{"id":27099,"date":"2012-06-14T12:02:52","date_gmt":"2012-06-14T12:02:52","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-06-15T08:44:13","modified_gmt":"2012-06-15T08:44:13","slug":"la-propaganda-di-beuys","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-propaganda-di-beuys\/","title":{"rendered":"La propaganda di Beuys"},"content":{"rendered":"
Curata da Antonio d'Avossa<\/strong>, critico d'arte e docente all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e da Nicoletta Ossanna Cavadini<\/strong>, direttrice del max museo di Chiasso, l'esposizione Joseph Beuys, Ogni uomo è un artista<\/strong><\/em> presenta per la prima volta al pubblico la più completa rassegna europea di manifesti firmati dall'eclettico artista tedesco, grande protagonista della sperimentazione artistica concettuale del dopoguerra. Oltre 230 esemplari<\/strong>, provenienti dall'Archivio Bonotto<\/strong>, palesano un uso strategico del mezzo pubblicitario, arma di propaganda di un pensiero divenuto oggetto di svariate interpretazioni.<\/p>\n In mezzo a questa carrellata di manifesti spiccano alcuni degli oltre 600 multipli<\/strong> che Joseph Beuys realizzò dalla metà degli anni Sessanta in poi, come Capri batterie<\/strong><\/em> (1985)<\/strong> una lampadina dipinta di giallo la cui spina è infilzata in un limone, in un gioco allusivo di forme e colori, o Rose for direct democracy<\/strong><\/em> (1973)<\/strong>, un cilindro graduato contenente una rosa rossa, chiaro rimando al movimento culturale – L'Organizzazione per la Democrazia Diretta – fondato nel 1971. A questo seguirà la Free International University, all'interno della quale svilupperà il problema della Difesa della natura<\/em>, tema che caratterizzerà gli ultimi anni della sua intensa attività.<\/p>\n Il 1964<\/strong> non è solo l'anno che dà il via a questa corposa produzione<\/strong>: nello stesso periodo Beuys si avvicina, infatti, a Fluxus<\/strong><\/em>, il movimento internazionale trainato dal lituano-americano George Maciunas. Mai accettato dai colleghi se ne allontanerà presto puntando l'attenzione – dopo lo shock della guerra – su un'estetica della memoria. Joseph Beuys: ogni uomo è un artista We won't do it without the rose, by Edition Staeck, Collezione Archivio Bonotto Curata da Antonio d'Avossa, critico d'arte e docente all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e da Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del max museo di Chiasso, l'esposizione Joseph Beuys, Ogni uomo è un artista presenta per la prima volta al pubblico […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27100,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,14],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong>
Manifesti e multipli sono accompagnati da una serie di video realizzati tra il 1964 il 1986<\/strong>, che documentano le famose perfomances<\/strong><\/em> durante le quali l'artista coinvolgeva il pubblico con spiegazioni, discussioni e idee concettuali. In questi "rituali"<\/strong> Beuys cercava di rievocare le sensazioni e gli stati d'animo delle esperienze passate con rappresentazioni drammatiche o bizzarre, quasi al limite del grottesco. Tra i video presenti in mostra "I like America and America likes me", registrato nel 1974 a New York, e "Coyote III", ripreso nel 1984 a Tokyo.
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Manifesti, multipli e video
<\/strong>Fino all'8 luglio 2012
Chiasso, Spazio Officina, Via Dante Alighieri 4
Per maggiori info.: Tel. +41 916833969
Orari: martedì-domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Lunedì chiuso<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"