{"id":25715,"date":"2017-05-26T06:31:28","date_gmt":"2017-05-26T06:31:28","guid":{"rendered":""},"modified":"2017-05-26T07:22:40","modified_gmt":"2017-05-26T07:22:40","slug":"bucciarelli-la-guerra-negli-occhi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/bucciarelli-la-guerra-negli-occhi\/","title":{"rendered":"Bucciarelli, la guerra negli occhi"},"content":{"rendered":"
Sfidare la paura; imparare a rimanere lucidi, ma non per questo diventare insensibili; immergersi in una cultura estremamente lontana dalla propria, cercare la verità. Attraverso le immagini – scavando negli sguardi – toccando il dolore.
È la guerra.
La guerra che cambia, si modernizza, con l'uso di armi sempre più pericolose, capaci di spazzare via qualsiasi frontiera.
Ma è anche la guerra che non cambia mai, che indipendentemente dagli strumenti utilizzati – dalle ragioni (se una ragione può esistere) – dai luoghi dove si combatte, resta sempre la medesima.
Uguale a se stessa, portatrice di male. Perché senza il male sembra non esistere racconto.
È questa guerra, con le sue differenze e le sue costanti al centro degli scatti di Fabio Bucciarelli – fotoreporter di fama internazionale, ospite al Cinema Teatro Incontro di Besnate, nell'ambito della Terza edizione del Concorso fotografico della città.
Conosciuto in tutto il mondo grazie alle sue foto, scattate i Siria – in Libia – in Sudan e consacrate da vari premi internazionali, quali il il CAPA GOLD MEDAL AWARD, Bucciarelli racconta il conflitto. E le sue conseguenze.
L'obiettivo della macchina fotografica si concentra sui volti – sugli sguardi – sulle mani. Narra le storie delle persone, dentro e dietro il fronte. Pronte a scappare dalle proprie terre, con il sogno di una vita migliore.
E si intitola proprio THE DREAM – il sogno – il libro che Bucciarelli ha dedicato al tema dell'esodo, per raccontarlo, andando oltre ogni apparenza – ogni stereotipo.
L'ultimo sua viaggio l'ha portato nel sud del Sudan. Ma ora Bucciarelli è già pronto a ripartire. Solo, con la sua macchina fotografica.
Senza paura, ma con quel pizzico di scaramanzia che non gli fa anticipare nulla. Nemmeno la destinazione.