{"id":25819,"date":"2011-12-08T06:10:41","date_gmt":"2011-12-08T06:10:41","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-12-09T08:46:34","modified_gmt":"2011-12-09T08:46:34","slug":"a-colloquio-con-l-artista","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-colloquio-con-l-artista\/","title":{"rendered":"A colloquio con l\u2019artista"},"content":{"rendered":"
Tra Oriente e Occidente<\/strong>. Nato in Manciuria nel 1940 da genitori giapponesi, ma trasferitosi nel 1945 vicino a Tokyo, Nagasawa si avvicina all'arte fin da giovane e, dopo una laurea in architettura e alcuni anni di lavoro presso uno studio, decide di intraprendere un lungo viaggio verso Occidente, durante il quale attraversa l'Asia per giungere dalla Grecia in Italia nel 1967. Sbarca a Brindisi e risale la penisola fino a Milano, dove decide di fermarsi, accogliendo quasi come un segno del destino il furto della sua bicicletta. Il tema del viaggio, così centrale all'interno della sua esperienza artistica e personale, è stato uno degli spunti di dialogo e riflessione toccati durante l'incontro con l'artista svoltosi al Museo Pecci di Milano.<\/p>\n Nagasawa, oltre a raccontare il vivace clima della Milano della fine degli anni Sessanta e l'incontro, a Sesto San Giovanni dove trovò studio, con alcuni giovani artisti che diventarono suoi compagni di strada tra cui Luciano Fabro, ha parlato della sua ricerca artistica che, come il suo viaggio, si può dire unisca Oriente e Occidente. "C'è una grande diversità tra la cultura italiana e quella giapponese" – ha affermato l'artista – "L'unica possibilità per non perdere la mia identità è però proprio trovare i punti in comune tra questi due paesi e su questi aspetti comuni poggiare la mia opera". La sua ricerca sembra in effetti vivere in equilibrio tra queste due culture, rielaborando i motivi dell'una nell'altra, attraverso una riflessione attenta alle caratteristiche espressive insite nei diversi materiali, ma anche al rapporto tra la scultura e l'ambiente in cui è collocata. Questo non significa, come ha sottolineato l'artista durante l'incontro, partire dall'ambiente per creare l'opera, ma studiarlo per potervi collocare la sua scultura, che è sempre "un piccolo universo a sé", formato da diversi strati di significato. I Martedì critici<\/strong><\/em> al Museo Pecci di Milano Albero di farfalle Tra Oriente e Occidente. Nato in Manciuria nel 1940 da genitori giapponesi, ma trasferitosi nel 1945 vicino a Tokyo, Nagasawa si avvicina all'arte fin da giovane e, dopo una laurea in architettura e alcuni anni di lavoro presso uno studio, decide di intraprendere un lungo viaggio verso Occidente, durante il quale attraversa […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":25820,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,230,45],"tags":[],"yoast_head":"\n
Nell'opera Il giardino di Ebe<\/em>, realizzata nel 2000 nel borgo di Brisighella, il riferimento al giardino zen è ad esempio trasposto nella pietra tipica del luogo e si carica di significati particolari, legati al suo inserirsi nel cuore della cittadina medievale.
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<\/strong>a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli
A partire dal 6 dicembre fino alla fine di gennaio 2012
Martedì 13 dicembre: incontro con Giuseppe Spagnulo
Martedì 20 dicembre: incontro con Nunzio<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"