{"id":26073,"date":"2012-01-26T05:31:51","date_gmt":"2012-01-26T05:31:51","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-02-04T06:01:35","modified_gmt":"2012-02-04T06:01:35","slug":"arte-a-fior-di-pelle","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/arte-a-fior-di-pelle\/","title":{"rendered":"Arte \u201ca fior di pelle\u201d"},"content":{"rendered":"
La pelle è lo specchio della nostra identità. Il trucco e i tatuaggi sono, al parti di maschere, strumenti per far trasparire o nascondere il nostro io. La pelle è quindi uno degli organi principali con cui interagiamo con il mondo; non a caso è protagonista di molte espressioni colloquiali ed è carica di simboli, storie e iconografie. Come ha sottolineato Martina Mazzotta, che ha curato la mostra insieme a Pietro Bellasi, il tema della pelle "è oggi pervasivo non solo nella teoria critica e culturale, ma nella vita contemporanea", si pensi solo al diffondersi dei tatuaggi, ma anche alla facilità con cui si può oggi plasmare il corpo con la chirurgia plastica. L'approccio scelto per l'iter<\/em> espositivo e per il catalogo della mostra è quindi inevitabilmente "trandisciplinare", intrecciando storia della scienza e storia dell'arte, antropologia e filosofia, psicologia della percezione e storia del costume e della moda.<\/p>\n Solo nell'Ottocento la pelle venne riconosciuta come organo indipendente e nacque la dermatologia; <\/p>\n nell'Ottocento e nel Novecento si sviluppa dunque il percorso della mostra, con un solo passo indietro al Settecento grazie a due preziose cere della scultrice e anatomista Anna Morandi<\/strong>, Volto di donna<\/em> e Mani sensibili <\/em>(1755 c.), provenienti dal Museo di Palazzo Poggi di Bologna. Secondo un taglio "trandisciplinare" accanto alle opere d'arte sono esposte tavole di trattati medici, modelli anatomici, fotografie e curiosità prestate dal Museo del Tatuaggio di Milano, che fanno intuire l'interesse per un'indagine antropologica e sociologica del tema. Se le prime sezioni della mostra ci conducono alla scoperta della pelle soprattutto attraverso il senso della vista, nell'ultima è il tatto a essere protagonista come senso che può percepire e indagare una superficie. Sono affiancate infatti alcune opere che indagano questo senso o lo utilizzano come "mezzo artistico", tra cui Impronte<\/em> di Piero Manzoni (1961), alcune Tavole tattili<\/em> di Bruno Munari (anni '70) e Svolgere la propria pelle<\/em> di Giuseppe Penone (1970), con riproduzioni tridimensionali di dipinti ad uso di persone non vedenti provenienti dal Museo Tattile Anteros di Bologna. Pelle di donna. Identità e bellezza tra arte e scienza Yoshie Nishikawa, Bambole, 1995 (2009), collezione dell'artista La pelle è lo specchio della nostra identità. Il trucco e i tatuaggi sono, al parti di maschere, strumenti per far trasparire o nascondere il nostro io. La pelle è quindi uno degli organi principali con cui interagiamo con il mondo; non a caso è protagonista di molte […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":26074,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[12,45],"tags":[],"yoast_head":"\n
collezione Fabio Bello, Milano<\/span><\/div>\n
La mostra è però soprattutto un percorso tra opere d'arte scelte per esemplificare il tema della pelle come specchio dell'identità femminile, della bellezza e della cura del corpo: dalle quattro stagioni raffigurate sul paravento art nouveau di Alphonse Mucha all'enigmaticità delle "donne simboliste" di Max Klinger e Odilon Redon, dai celebri scatti di Man Ray alle sue amate compagne di vita e modelle alle immagini pop di Andy Warhol, Tom Wesselmann e James Rosenquist.<\/p>\n
<\/p>\n
<\/strong>a cura di Martina Mazzota e Pietro Bellasi
Dal 24 gennaio al 19 febbraio 2012
Triennale di Milano, Viale Alemagna 6, Milano
Orari: martedì-domenica, dalle 10.30 alle 20.30, giovedì-venerdì, dalle 10.30 alle 23.00
Ingresso libero<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"