{"id":25431,"date":"2011-10-18T05:57:26","date_gmt":"2011-10-18T05:57:26","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-10-21T09:29:25","modified_gmt":"2011-10-21T09:29:25","slug":"il-lascito-d-arte-a-gavirate","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-lascito-d-arte-a-gavirate\/","title":{"rendered":"Il lascito d’arte a Gavirate"},"content":{"rendered":"
Possiamo partire dal titolo della mostra: "Di segno in segno" <\/strong>a sottolineare quasi una staffetta, un tracciato, un sentiero che si sviluppa a forza di tappe e di nuove scoperte; un passaggio di testimone, ad esempio, tra padre e figlio, tra maestri e discepoli. Ma si può anche leggere "di segno" <\/strong>come genitivo: maturità e asprezza di segno, percorso o efficacia del segno di Luigi Brunella. Oppure, eliminando la separazione tra parole, possiamo leggere anche "insegno" <\/strong>che vuol dire alla lettera lasciare un solco, tracciare un lascito, un'eredità umana prima che creativa.<\/p>\n Ecco una mostra di disegni per tentare di avvicinare – e forse comprendere un poco di più – l'arte di Luigi Brunella, fino ad arrivare a distinguere una relativa autonomia della grafica cui, non di rado, si può riconoscere il valore di opera in sé finita. La superficie bianca della carta è da penetrare in successivi piani di profondità,<\/strong> quasi fosse materia da scolpire o modellare: la luce bagna le superfici di personaggi, oggetti e pareti d'interni, mentre il fitto <\/p>\n chiaroscuro fa emergere progressivamente le forme e i volumi. Succede che le diverse figure appaiono modellate con un tratteggio molto variato che segue gli effetti plastici e chiaroscurali: ora infittendosi in forma incrociata, ora diradandosi, altre volte girando, a seguire la rotondità delle teste e dei muscoli come fossero plasmati.<\/p>\n D'altro canto, vediamo che una simile percezione della corporeità torna anche nell'opera dipinta sparsa in quel di Gavirate, nelle tele dove l'autore prevede il progressivo emergere delle forme.<\/strong> Ci sono gli studi e gli schizzi<\/strong>, inframmezzati a conti, appunti, scarabocchi e calcoli: Brunella gira il foglio, cercando spazio ed occupandolo tutto. Ogni frammento di superficie torna buono per inventare, correggere, provare nuove formule. Ma ecco la serie dei "grumi"<\/strong>: ulteriore occasione per approfondire lo studio del corpo umano in movimento e in relazione allo spazio e ad altri "ingombri umani". I grumi, quasi vermicai o vortici di figure, si presentano come congestionate rappresentazioni complesse ed affollate. drammaticità dell'esperienza umana, su quelle piramidi di "scalatori sociali", su quei gorghi indistinti di uomini e donne che obbediscono solo alla dinamica di costrizione e confusione.<\/p>\n "Sali!", "schiaccia!", "spingi!", "forza!": ognuno arraffa ciò che può, ognuno gode come può e nel dettaglio dell'umana scalata quasi appare la testa (il teschio?) compressa e minacciata della prole dannata di Ugolino. Brunella punta l'attenzione, prima che sui singoli gruppi, sull'insieme della composizione,<\/strong> utilizzando un tratteggio obliquo serrato e sciolto, che sorpassa i profili delle figure, dando rilievo ai gruppi, a quelle concrezioni dinamiche risolte in uno spazio drammatico.<\/p>\n "Vertigine" sta con ogni probabilità ad indicare l'affanno quotidiano, il disagio ambientale e sociale che schiacciano, comprimono cose e persone, distinti come sono in diversi spicchi insopportabili e costrittivi, rimarcati ossessivamente con la sanguigna. E dal contrasto si generano forme nuove, libere ed imprevedibili, confermando all'esercizio grafico il valore di autentica e irripetibile esperienza personale.<\/p>\n IN ALLEGATO IL CATALOGO DELLA MOSTRA CON LE IMMAGINI DELLE OPERE DI LUIGI BRUNELLA<\/strong>
Un primo nucleo potremmo chiamarlo di "figure domestiche<\/strong>": i due fratelli sullo slittino, la scena d'osteria, la figura femminile che invasa le piante, i ragazzi impegnati nella pesca. L'attenzione di Brunella è tutta per il soggetto: usa la matita o la penna per dare diversi gradi di finitezza, tracciando prima i contorni con una linea sottile, quindi modellando le pieghe delle vesti, i dettagli degli interni, la paglia intrecciata attorno al fiasco di vino. Dalle istantanee di vita quotidiana, nei cascinali o per le vie di paese, Brunella trae i principi fondanti, trasfigurandoli poi in situazioni umane di forte intensità. Ed accade così che il profumo del pane è tanto buono quanto quello della stalla vicino casa.<\/p>\n
Il pensiero, per Brunella, conta quanto l'azione: il punto d'interesse è tutto nel farsi <\/strong>della forma più che nel suo definitivo compiersi <\/strong>e l'opera grafica coincide con l'esperienza della sua invenzione.
Ma il perfezionamento artistico porta il nostro ad un più libero rapporto con il modello, concependo la figura come un volume pieno, in un rapporto non sempre pacifico e pacificato con altri corpi. E la stessa forma umana in movimento serve all'autore per illustrare esperienze opposte.<\/p>\n
Nella serie delle "teste<\/strong>" (che si possono tanto definire entro l'ambito generico degli studi <\/em>quanto in quello di autonome opere finite<\/em>), si spande la bravura e l'accuratezza del mestiere, la provata esperienza nell'uso della sanguigna e del pastello, le loro applicazioni capaci di restituire prospettive, sfumature, giochi di luce. E se la testa di vecchio pare costruirsi a forza di nette e squadrate scomposizioni di matrice quasi cubista, quella di giovane donna si distingue per gentilezza e delicatezza di tocco sfumato.<\/p>\n
Più che l'interazione dei corpi nello spazio, lo interessa la complessità che quasi elimina, annulla l'individualità delle figure e, tralasciando qualsiasi notazione ambientale, Brunella si concentra esclusivamente sulla <\/p>\n
La drammatica unità della composizione è data dal suo stesso movimento e sembra quasi che sia lo stesso gesto creatore dell'artista ad innescare un moto nei diversi gruppi che si trovano così coinvolti in un vortice continuo.<\/p>\n
L'unità di questo groviglio di sperimentazioni ed abbozzi è data dal tratteggio insolitamente fitto e allungato che fa da sfondo a tutto il disegno dal quale emergono le figure, tra cui quella inquietante della dipendenza<\/em>, forse della morte. Brunella approfondisce più volte questo tema, con invenzioni e soluzioni sempre nuove: la minaccia è personificata, ha gli occhi stralunati e la bocca sbarrata: la capacità inventiva dell'autore non è certo arginabile entro gli standard tradizionali.<\/p>\n