{"id":24956,"date":"2011-08-05T05:12:17","date_gmt":"2011-08-05T05:12:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-08-05T09:22:50","modified_gmt":"2011-08-05T09:22:50","slug":"giraffe-superbrain-quando-l-arte-allunga-il-collo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/giraffe-superbrain-quando-l-arte-allunga-il-collo\/","title":{"rendered":"Giraffe Superbrain: quando l\u2019arte allunga il collo"},"content":{"rendered":"
Visitare una mostra cavalcando una giraffa<\/strong> – <\/strong>Per quanto possa sembrare strano, questo è il curioso e divertente esperimento artistico ideato da Bertold Stallmach<\/strong>, nella sua esposizione interattiva allestita alla galleria Jerome Zodo Contemporary<\/strong>. La "giraffa" in questione si chiama Riksha<\/strong>, ed è una particolare bicicletta accessoriata con un computer e, naturalmente, con un lungo collo dotato di una telecamera sulla cima<\/strong>.<\/p>\n L'intento dell'artista è di coinvolgere lo spettatore proponendogli un modo di visita alternativo e diverso dalle classiche e normali maniere con cui di solito si percorrono e si fruiscono le esposizioni artistiche. Lo spettatore, infatti, è chiamato a seguire un itinerario utilizzando questo simpatico mezzo di trasporto e valendosi della sua "esperienza", ossia della possibilità che la "giraffa" gli offre di guardare la mostra anche da un'altra prospettiva, più alta.<\/p>\n L'idea di fondo che muove questo duplice modo di vedere una mostra (il punto di vista normale dello spettatore, e quello sopraelevato della giraffa) viene spiegato dall'artista attraverso un'interessante <\/p>\n riflessione, che parte da una semplice domanda: quante forme d'arte esistono?<\/strong> Secondo Stallmach, se ne possono identificare due<\/strong>, distinte proprio anche a livello topografico: ossia, c'è un'arte "alta"<\/strong>, elitaria e rivolta soltanto ad un privilegiato gruppo di persone più colte; e poi c'è un'arte "bassa"<\/strong>, quella più popolare, rivolta a tutti e da tutti comprensibile, in quanto più immediata, meno complessa, e più vicina alle emozioni umane e agli istinti più comuni.<\/p>\n Seguendo questa ripartizione dell'arte in "alta" e "bassa", l'intero percorso espositivo è stato impostato in modo da poter essere osservato da questi due punti di vista, l'uno in modo diretto, l'altro usufruendo della telecamera posta sul muso della giraffa e del relativo schermo del computer di bordo. La giraffa Riksha, in quest'ottica, svolge essa stessa il ruolo di spettatore, anzi, di uno spettatore particolarmente fortunato e avvantaggiato, perché grazia alla sua esperienza e alla conoscenza artistica che ha acquisito -ovvero, grazie al suo lungo collo, alla sua altezza- riesce a decifrare e indirizzare il senso di un'opera d'arte, rendendola disponibile anche allo spettatore che sta in basso.<\/p>\n Proprio perché persino Riksha è una spettatrice, anche lei deve avere un vissuto storico, un bagaglio di esperienze e conoscenze: e queste sono appunto illustrate nella sua "biografia essenziale"<\/strong>, comprendente una serie di episodi rappresentati nel loro susseguirsi in nove bande bianche e nere, poste su un apparato di legno all'ingresso della galleria. Inoltre, davanti al "passato" di Riksha è stato messo anche una proiezione del suo possibile "futuro", plasmato nell'opera scultorea dal titolo Future of Rikshaman<\/strong> (2011, plexiglass, lamp, <\/p>\n motor, vodka and newspaper, 100 x 60 x 110 cm).<\/p>\n Lo scopo ultimo prefissato da Bertold Stallmach è quello di svolgere una riflessione meta-artistica sull'arte, però sempre utilizzando l'arte<\/strong>: attraverso le sue opere, infatti, egli vuole rispondere a interrogativi che riguardano il mondo dell'arte stesso. Oltre alla sua iniziale catalogazione in arte "alta" e "bassa", suggerisce poi cinque possibili spiegazioni del perché all'uomo piace l'arte<\/strong>, cosa lo attira e lo spinge verso di essa. Può essere, ad esempio, l'ispirazione<\/strong>, cioè la capacità dell'opera d'arte di suscitare in chi la guarda lo stimolo per produrre idee nuove o creare ulteriori opere d'arte; oppure può essere la capacità rivelativa<\/strong> e introspettiva dell'arte, che permette allo spettatore di scoprire nuovi aspetti di sé; questo aspetto rivelativo può avere un impatto così forte da riuscire addirittura a cambiare la vita<\/strong> del fruitore, dandogli una svolta inaspettata; viceversa, potrebbe anche permettere di esplorare di più l'artista<\/strong> che l'ha prodotta; e infine, ci può essere anche la fascinazione pura<\/strong>, tale per cui un'opera piace senza nemmeno saperne la ragione.<\/p>\n Quindi si potrebbe dire che, per merito della giraffa Riksha e della lunghezza straordinaria del suo collo, l'arte diventa spettatrice di se stessa<\/strong>, si volge riflessivamente su di sé, scoprendosi e contemplandosi<\/strong>.<\/p>\n Giraffe Superbrain <\/strong>di Bertold Stallmach L'allestimento della mostra a Milano Visitare una mostra cavalcando una giraffa – Per quanto possa sembrare strano, questo è il curioso e divertente esperimento artistico ideato da Bertold Stallmach, nella sua esposizione interattiva allestita alla galleria Jerome Zodo Contemporary. La "giraffa" in questione si chiama Riksha, ed è una particolare bicicletta accessoriata con un computer […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":24957,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong>Dal 9 giugno al 10 settembre, 2011
Galleria Jerome Zodo Contemporary
Via Lambro 7, Milano
Tel. 0220241935 – Fax 02.20244861
info@jerome-zodo.com
www.jerome-zodo.com
Orari: da lunedì a venerdì, dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso libero<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"