{"id":25415,"date":"2011-10-14T11:37:06","date_gmt":"2011-10-14T11:37:06","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-10-17T07:13:28","modified_gmt":"2011-10-17T07:13:28","slug":"dal-restauro-al-video-in-tv","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dal-restauro-al-video-in-tv\/","title":{"rendered":"Dal restauro… al video in tv"},"content":{"rendered":"
Cominciamo la nostra visita all'interno della piccola chiesa di San Pancrazio di Vedano Olona,<\/strong> ricordando che l'architettura è la forma espressiva che più di altre condivide da vicino il tempo e lo spazio reale dell'uomo. L'architettura si percorre, si abita, si modifica e la costruzione di un edificio raccoglie in sé attese ideali, problematiche concrete, esigenze funzionali e liturgiche che in nessuna altra arte è possibile rintracciare con eguale intensità.<\/p>\n Da qualche anno, i lavori di restauro in San Pancrazio hanno riportato alla luce antichi affreschi che ora consentono di riscrivere la storia dell'edificio e di cogliere la sua importanza per l'intero centro di Vedano Olona. Si può infatti affermare con certezza che la chiesa originaria si presentava con forme diverse e che numerose strutture architettoniche sono andate perse mentre altre sono state modificate e trasformate. La piccola chiesa, nelle sue forme attuali, è riferibile all'epoca Quattro – Cinquecentesca; <\/strong>ma già nel periodo medievale, i cronisti antichi nominano a Vedano l'antico tempio come facente parte della pieve del Seprio.<\/p>\n Agli occhi degli archeologi, la chiesa di Vedano si presenta come un ricco sovrapporsi di fasi costruttive, come un cantiere che, attraverso i secoli, è sempre stato in costante attività, arricchendo, modificando e curando le mura dell'edificio sacro. <\/p>\n Gli esperti di storia dell'architettura hanno attestato un'origine romanica per la chiesa di San Pancrazio che così appartiene a pieno diritto a una delle stagioni artistiche e culturali più vitali e importanti del Medioevo. Entrando nella chiesa, a sinistra si trova la cappella del Battistero dedicata a San Giovanni Battista. La costruzione, voltata a crociera e illuminata da due piccole finestre, risale al 1580 circa. All'interno, oltre ai motivi geometrici e vegetali affrescati sulla volta a crociera, sulla parete di fronte a noi si realizza nella scena sacra del Battesimo di Cristo una perfetta fusione tra figure e paesaggio.<\/p>\n Proseguendo la visita alla chiesa, si giunge alla cappella della Beata Vergine del Rosario che si apre al di là di una bassa balaustra e di un arco a pieno sesto sul cui intradosso sono dipinte le figure di sei Apostoli, mentre due angeli in stucco bianco sembrano appoggiarsi e insieme sostenere i due pilastri.<\/p>\n L'interno della chiesa si configura come percorso <\/p>\n rettilineo, che conduce il visitatore dall'ingresso all'area presbiteriale e all'altare. Sulla parete destra per chi guarda l'altare, si trovano altri riquadri con scene delle vite di Santi, tra cui si riconoscono distintamente Eligio e Rocco. Sant'Eligio è rappresentato in vesti di vescovo, con la mano destra levata a benedire un uomo inginocchiato che conduce un cavallo bardato.
Già le mura, le fondamenta e lo stesso aspetto interno parlano a favore di un'origine antica. <\/p>\n
In una fase successiva (compresa tra XVI e XVIII secolo) la chiesa si arricchisce di ulteriori trasformazioni ed ampliamenti con la costruzione delle cappelle laterali di San Rocco e della Beata Vergine del Rosario, della sagrestia sul lato meridionale dell'area presbiteriale<\/strong>. <\/p>\n
Sulla fronte dell'altare compaiono importanti immagini: è raffigurato il tema dell'Imago Pietatis<\/em>, con Cristo che mostra i segni della Passione alle mani e al costato e si alza dal sepolcro davanti alla croce lignea, tra S. Caterina d'Alessandria e Santo Stefano.
Arriviamo così davanti al cuore dell'edificio di Vedano Olona e agli affreschi riemersi dopo il restauro. La grande Crocifissione che occupa la parete di fondo del presbiterio<\/strong> commuove e al tempo stesso coinvolge lo spettatore grazie alla gestualità e all'espressione viva dei personaggi.
La figura del Cristo, esile e allungata, è affiancata dai due ladroni contro un cielo occupato dallo straziato volo degli angeli variopinti e ritratti in diversi atteggiamenti: in tre raccolgono entro calici il sangue dalle ferite delle mani e dal costato di Cristo. Sulla destra per chi guarda la grande scena, appaiono cavalieri con insegne, ricchi nobili in abiti rinascimentali e un gruppo di soldati che si gioca le vesti di Cristo a dadi. Sul Calvario, nel gesto drammatico di abbracciare la Croce, è riconoscibile la figura della Maddalena coi lunghi capelli sciolti e col manto rosso che nasconde la base della Croce. Nella parte sinistra, c'è il gruppo dei Dolenti dove si distinguono le Pie Donne e San Giovanni in atto di sorreggere la Vergine che sviene.<\/p>\n
Nelle fonti, questo Santo è ricordato per la tradizione, diffusa a partire dal XIV secolo, che gli attribuisce la facoltà di guarire e proteggere cavalieri e cavalli. Per questo motivo qui a Vedano è rappresentato con accanto due ferri di cavallo.
Nel contado a sud ovest di Varese restano ampie tracce iconografiche della devozione ad Eligio: a Monate, all'eremo di Santa Caterina del Sasso e a Brebbia.