{"id":25942,"date":"2012-01-04T05:44:28","date_gmt":"2012-01-04T05:44:28","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-01-05T08:32:37","modified_gmt":"2012-01-05T08:32:37","slug":"arte-povera-alla-triennale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/arte-povera-alla-triennale\/","title":{"rendered":"Arte Povera alla Triennale"},"content":{"rendered":"
L'arte registra la realtà<\/strong>. "Cosa sta succedendo? La banalità sale sul carro dell'arte. L'insignificante comincia ad esistere, anzi si impone. La presenza fisica, il comportamento, nel loro essere ed esistere, sono arte. Il cinema, il teatro e le arti visive si pongono come antifinzione… Eliminano dalla ricerca tutto ciò che può sembrare riflessione e rappresentazione mimetica, abitudine linguistica per approdare ad un tipo di arte che, mediando un termine dalle ipotesi teatrali di Grotowsky, ci piace chiamare ‘povera'". Con queste parole Germano Celant nel 1967 introduceva la mostra Arte Povera – Im Spazio<\/em> alla Galleria La Bertesca di Genova, che segnò l'esordio della fortunata etichetta critica sotto cui in quell'occasione esponevano Paolini, Boetti, Fabro, Prini, Kounellis e Pascali. Con Arte Povera si andavano a definire una serie di ricerche che, pur nella diversità delle poetiche dei singoli artisti, erano indirizzate verso una riscoperta degli elementi della natura come fonti di energia vitale e una <\/p>\n riflessione sul "procedere asistematico della vita" e sulle sue condizioni primarie di esistenza. La coincidenza tra ricerca artistica e vita portava con sé l'ingresso nel campo dell'arte di materiali inaspettati e lo sconfinare con discipline come il teatro o il cinema sperimentale. Arte Povera 1967 – 2011 Giuseppe Penone, Albero porta L'arte registra la realtà. "Cosa sta succedendo? La banalità sale sul carro dell'arte. L'insignificante comincia ad esistere, anzi si impone. La presenza fisica, il comportamento, nel loro essere ed esistere, sono arte. Il cinema, il teatro e le arti visive si pongono come antifinzione… Eliminano dalla ricerca tutto ciò che può […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":25943,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Il percorso espositivo<\/strong>. La mostra è articolata in due parti che espongono rispettivamente gli esordi dell'Arte Povera tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta, con opere quali Senza titolo (Scultura che mangia l'insalata)<\/em> di Giovanni Anselmo, Rapsodie Inepte (Infinito)<\/em> di Pier Paolo Calzolari e Nella strada<\/em> di Mario Merz e grandi installazioni realizzate tra il 1975 e il 2011, tra cui Casa di Lucrezio<\/em> di Giulio Paolini (1981), Albero porta<\/em> di Giuseppe Penone e Iconografie (Bacinelle) <\/em>di Luciano Fabro. Il percorso segue quindi lo svolgersi della "temperie poverista", ponendo a confronto le opere dei diversi artisti e sottolineando il comune terreno di ricerca, ma evidenziando anche la singolarità del loro operare e gli sviluppi del loro linguaggio ben oltre gli anni in cui si definì l'Arte Povera.
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<\/strong>Triennale di Milano
a cura di Germano Celant
Dal 25 ottobre 2011 al 29 gennaio 2012
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 20.30; giovedì e venerdì, dalle 10.30 alle 23.00
Per maggiori info: http:\/\/www.triennale.it\/it\/<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"