{"id":24928,"date":"2011-08-02T11:24:25","date_gmt":"2011-08-02T11:24:25","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-08-05T09:21:59","modified_gmt":"2011-08-05T09:21:59","slug":"la-speranza-un-colpo-di-genio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-speranza-un-colpo-di-genio\/","title":{"rendered":"“La speranza \u00e8 un colpo di genio”"},"content":{"rendered":"
"É il profondo mistero<\/strong>, è il volere o non volere\/ É il vento che soffia, è la fine della discesa\/ É la pioggia che cade, l'incontro con il ruscello\/ É il piede, é il suolo, è la marcia forzata,\/ Uccellino nella mano, sasso lanciato con la fionda\/ E' un ruscello, è una fonte, è un pezzo di pane\/ É il progetto della casa, é il corpo nel letto\/ Sono le piogge di marzo che chiudono l'estate\/ É la promessa di vita nel tuo cuore". Nella chiacchierata insieme con Francesca Scauda e Giampaolo Martinelli,<\/strong> prendiamo spunto dalla mostra <\/p>\n allestita lo scorso maggio al Castello di Masnago e da qualche frase di Charles Péguy.<\/strong> "Si può costruire il futuro sono quando si hanno dei sogni e si possono avere dei sogni solo quando si è ancora in grado di stupirsi", spiega Francesca Scauda. La chiacchierata si allarga ma senza disperdersi.
Questi versi semplici (ma anche semplici versi<\/em>), dondolanti sopra il ritmo della bossa nova<\/em>, rappresentano forse la più preziosa tra le eredità di Elis Regina<\/strong>, tragicamente scomparsa nel 1982.
Un lento e dolce concatenarsi di piccole cose, di un ruscello di acque fresche, di un pezzo di pane, di un progetto futuro.<\/p>\n
"Stupirsi non vuol dire banalmente rimanere a bocca e ad occhi aperti. Lo stupore prende e coinvolge anche il cuore", commenta Giampaolo Martinelli del Forum Associazioni Familiari di Varese.
La chiacchierata fa un passo a ritroso, trovando terreno fertile nelle pagine dell'ultimo libro di Mario Calabresi: "Cosa tiene accese le stelle".
<\/strong>Come si diventa grandi? Esiste davvero un'età dell'oro nella storia dell'Uomo e di ciascun uomo?
Forse vale la pena essere ottimisti, non "se" o "nonostante" ma "in virtù" del presente e della realtà quotidiana e condivisa.
Oggi, l'essere cinici, volgari e violenti è diventato titolo di merito. Ma se non riusciamo ad allargare lo sguardo allo stupore si perde la possibilità di guardare al futuro. <\/p>\n
Per fortuna, qualche volta, succede che una piccola mostra possa lasciare il segno, senza essere un'occasione effimera.