{"id":24862,"date":"2011-07-22T04:56:57","date_gmt":"2011-07-22T04:56:57","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-07-22T09:30:46","modified_gmt":"2011-07-22T09:30:46","slug":"la-certosa-in-periferia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-certosa-in-periferia\/","title":{"rendered":"La Certosa… in periferia"},"content":{"rendered":"
\"LaLa facciata della Certosa<\/span><\/div>\n

L'esterno – <\/strong>Dell'edificio antico rimangono tracce visibili nella parte retrostante. Dal portale, attraverso un atrio e un suggestivo vestibolo ellittico movimentato da tre esedre, si raggiunge la Chiesa consacrata a S. Maria Assunta, dall'alta fronte a tre ordini, attribuita -non senza opinioni contrastanti- a Galeazzo Alessi e Vincenzo Seregni<\/strong>, ma ultimata nel 1608. Numerosi elementi architettonici e decorativi ne ripartiscono la superficie e ne sottolineano il profilo: nella fascia inferiore, per esempio, la statua di S. Ugo<\/em> e il busto di Luchino Visconti<\/em>; sopra il portale il rilievo con la Sacra Famiglia<\/em>; sotto il timpano il bassorilievo con l'Assunta<\/em>.

L'interno<\/strong>, a una navata fiancheggiata da due cappelle e terminante in un presbiterio absidato coronato da tiburio è opera del Seregni. La volta della navata e le pareti, <\/p>\n

\"L'internoL'interno della Certosa<\/span><\/div>\n

ove si profilano arcate fra lesene, sono rivestite da affreschi di Daniele Crespi<\/strong> (1629) che la sciò proprio qui il suo ciclo decorativo di maggior impegni, realizzato in modo che ogni elemento formale si armonizzasse con le linee architettoniche. Il senso di semplice devozionalità e di raccoglimento suggerito dallo stile pittorico scarno e dal colore omogeneo, intonato sui grigi e i violetti, formano il carattere peculiare di questo suo momento di tarda attività. Nella volta sono rappresentati angeli, mezze figure di certosini e quattro medaglioni poligonali raffiguranti il Sacrificio di Isacco, La Maddalena portata in cielo da angeli, il Battista, l'Ascensione. Sulle pareti, tra le figure monumentali di certosini entro nicchie dipinte, nelle sei grandi arcate cieche si sviluppa il vasto ciclo con <\/p>\n

\"SimoneSimone Peterzano, Epifania<\/span><\/div>\n

le Storie di Brunone<\/em>, il fondatore dell'Ordine.<\/p>\n

Di grande effetto è la decorazione ad affresco di tutto il Presbiterio per mano di Simone Peterzano<\/strong> (1578): ai lati la Natività<\/em> e l'Epifania<\/em>; nel catino la Crocifissione<\/em>; ai lati delle vetrate sono gi Evangelisti<\/em> e le Sibille<\/em>; nelle lunette della cupola i Profeti<\/em>; nella cupola angeli con i simboli della Passione<\/em>. A destra del Presbiterio si accede alla Sala Capitolare<\/strong>, in cui si conservano affreschi monocromi di Biagio Bellotti (1750), a cui si deve anche la decorazione -dagli echi tiepoleschi- della cappella dell'Annunciazione all'inizio della natava, con i Misteri del Rosario (1771).
Usciti dalla chiesa, sulla destra, è un chiostro<\/strong> del tardo Cinquecento, dal quale di accede all'antico refettorio, ora cappella, decorato da un affresco (Crocifissione, santi e monaci<\/em>) del Genovesino. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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