{"id":27501,"date":"2012-08-20T06:00:44","date_gmt":"2012-08-20T06:00:44","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-08-24T06:23:33","modified_gmt":"2012-08-24T06:23:33","slug":"un-altro-gioiello-a-cadegliano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/un-altro-gioiello-a-cadegliano\/","title":{"rendered":"Un altro gioiello a Cadegliano"},"content":{"rendered":"
La chiesa fa parte della diocesi di Como ed è documentata fin dal 1515; probabilmente venne edificata nel secolo precedente. Nell'elenco del clero annesso agli atti del sinodo comense del 1565 del vescovo Volpi nella pieve di Agno, è attestata la presenza di un rettore della chiesa dei Santi Maria, Antonio e Fedele di Viconago, nella pieve di Agno;<\/strong> infine è attestato un vicario perpetuo della detta chiesa. <\/p>\n Questo rettore evidentemente deteneva un unico beneficio che comprendeva la cura d'anime delle comunità, ancora non scisse, di Viconago, Cadegliano e Arbizzo. La chiesa di Arbizzo fu eretta parrocchia il 27 novembre 1627, con territorio smembrato da Viconago, era di nomina comunitativa e dedicata ai Santi Fedele e Silvestro. Nel 1788 la parrocchia di San Fedele di Arbizzo, compresa nella pieve di Marchirolo, era di patronato della comunità e contava circa 140 anime. <\/p>\n Nella chiesa parrocchiale dei Santi Fedele e Silvestro si trovavano due confraternite del Santissimo Sacramento, una maschile e una femminile. <\/p>\n Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Arbizzo è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Marchirolo, fino al decreto del 29 gennaio 1968 per l'istituzione delle zone pastorali nella diocesi di Como,<\/strong> in seguito al quale fu assegnata alla zona pastorale XVI delle Valli Varesine e al vicariato di Marchirolo; con decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato foraneo delle Valli Varesine. <\/p>\n Sulla facciata della chiesa, ai lati della finestra centrale, si trovano due affreschi un po' ammalorati: San Silvestro a sinistra e a destra San Fedele. Il modo di dipingere questi due santi si può ricollegare a modelli che possono essere stati realizzati nel XVII secolo da un artista ben conscio dei canoni estetici del tempo e delle novità circolanti in quel periodo.<\/strong> Questo artista sicuramente ha operato anche in altri cantieri dell'area varesina ma attualmente risulta difficilmente identificabile.<\/p>\n Entrando in chiesa la volta centrale presenta un medaglione rappresentante l'Ascesa dei santi Fedele e Silvestro attorniati da una schiera di putti e angeli che reggono gli attributi<\/em>. Ai lati dell'affresco ci sono due simboli <\/p>\n araldici: una colomba con un ramo d'ulivo, simbolo di Papa Pio XII (1939-1958) e l'altro del vescovo di Como Alessandro Macchi (1930-1947). L'autore si potrebbe identificare in uno dei pittori – probabilmente Lucio Lecchi o Arturo Tosi – che hanno lavorato alla nuova campagna decorativa della chiesa parrocchiale di Viconago dedicata a San Giovanni Battista.<\/strong> <\/p>\n Ai lati sono rappresentati a monocromo gli Evangelisti Matteo, Marco, Luca, Giovanni con i loro attributi, l'angelo, il libro e un leone, il bue e gli strumenti da pittore, l'aquila. Nell'abside ci sono due grossi affreschi firmati e datati Giuseppe Valerio Egger 1945<\/em>. A sinistra vi è un'Annunciazione<\/em>, dal lato opposto l'Incontro delle Pie donne con l'Angelo<\/em>. Egger è un artista ticinese che ha realizzato diverse opere in Lombardia e Canton Ticino: il suo stile risalta per la semplicità e la purezza della forma e del colore;<\/strong> il modo di esprimersi è una rivisitazione in chiave moderna delle opere dell'artista Beato Angelico (1395 ca. – 1455). Toccante è la figura della Vergine vista come una giovinetta timorosa con le braccia conserte al petto che accetta con reverenza l'annuncio.