{"id":27684,"date":"2012-09-13T11:14:29","date_gmt":"2012-09-13T11:14:29","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-09-14T07:59:44","modified_gmt":"2012-09-14T07:59:44","slug":"la-visione-di-claudia-canavesi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-visione-di-claudia-canavesi\/","title":{"rendered":"La visione di Claudia Canavesi"},"content":{"rendered":"
Tre sono i fronti espositivi che vedono impegnata, da qui alle prossime settimane, Claudia Canavesi: la collettiva intitolata "Impronte" aperta a Villa Pomini di Castellanza<\/strong>, "Suono e Segno" aperta al Teatro di Villa Gonzaga di Olgiate Olona<\/strong> e la personale "Dialogo tra materia e Spazio. Sculture senza limiti" ospitata presso lo Spazio Cesare da Sesto<\/em> di Sesto Calende. Mai come in relazione ai lavori di Claudia Canavesi è possibile pensare le nozioni di peso e di leggerezza, radicamento e sospensione, perimetro grafico, scolpito, distanza tra materia e luce che l'avvolge.<\/strong> Claudia Canavesi ha casa e laboratorio a Cardano al Campo, dove da anni collabora con l'Assessorato alla Cultura, curando e allestendo mostre, ridando vita e visibilità ad architetture e luoghi pubblici.<\/strong> Diplomata presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera si è impegnata in un suo personale processo formativo che spazia dal Centro TAM, presieduto da Arnaldo Pomodoro, ai simposi organizzati dall'Accademia di Brera, dal KAUS di Urbino (incisione artistica) alla fonderia MAF di Pioltello a esperienze di residenze all'estero. Dal 1998 partecipa a mostre personali e collettive, in Lombardia ma anche in Giappone, Urbino e Torino.<\/p>\n Sulla mostra in allestimento l'artista così si esprime: "Voglio rendere più intenso il percorso personale che, iniziato nel 2002, prosegue ancora oggi. Alcune tematiche (ponte, scala, porta, cubo, sfera, cerchio, spirale, labirinto, pieno, vuoto, ecc) sono state affrontate, approfondite, superate, abbandonate, riprese, riviste dopo un nuovo "periodo di maturità". Tematiche che sempre mi attraggono per i contenuti simbolici che esprimono permettendomi di evolvermi in nuove ricerche e sperimentazioni". Claudia Canavesi inmostra allo Spazio Cesareda Sesto Tre sono i fronti espositivi che vedono impegnata, da qui alle prossime settimane, Claudia Canavesi: la collettiva intitolata "Impronte" aperta a Villa Pomini di Castellanza, "Suono e Segno" aperta al Teatro di Villa Gonzaga di Olgiate Olona e la personale "Dialogo tra materia e Spazio. Sculture senza limiti" ospitata […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":27685,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[36,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
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E nelle tre esposizioni tornano a farsi vedere i molteplici ma complementari sentieri di ricerca dell'autrice: il materiale artistico richiede affinamento nella visione, adesione alle particolari soglie immaginative, esige il pensiero della forma come luogo in senso assoluto, senza altro nutrimento che quello della luce e della relazione con lo spazio circostante.<\/p>\n
Il pensiero dell'artista, che lega la tradizione delle arti plastiche con la pittura, ovvero con un arte bidimensionale, si attua nell'azione creatrice, pratica e trasformatrice, andando fino in fondo alla natura fisica, visiva e mentale dell'immagine, sia essa una rigorosa struttura geometrica, una superficie ondulata, una composizione disegnata o un incastro scultoreo e plasmato.<\/p>\n
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In questo senso, è illuminante il testo di Margit Rowell "qu'est-ce que la sculpture moderne?"<\/strong> di cui riportiamo solo un breve stralcio: "I materiali presi in considerazione sono la pietra arenaria (di Vicenza) forte, ma nel contempo calda; il ferro, imbullonato come strutture ingegneristiche, facendoci notare la sua fredda rigidità e impassibilità, o corroso, quindi disegnato e lavorato come una materia morbida e plasmabile; la carta, così apparentemente fragile, diventa spesso struttura portante e parte integrante dell'opera. Ferro e carta accolgono inoltre i procedimenti delle tecniche incisorie calcografiche, portando con sé la voglia di confrontarsi con metodi, prodotti e misteri antichi e tradizionali. Componente fondamentale di queste opere è il viaggio; la conoscenza di nuovi contesti urbani, culturali, sociali, formali, spaziali, ecc… Il viaggio diventa metafora di esperienza e di riflesso, di crescita individuale. Gli spazi architettonici esplorati durante i viaggi, diventano contenitori di ispirazioni. Attraverso visioni e scorci prospettici di luoghi di suggestivo interesse, le sculture diventano "libri narranti". (…) Gli elementi, con i rispettivi concetti simbolici che si ritrovano maggiormente in questi lavori, sono: il Ponte, come elemento di comunicazione sia geografico che spirituale, la Scrittura, come simbolo concreto della comunicazione umana, ed elemento di comunicazione nel tempo, come testimonianza e portatrice di memoria, la Cupola, come elemento tangibile, costruito dall'uomo, per metterlo in comunicazione dalla terra al cielo, quindi con altri luoghi dell'oltre".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"