{"id":26688,"date":"2012-04-17T08:21:23","date_gmt":"2012-04-17T08:21:23","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-04-23T05:47:59","modified_gmt":"2012-04-23T05:47:59","slug":"la-guerra-in-pellicola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-guerra-in-pellicola\/","title":{"rendered":"La guerra in pellicola"},"content":{"rendered":"
«Nessuno è tanto privo di senno da preferire la guerra alla pace: nella pace i figli seppelliscono i padri, in guerra, invece, i padri seppelliscono i figli<\/em>». È la lucidità di Erodoto a chiarire come la guerra rappresenti uno stravolgimento naturale dello stesso corso della vita.<\/strong> E da allora, tutte le generazioni di uomini si sono interrogate sullo spargimento – tanto disumano quanto connaturato alla storia – di sangue provocato dalla battaglia.<\/p>\n Nel secondo incontro del ciclo organizzato da Varesevive e dedicato alla Settima Arte, Matteo Inzaghi si è soffermato sulla cinematografia americana tra propaganda e progressismo:<\/strong> un viaggio che, dalle pellicole dedicate alla Guerra in Vietnam, arriva fino ai contemporanei conflitti in Iraq ed Afghanistan.<\/p>\n "Il cinema americano – spiega Inzaghi – affianca e talvolta precede la differente percezione popolare delle violenze e dell'odio. Così, la guerra assume, con il passare del tempo, il volto spaventoso della prepotenza neo-colonialista, della propaganda e dell'auto-giustificazione politica, della ribellione della coscienza critica". quest'ultima pellicola affronta il tema degli Indiani d'America da un punto di vista nuovo per l'epoca.<\/p>\n Intanto l'America, negli anni della contestazione, si spacca ed emerge tutto il dissenso verso la carneficina che si sta consumando in Vietnam. "Il problema – commenta Inzaghi – riguarda tanto la fondatezza e la legittimità dell'operazione, quanto le perdite umane. Nel cinema, la guerra smette di essere un semplice racconto, diventando, invece, una sorta di macro-riflessione nazionale.<\/strong> Negli anni '80, durante il potere di Ronald Reagan, eletto presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989, scoppia il fenomeno di Rambo<\/strong>".<\/p>\n Con Platoon<\/strong><\/em>, del 1986, diretto da Oliver Stone e con Apocalypse now<\/strong><\/em> del 1979, diretto da Francis Ford Coppola (liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra<\/em>) ci si trova davanti a due giganti della cinematografia di tutti i tempi. E dopo "il caso" Oliver Stone, Inzaghi accenna anche alle pellicole di Stanley Kubrick<\/strong> (New York, 26 luglio 1928 – Harpenden, 7 marzo 1999): Full Metal Jacket<\/em>, Il dottor Stranamore <\/em><\/strong>e Orizzonti di gloria<\/em>. Matteo Inzaghi «Nessuno è tanto privo di senno da preferire la guerra alla pace: nella pace i figli seppelliscono i padri, in guerra, invece, i padri seppelliscono i figli». È la lucidità di Erodoto a chiarire come la guerra rappresenti uno stravolgimento naturale dello stesso corso della vita. E da allora, tutte le generazioni di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":26689,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,14,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
Le citazioni incalzano e Inzaghi inanella una serie di titoli: Sentieri selvaggi<\/strong><\/em>, diretto da John Ford, Scarface<\/em><\/strong>, scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma, I cancelli del cielo<\/em>, <\/strong>scritto e diretto da Michael Cimino, Berretti verdi<\/em><\/strong> di John Wayne, Il piccolo grande uomo<\/em><\/strong>, diretto da Arthur Penn e basato sull'omonimo romanzo di Thomas Berger. Come Soldato blu<\/em>, dello stesso anno, <\/p>\n
"Il cinema ora non si limita ad essere semplice amplificatore degli eventi bellici mondiali, ma diventa un vero microscopio dell'animo umano". <\/p>\n
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"Proprio negli anni a noi più vicini, negli anni del conflitto in Afghanistan (ad oggi, solo in Africa, sono 24 gli Stati in guerra), le pellicole che mettono a tema la guerra stanno raggiungendo un numero pari, o forse superiore, a quanto si è prodotto sulla guerra del Vietnam. Un fenomeno allarmante ma forse meno dichiarato, che richiede la stessa analisi e il medesimo livello di guardia".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"