{"id":27348,"date":"2012-07-25T10:57:42","date_gmt":"2012-07-25T10:57:42","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-07-27T09:19:50","modified_gmt":"2012-07-27T09:19:50","slug":"arte-e-medicina-l-orecchio-che-vede-12","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/arte-e-medicina-l-orecchio-che-vede-12\/","title":{"rendered":"Arte e Medicina. L’orecchio che vede\/12"},"content":{"rendered":"
L'espressione "porgere l'orecchio" equivale – nelle perifrasi correnti – a "porgere attenzione", "prestar cura", indica la saggezza dell'ascolto interiore, l'equilibrio.
Secondo il sapere alchemico e mistico: "Il sentimento del cosmo comunica con l'udito". In Cina, i saggi sono rappresentati con orecchie lunghe, segno di saggezza e immortalità, lo stesso Lao Tzu viene chiamato 'grandi orecchie', e in Africa ci si fora i lobi, appendendo ad essi dei pesi, con lo stesso scopo. San Paolo dice che la fede arriva all'uomo attraverso l'udito "fides ex auditu". E nel sufismo islamico all'orecchio spetta l'ascolto mistico, quello del cuore (sam). <\/p>\n
Non possono che rivestire e suscitare grande attenzione tutte queste considerazioni agli occhi – e alle orecchie – degli artisti. Così, la vista incontra l'udito nel palazzo storico di via Serbelloni a Milano; qui infatti si può vedere bene, sul lato destro dell'ingresso al numero 10, un grande orecchio di bronzo, con tanto di padiglione auricolare e condotto uditivo esterno, alto più di una spalla. <\/strong><\/p>\n Oggi non è più in uso, ma all' epoca fu concepito a mo' di citofono (uno dei primi della storia) e perciò affidato alle mani di uno scultore rinomato, che potesse degnamente sottolineare il valore della novità. La comunicazione è innanzitutto ascolto.<\/strong> In India si dice che il saggio riesce a udire "i suoni inaudibili", riflessi della vibrazione primordiale, come i mantra<\/em>, o i suoni dell'alfabeto sanscrito, che tentano di riprodurre il 'verbo' che consentì l'origine del mondo. Il Tao parla della misteriosa "luce auricolare". <\/p>\n L'artista australiano Stelarc, pseudonimo di Stelios Arkadiou (Limassol, 1964),<\/strong> ha destato scandalo per gli interventi sul proprio corpo per fini artistici, con accentuati caratteri esibizionistici e spettacolari e nei quali la carne viene contaminata con l'automazione robotica.<\/p>\n Ha destato, più di tutti, sconcerto l'operazione che gli ha consentito di farsi impiantare un orecchio nell'avambraccio. Più semplice – e più illuminante – sembra essere la filastrocca di Gianni Rodari<\/p>\n L'orecchio acerbo <\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" L'espressione "porgere l'orecchio" equivale – nelle perifrasi correnti – a "porgere attenzione", "prestar cura", indica la saggezza dell'ascolto interiore, l'equilibrio.Secondo il sapere alchemico e mistico: "Il sentimento del cosmo comunica con l'udito". In Cina, i saggi sono rappresentati con orecchie lunghe, segno di saggezza e immortalità, lo stesso Lao Tzu viene chiamato 'grandi orecchie', e in […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27349,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,14],"tags":[],"yoast_head":"\n
Per Adolfo Wildt (Milano 1868 – 1931),<\/strong> che per la sua abilità nell'interpretare l'anatomia auricolare era soprannominato l'oregiatt,<\/em> il soggetto anatomico era particolarmente congeniale. Addirittura, secondo l'artista, ogni frammento del corpo poteva esprimere un "sentimento". <\/p>\n
Incastonato nella costruzione liberty di Palazzo Sola-Busca, ribattezzato popolarmente – proprio in virtù del solenne padiglione – "Ca' de l'oreggia", il rilievo porta dunque la firma di un maestro dell'epoca come Wildt.
È il primo vero citofono di Milano, che presta attenzione alle voci.<\/strong><\/p>\n
L'ennesima violenza, l'ennesima forzatura di un concettismo freddo, materialista, ancorato a solo ciò che si vede. E, dunque, inutile.
L'ennesima stortura di una Body-Art<\/em> diventata feticcio di se stessa, parossismo disgustoso e vacuo.
"E' un lavoro in corso – ha dichiarato l'artista nel corso di un'intervista – Penso che le idee che coinvolgono il corpo in preoccupazioni sciamanistiche, religiose o culturali siano interessanti ma del tutto fuori moda in una costruzione metafisica. Quello che abbiamo è solo un corpo fisico che è obsoleto, vuoto. Questo è tutto quello che hai, quello che vedi".<\/p>\n
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
<\/em>Vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
<\/em>Non era tanto giovane, anzi era maturato,
<\/em>tutto, tranne l'orecchio, che acerbo era restato.
<\/em>Cambiai subito posto per essergli vicino
<\/em>E poter osservare il fenomeno per benino.
<\/em>"Signore, – gli dissi – dunque lei ha una certa età:
<\/em>di quell'orecchio verde che cosa se ne fa"?
<\/em>Rispose gentilmente: " Dica pure che son vecchio.
<\/em>Di giovane mi è rimasto soltanto quest'orecchio.
<\/em>E' un orecchio bambino, mi serve per capire
<\/em>Le cose che i grandi non stanno mai a sentire:
<\/em>ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
<\/em>le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
<\/em>capisco anche i bambini quando dicono cose
<\/em>che a un orecchio maturo sembrano misteriose".
<\/em>Così disse il signore con un orecchio acerbo
<\/em>Quel giorno sul diretto Capranica – Viterbo.
<\/em><\/p>\n