859, l'Italia è coinvolta nella Seconda Guerra di Indipendenza, che la vede schierata contro i nemici di sempre, gli Austriaci. È lo stesso re Vittorio Emanuele II a guidare l'esercito. Ed è sempre lui a contattare come generale Giuseppe Garibaldi, che già […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24841,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Da Torino al Lago Maggiore – <\/strong>L'inizio del viaggio, come racconta lo stesso generale, è arduo, soprattutto per le difficoltà logistiche e gli ostacoli creati a Garibaldi e ai suoi, per motivi politici. Vicino ai volontari è il re in persona, che dà il via libera per il passaggio sul Lago Maggiore, attraverso Arona: approdo a Castelletto Ticino, e marcia su Sesto Calende, quindi arrivo in Lombardia<\/strong>.
Garibaldi a Varese – <\/strong>Circa tremila volontari, con scarsi bagagli, si muovono alla volta di Varese. Nel frattempo verso Laveno marcia il Bixio. Garibaldi arriva a Varese di notte, sotto una pioggia battente.<\/strong> Eppure a festeggiare il suo arrivo sono raccolti tutti i cittadini, uomini e donne, di famiglie nobili e borghesi, e non mancano abbracci a saluti festanti ai soldati. Gesti di affetto che ripagano i <\/p>\n
Varese<\/span><\/div>\n
Ma la città non è stata a guardare<\/strong>: già nei giorni precedenti lo stemma imperiale austriaco è stato sostituito dal tricolore. Nelle strade della città si innalzano barricate, soprattutto lungo le porte e si armano i cittadini.
Ed arriva la battaglia – <\/strong>Il 26 maggio, in seguito a piccoli scontri sporadici, come a San Salvatore, si giunge alla battaglia fra i Cacciatori delle Alpi, guidati da Garibaldi e Urban, il generale austriaco inviato da Como<\/strong>. Ben quattro battaglioni, più due di riserva, rispondono agli Austriaci, che aprono per primi il fuoco con i cannoni. Sono soprattutto Cosenz e Medici a portare al successo i Cacciatori delle Alpi. Giovani, tanti giovani, scrive il generale, partecipano alla battaglia, la cui gioventù è da lui lodata.
Viva l'Italia! <\/strong>Questo è il grido dei volontari, spesso lanciato da soldati feriti e sotto i ferri. Fra tutti, merita un ricordo uno dei patrioti varesini, Ernesto Cairoli<\/strong>, il più giovane di tre fratelli, caduto sotto le armi. Generose, dopo la battaglia, le madri varesine, che si prendono cura dei feriti.
Sulla strada verso Como – <\/strong>È il 27 maggio, quando Garibaldi e i suoi si muovono alla volta di Como. Il generale capisce l'importanza strategica di San Fermo e da lì organizza la presa di Como. Ancora una volta è un giovane capitano, De Cristoforis, ad aprire la strada con la vita, colpito dagli Austriaci all'altezza di Cavallasca. Anche l'arrivo a Como, attraverso Borgovico<\/strong>, è un trionfo. Gli abitanti, dapprima intimoriti perché non sanno <\/p>\n
Battaglia<\/span><\/div>\n
Una misteriosa fanciulla – <\/strong>Anche le donne operano in un clima di clandestinità. Garibaldi ricorda una coraggiosa ed avvenente fanciulla, che incontra sulla strada per Varese e lo invita a tornare a Como, prima del rientro in città del generale Urban.
Da Como la marcia continua verso Lecco e Bergamo<\/strong>.
Garibaldi nelle sue memorie racconta ancora di giovani patrioti e paesi festanti. Lo lasciamo andare lungo la strada della storia e ci fermiamo a immaginare le nostre città del Varesotto colorate dei colori risorgimentali.
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