{"id":27402,"date":"2012-08-01T09:28:34","date_gmt":"2012-08-01T09:28:34","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-08-03T08:34:05","modified_gmt":"2012-08-03T08:34:05","slug":"le-ceramiche-di-andrea-branzi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-ceramiche-di-andrea-branzi\/","title":{"rendered":"Le ceramiche di Andrea Branzi"},"content":{"rendered":"
Triennale Design Museum presenta Le ceramiche di Andrea Branzi: <\/strong><\/em>una selezione di opere in ceramica, materiale dal grande valore simbolico per il designer perché portatore di un forte contenuto antropologico.<\/p>\n <\/strong>Se la serie Nature Morte<\/em> del 2011 introduce una riflessione sui temi della morte e della caducità, Epigrammi<\/em> (2010) è invece costituita da piccole figure in ceramica intramezzate da elementi in ferro capaci di accogliere oggetti come fiori, frutta o candele. "Dove gli antichi umani sono passati hanno lasciato tracce di cotto, nel deserto come nelle caverne. Andrea Branzi, architetto e designer, è nato a Firenze dove si è laureato; vive e lavora a Milano dal 1974. Si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione territoriale, didattica e promozione culturale. Autore di molti libri sulla storia e teoria del design, pubblicati in vari paesi. Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, prima scuola post-universitaria di design. Le ceramiche di Andrea Branzi Le ceramiche di Andrea Branzi in Triennale Triennale Design Museum presenta Le ceramiche di Andrea Branzi: una selezione di opere in ceramica, materiale dal grande valore simbolico per il designer perché portatore di un forte contenuto antropologico. Se la serie Nature Morte del 2011 introduce una riflessione sui temi della morte e della caducità, Epigrammi […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27403,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[17,50],"tags":[],"yoast_head":"\n
Ogni pezzo è come un frammento di un racconto ispirato a poemi classici (Catullo, Marziale) o moderni (Penna, Fortini).
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La serie Portali<\/em> del 2007 è concepita come micro-habitat da arricchire con elementi floreali, così da creare un vero e proprio paesaggio architettonico. Bosco<\/em> del 2011, ispirata all'Ikebana, tecnica giapponese dedicata all'esposizione dei fiori recisi, mette in dialogo artificiale e naturale, mentre in Roseti<\/em> (2011) elementi geometrici si relazionano a forme organiche e naturali.
Sono inoltre esposti lavori sempre del 2011 come Orecchio<\/em> e la salsiera e la teiera Foglia.
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Far girare il tornio, cuocere l'argilla, smaltare e decorare i vasi ha un forte contenuto antropologico e misterioso e testimonia la presenza dell'uomo sulla terra, la scoperta del fuoco e la possibilità di far girare il tornio seguendo la rotazione degli astri…<\/p>\n
La ceramica, la terracotta, la porcellana, i gres, la terraglia per me non sono parti separate dell'universo umano, che è l'unica cosa che mi interessa. Non rappresentano un recinto specializzato. Il loro valore narrativo si misura in rapporto a valori più generali.
<\/strong>Mi risulta quindi difficile affrontare la questione delle terre-cotte-stracotte-fuse-smaltate come specializzazioni a cui corrisponderebbero valori tecnici dominanti.
Sarebbe come parlare del legno e dei legni con cui sono costruite le sedie o dei diversi tipi di pietre con cui è fatta (o rivestita) l'architettura.
La "questione dei materiali" esiste ed è importante; ma la tecnologia o fa parte della cultura, oppure deve essere lasciata in mano ai tecnologi. Per me il vero problema consiste nel saper usare la tecnologia per le sue capacità "estetiche", e l'estetica per le sue capacità "tecnologiche"…". <\/p>\n
Fino dalla laurea (1966) ha fatto parte del movimento di avanguardia dell'"architettura radicale"<\/strong> e i suoi progetti sono oggi conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, al Centro Georges Pompidou di Parigi e al FRAC di Orléans.<\/p>\n
È stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per un'industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, vincendo con le ricerche di Design Primario il primo dei tre Compassi d'Oro, di cui uno alla carriera.<\/p>\n
È stato direttore della rivista MODO dal 1982 al 1984.
Professore Ordinario e Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano. È stato membro del Consiglio Nazionale del Design del Ministero della Cultura.
Ha curato le prime due edizioni del Triennale Design Museum di Milano. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Design dall'Università della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra.<\/p>\n
<\/strong>Dal 19 giugno al 9 settembre 2012
Milano, Triennale Design Museum
Le mostre del Triennale DesignCafé sono un progetto a cura di Silvana Annicchiarico, direttore del museo
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30
giovedì dalle 10.30 alle 23.00<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"