<\/p>\n Nella cappella laterale sinistra si trova una tela che raffigura la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovanni Battista<\/em>. Il gruppo è rappresentato in primo piano sulla nuda terra sotto un tendone verde che sembra essere stato aperto per l'occasione per <\/p>\n l'osservatore. Sulla sinistra si vede una parte di una costruzione architettonica che aiuta a definire meglio l'ambiente interno. Sulla destra l'immagine si apre verso un paesaggio che dà profondità alla scena. Sullo sfondo montagne bianche, prati e boschi dal tono delicato e morbido. La composizione si innesta su uno schema piramidale la cui punta è la figura di San Giuseppe, le estremità Maria ed Elisabetta. Al centro San Giovanni e Gesù bambino. San Giuseppe è arroccato con tutta la forza delle braccia al suo bastone; punto focale del personaggio è il volto rivolto verso Santa Elisabetta. La barba canuta contribuisce ad evidenziare ancora di più la senilità del personaggio. Giuseppe sembra non partecipare alla scena e rimane in disparte ad assistere passivamente. Veri protagonisti della scena sono le donne e i due bambini tenuti fermi dalle madri. <\/p>\n Il quadro deriva dai classici modelli raffaelleschi raffiguranti le Sacre Famiglie. Per quanto riguarda la datazione si deve propendere per un pittore lombardo locale del tardo XVIII secolo.<\/p>\n La pala d'altare rappresenta i santi titolari della chiesa, i SS. Fedele e Silvestro<\/em>. Nella tela giganteggiano i due santi su uno sfondo totalmente nero. A sinistra il papa Silvestro nel classico abbigliamento in cui è normalmente ritratto, a destra il soldato Fedele. Anche in questo caso sono da osservare i volti quasi speculari tra di loro: si differenziano in pochi dettagli. L'artista è leggermente impacciato nel tracciare le gambe del soldato. Il pittore in questo caso si ispira a modelli usati in ambito milanese nel tardo Cinquecento – inizio Seicento. Nell'abside della chiesa si trovano due grandi vetrate che danno luminosità a buona parte della chiesa. I due santi rappresentati sono: S. Enrico<\/em> e S. Giacomo<\/em>. Sopra alle due figure ci sono due putti svolazzanti e in basso G.C. Andreoni offre<\/em>. Con tutta probabilità si tratta del nome del donatore che ha finanziato la realizzazione delle vetrate.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Veduta esterna della chiesa La chiesa fa parte della diocesi di Como ed è documentata fin dal 1515; probabilmente venne edificata nel secolo precedente. Nell'elenco del clero annesso agli atti del sinodo comense del 1565 del vescovo Volpi nella pieve di Agno, è attestata la presenza di un rettore della chiesa dei Santi Maria, Antonio […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27502,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,49],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong>Nella visite pastorali del vescovo Feliciano Ninguarda del 1591 e in quella del 1599 di Filippo Archinti, la chiesa di San Fedele di Arbizzo, insieme alla chiesa di Santa Maria di Cadegliano, dipendeva dalla parrocchiale di Sant'Antonio di Viconago. <\/p>\n
Nel 1651 la chiesa di San Fedele di Arbizzo è attestata come parrocchiale nel vicariato e pieve di Marchirolo, territorio compreso nel ducato di Milano.
L'edificio sembra essere stato far erigere dal vescovo Lazzaro Carafino. <\/p>\n
I santi sono rappresentati su un piedistallo con alla base il nome.<\/strong> Il fondo è completamente bianco. San Fedele indossa un'armatura militare dorata, nella mano sinistra tiene uno scudo e nella destra una bandiera di colore rosso. Ha un elmo militare con una grossa criniera rosso fuoco. La posizione della gamba sinistra, leggermente avanzata rispetto alla destra, contribuisce a dare movimento e fluidità alla figura del santo.
A sinistra San Silvestro indossa un triregno dorato e tiene in mano la ferula dotata di tre braccia, detta anche croce piscatoria. <\/p>\n
della chiesa<\/span><\/div>\n
La parte centrale risulta essere più delicata rispetto ai quattro evangelisti laterali. I personaggi sono dolcemente modellati dalle loro vesti e in un tripudio di colori salgono al cielo. All'opposto gli evangelisti sono rappresentati in modo abbastanza aspro, duro; infatti i loro corpi e volti sono sagomati dalla luce che batte su di loro e i loro panneggi sono sapientemente plasmati in modo da far risaltare le diverse parti del corpo.<\/p>\n
esterna<\/span><\/div>\n
<\/strong>
Nella cappella destra è conservata una Madonna con Bambino e angeli<\/em>. Questa immagine ha uno sfondo rosso innaturale e sembra che gli angeli siano stati tagliati ai lati. La Vergine e il Bambino sul capo hanno una corona dorata in rilievo. Dettaglio rilevante è il pavimento a piastrelle bianche e nere che dà senso di prospettiva all'immagine. Questo affresco ha sicuramente subito un restauro in epoca ignota.<\/p>\n