{"id":24844,"date":"2011-07-21T09:55:06","date_gmt":"2011-07-21T09:55:06","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-07-22T09:26:55","modified_gmt":"2011-07-22T09:26:55","slug":"le-sculture-leggendarie-di-nag-arnoldi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-sculture-leggendarie-di-nag-arnoldi\/","title":{"rendered":"Le sculture leggendarie di Nag Arnoldi"},"content":{"rendered":"
Entrando nelle sale dell'esposizione di Nag Arnoldi, al Palazzo Reale, si viene accolti dal monumentale abbraccio dell'enorme scultura intitolata "Il miracolo<\/strong>", dalla potente carica evocativa. E questo è lo spirito che pervade tutta la visita della mostra: un senso di grandiosità, di forza, di nobile regalità<\/strong>. Un'atmosfera mitica, quasi un'aura di leggenda<\/strong>, circonda i minotauri, e gli armigeri, e gli astati, i sapienti gufi, e i tori e i leoni, creati dall'artista svizzero.<\/p>\n Ma questa imponenza epica nasce dalle profondi tensioni esistenziali del singolo uomo<\/strong>, dell'artista che le pensa, le plasma, e le celebra: si ha dunque una continua dialettica, tra la maestosa nobiltà dell'essere umano e la sua debole finitudine, tra le sue virtù e le sue debolezze<\/strong>. combattimento infinito, che lo ha del tutto svuotato della suo vigore.<\/p>\n Nel gruppo degli Astati<\/strong>, inoltre, tale dissidio diventa ancora più evidente: il gruppo dei soldati, infatti, è chiuso in se stesso; essi sono una potenza bellica che però rimane in posizione di difesa, quasi atterriti. Tutti i guerrieri sono rivolti verso l'interno, come se dovessero proteggersi a vicenda: e nonostante ciò, non riescono comunque a colmare la debolezza di ciascun singolo individuo, ridotto ad una mero profilo filiforme, metaforica rappresentazione dell'umana condizione mortale. Rudy Chiappini<\/strong>, nel suo testo in catalogo, afferma: "l'opera di Nag Arnoldi, fortemente autobiografica, vive dentro lo spazio dell'accadimento continuo. Per lui la vita non si dà mai inutilmente, non è una vana traccia persa e fatta solo di memoria. Non svanisce ma resta aggrappata alla quotidianità, alla trama del tempo che scorre. La scultura non è una vuota formula, ma innanzitutto struttura del pensiero, incisione del destino, accumularsi di esperienze esistenziali, nascita di un'immagine dentro la coscienza che rende scheletro la realtà, violata da ogni parte, ma purissima nel suo legame con l'origine".<\/p>\n "La sua produzione dell'ultimo quarto di secolo" continua il curatore: "si è quindi mossa lungo la direttrice di una sintesi fra rigorosa definizione formale e mai sopita sperimentazione conoscitiva, costantemente sorrette da una drammatica tensione emozionale che denuncia <\/p>\n un'etica smarrita e la dissolvenza di valori morali, rivelando, tra segni sofferti disgreganti la forma e rotondità levigate, quanto sia andato perduto di un patrimonio di bellezza e di integrità".<\/p>\n Il percorso espositivo a Palazzo Reale è suddiviso per aree tematiche<\/strong>, e si avvale dell'allestimento progettato da Mario Botta<\/strong> (che già aveva curato quello dell'antologica tenutasi a Lugano nel 1998) appositamente studiato per esaltare l'elemento plastico di Arnoldi.<\/p>\n Promossa dal Comune di Milano – Cultura e Palazzo Reale, l'esposizione, curata da Rudy Chiappini, sotto l'Alto Patronato della Presidente della Confederazione Svizzera, Micheline Calmy-Rey, col sostegno della Pro Helvetia, sponsor Société Générale, presenta un'ottima retrospettiva della straordinaria produzione artistica degli ultimi trent'anni della carriera dello scultore, attraverso i temi più caratteristici della sua ricerca.<\/p>\n Nag Arnoldi – <\/strong>Sculture 1980 – 2010 Nag Arnoldi a Milano Entrando nelle sale dell'esposizione di Nag Arnoldi, al Palazzo Reale, si viene accolti dal monumentale abbraccio dell'enorme scultura intitolata "Il miracolo", dalla potente carica evocativa. E questo è lo spirito che pervade tutta la visita della mostra: un senso di grandiosità, di forza, di nobile regalità. Un'atmosfera mitica, quasi un'aura di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24845,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,17],"tags":[],"yoast_head":"\n
Ad esempio, nel ciclo degli Armigeri<\/strong>, l'aspetto esteriore e colossale del guerriero, che è emblema della sua forza, che incute timore al nemico, stride però con il volto che spunta dietro la celata dell'elmo, un volto insicuro e fragile, spossato e consumato dalla durezza di un <\/p>\n
Visione che si ripropone, e che si amplifica, anche nelle sue opere aventi come temi soggetti biblici<\/strong>, tratti ad esempio dai suggestivi passi dell'Apocalisse, o da drammatici episodi evangelici, come la crocifissione.<\/p>\n
<\/strong>Dal 6 luglio al 11 settembre 2011
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Orari: lunedì, dalle 14.30 alle 19.30
martedì, mercoledì, venerdì, domenica dalle 9.30 alle 19.30
Giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30
Ingresso gratuito
Info: tel.02875672<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"