{"id":26672,"date":"2012-04-13T04:26:00","date_gmt":"2012-04-13T04:26:00","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-04-13T08:50:12","modified_gmt":"2012-04-13T08:50:12","slug":"l-anima-sacra-e-profana-di-lazzarin","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-anima-sacra-e-profana-di-lazzarin\/","title":{"rendered":"L\u2019anima sacra e profana di Lazzarin"},"content":{"rendered":"
Guardare l'uomo per vedere la sua anima<\/strong> – Interessante e ambizioso obiettivo quello che si è posto l'artista Candido Lazzarin<\/strong> con la sua mostra "L'anima sacra e l'anima profana"<\/strong>, allestita al Palazzo Verbania di Luino<\/strong> in occasione delle festività pasquali<\/strong> e appena conclusasi.<\/p>\n "Sono felice che quest'esposizione abbia avuto luogo proprio durante le festività pasquali, poiché ripropone tematiche universali care alla vita dell'uomo. – commenta il Consigliere Comunale Alessandro Franzetti<\/strong> – L'artista interpreta il percorso che ognuno di noi fa quotidianamente".<\/p>\n In effetti, il tema dell'anima<\/strong> ci tocca particolarmente da vicino, ci riguarda in maniera intima e personale, così intrecciata nel nostro vissuto quotidiano che quasi non ci si pone più attenzione; eppure è anche un tema ignoto e misterioso, paradossalmente sfuggente nella sua pur costante familiarità. titolo tra "Anima sacra<\/strong>" e "Anima profana<\/strong>": c'è infatti un chiarissimo riferimento all'uomo, e perciò è un tema definibile come profano, pienamente e specificamente umano -mirando proprio al cuore pulsante della nostra umanità- eppure, nonostante ciò, oltrepassa l'uomo stesso, sfociando nel trascendente e dunque nel sacro. Lo scultore Candido Lazzarin<\/strong>, con la recente mostra, ha saputo porsi sul dorso di questo delicato crinale, descrivendo con il suo peculiare linguaggio artistico la specificità che contraddistingue l'animo dell'uomo nella sua originaria ed ineliminabile tensione bipolare. con cerniere e chiodi del 1600<\/strong>"; "Croce realizzata con graffe da carro agricolo della provincia di Pavia<\/strong>"; "Cristo realizzato con tre chiodi da travatura della metà del '600<\/strong>"; "Croce realizzata con 24 chiodi da maniscalco<\/strong>". La formazione artistica di Lazzarin è autodidatta, frutto di passione e di talento innato. Nato nel 1946, inizia a scolpire nel 1982: nonostante questa partenza non precoce, si è già affermato in una sequenza di mostre in Italia. È esponente di punta del gruppo di artisti della Valtravaglia che si riconoscono nella cosiddetta "Arte Povera", e ben presto i suoi lavori lo hanno portato a superare i confini regionali e nazionali, imponendolo all'attenzione della critica internazionale. All'inaugurazione della sua mostra, curata da Bruno Soranzo<\/strong> e Gabriella Badi<\/strong>, e avvenuta il primo aprile alle ore 16.30 presso Palazzo Verbania di Luino, è intervenuta una personalità di spicco come il Professor Simone Ferrari<\/strong>, docente di Storia dell'Arte all'Università di Parma.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Uno dei lavori in mostra Guardare l'uomo per vedere la sua anima – Interessante e ambizioso obiettivo quello che si è posto l'artista Candido Lazzarin con la sua mostra "L'anima sacra e l'anima profana", allestita al Palazzo Verbania di Luino in occasione delle festività pasquali e appena conclusasi. "Sono felice che quest'esposizione abbia avuto luogo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":26673,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[40,17],"tags":[],"yoast_head":"\n
Un tema ambivalente e duplice<\/strong>, come fa notare acutamente l'artista con la distinzione che opera nel <\/p>\n
Parlare dell'anima colloca quindi in uno spazio intermedio che tocca e coinvolge entrambe le dimensioni, quella spirituale e quella terrena, quella divina e quella umana, abbracciandole sinergicamente pur mantenendone la distinzione.<\/p>\n
In tal senso le sue opere scultoree ed i suoi assemblati -con cui ha costruito, ad esempio, delle piante d'ulivo racchiuse in grate d'argento che sostengono alcune croci- si prestano a numerose riflessioni, enfatizzando tanto il ruolo spirituale del sacrificio pasquale di Cristo, quanto l'aspetto profano di una pace armoniosa che l'uomo è chiamato a costituire nel mondo. I due aspetti non solo non si escludono ma, anzi, si co-implicano valorizzandosi vicendevolmente.
L'immagine della croce<\/strong>, che ricorre molto spesso nei lavori di Lazzarin, è emblematica: simbolicamente richiama la sfera del sacro in quanto immagine cristiana, ma materialmente è molto umana, perché nel realizzare le sue croci l'artista utilizza materiale povero e di riuso, rigorosamente autentico, ricavato per lo più da manufatti di ferro recuperati da demolizioni o grazie a fortunosi ritrovamenti.
L'origine di tale materia è dunque umilissima, ma al contempo anche preziosa, perché spesso gli oggetti dalla quale è tratta sono molto antichi<\/strong> e possiedono già una loro storia. Possono essere, ad esempio, dei chiodi che sono stati battuti secoli fa, o dei falcetti della più schietta tradizione rurale, oppure dei tubi di rame e di piombo provenienti da macerie di ristrutturazioni civili.
Nei titoli delle sue opere c'è perciò molto spesso un accenno alla storia che li impregna: es. "Croce realizzata <\/strong><\/p>\n
Ancora una volta, viene ribadita la compresenza tra spirituale e terreno, tra l'elemento sacro (es. la croce) e l'elemento profano (es. il chiodo da maniscalco secentesco).<\/p>\n
Nel '90 ha partecipato al prestigioso appuntamento artistico "Sotto gli archi di Sarigo", nel '92 ad una importante mostra collettiva a Cesenatico, nel '94 una sua opera è stata esposta all'interno del prestigioso Teatro Sociale di Bergamo nell'ambito di una mostra fotografica dal tema "Mani in Azione", nel ' 95 la sua personale "Le Croci di Candido Lazzarin" è stata ospitata nell'Eremo di Santa Caterina del Sasso (VA) e nel 2000 nella Canonica Prepositurale di Brezzo di Bedero dove, tra l'altro, vive e lavora.<\/p>\n