{"id":26761,"date":"2012-04-26T12:12:40","date_gmt":"2012-04-26T12:12:40","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-04-27T09:21:36","modified_gmt":"2012-04-27T09:21:36","slug":"il-futuro-partecipato-del-design","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-futuro-partecipato-del-design\/","title":{"rendered":"Il futuro (partecipato) del design"},"content":{"rendered":"
All'interno del fitto elenco di eventi organizzati in occasione del Salone del mobile, oltre alle diverse iniziative della zona di via Ventura, che si è confermata anche quest'anno una delle aree più giovani e stimolanti, una mostra promossa dalla rivista "Domus" nel centrale e storico Palazzo Clerici ha forse aperto uno dei momenti di riflessione più interessanti, interrogandosi sulla possibilità di un futuro ecologico e partecipato del design.<\/p>\n Partecipazione<\/strong>. Nel 1974 Enzo Mari ideava Autoprogettazione<\/em>, una serie di linee guida con cui chiunque avrebbe potuto costruire mobili a basso costo, utilizzando solo legno e chiodi. Riallacciandosi a una simile idea di design partecipato, la mostra omaggia il grande designer milanese con un allestimento basato su tavoli, sedie e panchine del visionario progetto del '74. Un allestimento coerente con gli oggetti presentati e il significato dell'esposizione e che idealmente unifica le diverse "isole-proposte" d'avanguardia entro cui si articola l'"Open Design Archipelago", a sottolineare un taglio curatoriale preciso e controcorrente rispetto alle molte scenografiche vetrine del Fuorisalone. Al concetto di partecipazione si ispira infatti la maggior parte degli <\/p>\n oggetti in mostra, tra cui le proposte di Open Source Furniture<\/em>, un progetto promosso da Domus e da FabLab che ha coinvolto designers, architetti e studenti intorno all'idea di design accessibile, diffuso e autoprodotto, ma anche i progetti OpenStructures<\/em> di Thomas Lommée e Arduino<\/em>, fondato da Massimo Banzi e David Cuartielles, un piccolo microprocessore open source<\/em> utilizzabile per moltissime applicazioni.<\/p>\n Progettare il riuso.<\/strong> Molti degli oggetti o delle idee esposti nascono da un'attenzione ecologica al riuso creativo di materiali industriali. Il designer olandese Dirk Vander Kooij<\/strong> ha presentato una nuova tecnica di fabbricazione con stampa 3D da lui sviluppata utilizzando un robot che fonde e deposita in strati materiale plastico ottenuto da componenti di frigoriferi riciclati, con cui ha realizzato la sua linea d'arredo Endless<\/em>. La scommessa su modelli di business alternativi sta alla base anche della ricerca di Markus Kaiser<\/strong> e del suo progetto sperimentale SolarSinter<\/em>, che utilizza la luce del sole e la sabbia del deserto come fonte d'energia e materia prima per la produzione di oggetti in vetro e del tagliente focus<\/em> intitolato Material Matters a Future Furniture Fair<\/em>, ideato da Droog Lab, che promuove nel mondo la riflessione su possibili diversi modelli di sviluppo economico, attenti al risparmio delle risorse naturali e al riciclo dei materiali di scarto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Sezione della mostra allestita del salone affrescato da Tiepolo All'interno del fitto elenco di eventi organizzati in occasione del Salone del mobile, oltre alle diverse iniziative della zona di via Ventura, che si è confermata anche quest'anno una delle aree più giovani e stimolanti, una mostra promossa dalla rivista "Domus" nel centrale e storico Palazzo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":26762,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45],"tags":[],"yoast_head":"\n