{"id":27117,"date":"2012-06-15T05:53:55","date_gmt":"2012-06-15T05:53:55","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-06-15T08:46:59","modified_gmt":"2012-06-15T08:46:59","slug":"quando-l-arte-d-i-numeri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/quando-l-arte-d-i-numeri\/","title":{"rendered":"Quando l\u2019arte d\u00e0 i numeri"},"content":{"rendered":"
Si può dipingere con le parole? E con i numeri?<\/strong> Questa interessante domanda è alla base per comprendere le opere artistiche di Tobia Ravà<\/strong>, da molti conosciuto come "l'artista che dipinge con i numeri<\/strong>", per via della particolarissima idea che anima le sue creazioni. L'artista ha quindi deciso di sfruttare questa caratteristica che contraddistingue la lingua ebraica per immergersi nel mondo dell'arte, creando delle opere che sono sia numeriche sia descrittive<\/strong>, oltre che esteticamente godibili. La sua passione per la matematica, riletta spesso in chiave esoterica ed alchemica, ha inoltre portato Ravà a compiere una nuova scoperta matematica<\/strong> – ora dimostrata e provata anche da tutta la comunità scientifica – che ha preso il nome di "congettura di Ravà<\/strong>", proprio in onore del suo scopritore. <\/p>\n In questa recente mostra allestita al Museo Butti di Viggiù<\/strong>, aperta dal tre giugno al sette luglio, e curata da Maria Luisa Trevisan<\/strong>, si ricerca proprio, come dice anche il titolo stesso "Tiferet, equilibri armonici<\/strong>", un punto di equilibrio, un tentativo di armonizzare tre ambiti diversi tanto distanti in modo da presentarli come un tutt'uno: una sfida ambiziosa, eppure magistralmente vinta. Le sue opere sono caratterizzate da colori forti e da composizioni di lettere e numeri che si intrecciano a ricrearne i soggetti, sia formalmente che significativamente, creando nello spettatore quasi una visione, una rivelazione inattesa ed inedita, che si scopre essere portatrice di un messaggio e ricostruzione dei luoghi e dei contesti che l'Artista ha vissuto nella propria esistenza.<\/p>\n Dunque, dopo aver scelto il soggetto, solitamente di carattere naturale oppure architettonico, Ravà ne racconta la storia attraverso una concatenazione di simboli numerici e letterali, tutti individuati a partire dal significato che è sotteso allo scopo della creazione di un messaggio figurativo, che vede come prospettiva primaria quella dell'incontro con l'uomo<\/strong>, il quale è costantemente in dialogo con sé stesso e con l'altro. Per sua stessa ammissione, Ravà privilegia dei soggetti che hanno un vissuto e una storia da raccontare<\/strong>, proprio <\/p>\n perché il retroscena di una storia conferisce all'opera uno spessore ed un fascino intrigante: le sue opere non vanno solo godute esteticamente bensì anche lette in quanto scritte. Le opere d'arte sono pertanto un mezzo, una modalità attraverso la quale l'artista può dialogare con il fruitore, con le comunità, le culture, le religioni, e la società. Tiferet, equilibri armonici L'allestimento della mostra Si può dipingere con le parole? E con i numeri? Questa interessante domanda è alla base per comprendere le opere artistiche di Tobia Ravà, da molti conosciuto come "l'artista che dipinge con i numeri", per via della particolarissima idea che anima le sue creazioni.L'intuizione che ha dato l'avvio all'originalità del suo stile […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27118,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,46,49],"tags":[],"yoast_head":"\n
L'intuizione che ha dato l'avvio all'originalità del suo stile si è basata sulla scoperta della ghematrià<\/strong>, uno degli strumenti che la kabbalah <\/strong>possiede per la lettura e l'interpretazione del testo sacro<\/strong>: in base a questo sistema, ad ogni lettera dell'alfabeto ebraico corrisponde un numero<\/strong>, e pertanto anche ogni parola, in quanto raggruppamento di lettere, acquisisce un corrispettivo valore numerico.<\/p>\n
<\/strong>Tobia Ravà è infatti così riuscito a fondere insieme la matematica<\/strong>, la poesia<\/strong>, e l'arte<\/strong>: i suoi soggetti figurativi sono associati ad una numerologia ben precisa, ed inoltre possono anche essere decifrati e letti, in quanto composti da parole che ne raccontano la storia.
Stringhe di caratteri numerici, frammisti a segni dell'alfabeto ebraico, compongono le campiture ed i profili di soggetti dipinti, o decorano la texture superficiale delle statue.<\/p>\n
In effetti, Ravà riesce ad unire l'interpretazione numerica al significato simbolico e allegorico delle figure che intende rappresentare, collegandole anche con la presenza, nel quadro, di alcune lettere ebraiche, che vanno lette da destra a sinistra, nel loro intrecciarsi con i numeri e con il loro significato, andando a costruire un equilibrio e, appunto, un'armonia in cui la vicenda si sviluppa con una serie di rimandi reciproci fino ad una completa sintonia con il messaggio che rappresenta.<\/p>\n
Tobia Ravà<\/strong>, nato a Padova nel 1959, attualmente lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino, laureandosi in seguito in Semiologia delle Arti all'Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere dal 1971, ed espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Giappone, Stati Uniti. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall'ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall'aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d'Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l'uomo ponendolo in sintonia con l'ambiente e rendere l'arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell'arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d'arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d'Arte Contemporanea a Mirano dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici. In occasione delle recenti olimpiadi di Pechino 2008 è tra gli artisti esposti all'Olympic Fine Arts. Nel 2010 un suo lavoro viene donato al Papa Benedetto XVI dal rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma ed esce il film corto di Sirio Luginbùl "Elena in PaRDeS" dedicato al lavoro di Tobia Ravà.
<\/p>\n
<\/strong>Opere di Tobia Ravà
Dal 3 giugno al 7 luglio 2012
Museo Butti, Viale Varese 4, Viggiù
Orari: da martedì a domenica, dalle 14.00 alle 17.30
chiuso il lunedì
Ingresso libero
Per info: Tel. 0332 486510 – Fax 0332 488861 – museobutti@comune.viggiu.va.it
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