{"id":26130,"date":"2012-02-02T09:32:47","date_gmt":"2012-02-02T09:32:47","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-02-03T08:32:59","modified_gmt":"2012-02-03T08:32:59","slug":"scheletri-ossa-e-maschere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/scheletri-ossa-e-maschere\/","title":{"rendered":"Scheletri, ossa e maschere\u2026"},"content":{"rendered":"
Da cosa trae origine la triangolazione tra i crani di animali, le maschere del Gabon e le fotografie di Dominique Laugé, esposti fino al 30 aprile alla Galleria 70 di Milano<\/strong>? Come spiega il gallerista e curatore della mostra Eugenio Bitetti<\/strong>, l'accostamento fra questi tre temi nasce innanzitutto «dalla somiglianza compositiva tra le immagini del fotografo francese e le opere degli scultori africani, entrambe in grado di rendere l'espressività dei soggetti attraverso una perfetta definizione della geometria delle forme e delle relazioni reciproche tra di esse». I simboli atavici della cultura del Continente Nero non hanno lasciato indifferente neppure lo sguardo ciclopico di Laugé<\/strong> che espone per l'occasione le foto di <\/strong><\/p>\n scheletri e crani realizzate nei musei di storia naturale di Gaillac e Torino. Ossa e maschere Cranio di ippopotamo Da cosa trae origine la triangolazione tra i crani di animali, le maschere del Gabon e le fotografie di Dominique Laugé, esposti fino al 30 aprile alla Galleria 70 di Milano? Come spiega il gallerista e curatore della mostra Eugenio Bitetti, l'accostamento fra questi tre temi nasce innanzitutto «dalla somiglianza compositiva tra […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":26131,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
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Come i manufatti "negré", i suoi scatti sono confinati entro una dimensione senza spazio e senza tempo<\/strong>, dove ogni possibile variazione delle forme archetipe viene irrigidita in una inquietante tassonomia museale. Anche se assai distanti dal filone ormai un po' consunto della vanitas<\/em>, crani, scheletri e maschere, con la sola forza della loro presenza morfologica (cavità oculari e struttura estroflessa), sono in grado di simboleggiare il timore della morte, evocando con la loro bellezza primigenia cerimoniali religiosi e significati spirituali. Uomini, scimmie, ippopotami, foche e babbuini, ridotti alla sola struttura di sostegno, manifestano un'ossessione scientifica e artistica per la rappresentazione, «l'urgente bisogno di distrarsi dal pensiero della fine<\/strong>». Tra il 2007 e il 2008, ispirandosi ai grandi maestri del passato, come Jean Siméon Chardin, Jean Etienne Liotard, Jacopo Chimenti, Sebastien Stoskopf, Francisco de Zurbaran, Valdes Leal, Philippe de Champaigne e Antonio de Pereda, Laugé ha infatti intrapreso nuove ricerche sulla natura morta e sulla vanitas<\/strong> che lo hanno portato, attraverso scatti nitidi ed eleganti (in cui prevale l'attenzione per la composizione e l'uso della luce come mezzo privilegiato d'espressione), a "catalogare e preservare" tutte le meraviglie della Natura.
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<\/strong>Fino al 30 aprile 2012
<\/strong>Galleria 70, Corso di Porta Nuova 36\/38, Milano
Per info.: tel +39 026597809
eugeniobitetti@libero.it
Orari: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Chiuso domenica e lunedì e dal 1 al 10 aprile<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"