{"id":26068,"date":"2012-01-23T07:28:01","date_gmt":"2012-01-23T07:28:01","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-01-25T04:59:09","modified_gmt":"2012-01-25T04:59:09","slug":"intervista-al-fotografo-carlo-meazza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/intervista-al-fotografo-carlo-meazza\/","title":{"rendered":"Intervista al fotografo Carlo Meazza"},"content":{"rendered":"
Semplice e grandiosa bellezza. Il fotografo Carlo Meazza<\/strong> ama guardare la realtà per come essa si presenta "candidamente" e naturalmente sotto gli occhi di chi osserva, senza nulla di superfluo e senza sovrapposizioni di inutile culturame. "Mi impongo sempre una certa distanza rispettosa nei confronti di ciò che ho davanti agli occhi. Questi luoghi sono già talmente belli di per sè che il racconto per immagini, credo, non debba andare oltre. Ho iniziato quest'avventura dai siti e dai monumenti che non conoscevo come Sabbioneta". Così comincia la passeggiata di "Lombardia. Patrimonio dell'umanità. I luoghi dell'UNESCO"<\/strong>, un libro che Meazza firma insieme con Luciano Di Pietro, Cesare Chiericati, Robi Ronza e Laura Tenti. <\/p>\n Il volume, edito per Jaca Book, propone una doppia cavalcata: territoriale da un lato e cronologica dall'altro. Dal tempo dei dinosauri alle porte dell'era contemporanea si scoprono i luoghi UNESCO in Regione Lombardia. Come a dire: 300 milioni di anni di capolavori condensati in 220 pagine. D'Adda e il villaggio industriale, la ferrovia retica del Bernina. Ben quattro di questi sono in provincia di Varese:<\/strong> il Sacro Monte, la parte italiana del Monte San Giorgio, per i reperti fossili, l'isolino Virginia, per la preistoria, Castelseprio e Torba, per la storia affascinante e misteriosa dei Longobardi.<\/p>\n "L'idea – spiega Meazza – è nata da uno stralcio di giornale che ho letto in cui si ragionava sul record, in terra lombarda, per numero di siti UNESCO".<\/p>\n "Il fotografo corre il rischio di innamorarsi dei propri scatti. Utile e prezioso, allora, è stato per me l'occhio esterno che mi ha affiancato nella scelta delle immagini. Ne è nato un racconto fotografico che amo definire leggero <\/strong>e nel quale ho accettato di fare un passo indietro rispetto alla bellezza capace di parlare da sè". <\/p>\n Meazza fa in modo che i monumenti, la luce che scorre su di essi, l'arte e il paesaggio comunichino la loro essenza, stando liberamente sotto l'obiettivo. "E' così che deve essere – conclude il fotografo – il mio vuole essere un invito non solo a riconoscere, senza pregiudizi, questa bellezza ma anche a trattarla con rispetto, cura ed attenzione. E' un invito rivolto a tutti. Amministrazioni pubbliche comprese".
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E così si rivedono i magnifici nove: il Monte San Giorgio, l'arte rupestre in Val Camonica, i siti palafitticoli preistorici nell'arco alpino; a Milano, la chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo vinciano, i centri di Mantova e Sabbioneta, i Sacri Monti Prealpini, Crespi <\/p>\n