{"id":27742,"date":"2012-09-25T05:06:57","date_gmt":"2012-09-25T05:06:57","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-09-28T09:38:29","modified_gmt":"2012-09-28T09:38:29","slug":"la-villa-che-apre-le-sue-porte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-villa-che-apre-le-sue-porte\/","title":{"rendered":"La villa che apre le sue porte"},"content":{"rendered":"
Casalzuigno conserva, oltre a resti di antichi mulini ad acqua lungo i salti del Torrente Marianna, un importante esempio di villa con masseria: la Favorita ma più nota villa Bozzolo, dal nome del suo ultimo proprietario.<\/strong><\/p>\n La storia della Villa ha inizio nella seconda metà del Cinquecento, epoca in cui il nobile notaio Giroldino Della Porta acquistò un'estesa proprietà fondiaria a Casalzuigno, per edificarvi una dimora signorile, le cui tracce sono ancora oggi in parte visibili nella zona occidentale del complesso. Al secolo successivo risale la prima riqualificazione della struttura originaria, con la realizzazione, in corrispondenza della corte nobiliare, delle ali che trasformarono la pianta della Villa in una "U" secondo una tipologia architettonica diffusa nella Lombardia del tempo. Risale alla prima metà del Settecento la ricca decorazione degli interni (ad opera dei lombardi Antonio Maria Porrani e Simone Salvioni), la realizzazione dell'oratorio e, in occasione delle nozze di Girolamo III Della Porta con Isabella Giulini, l'articolata trasformazione del parco.<\/p>\n In epoca barocca la Villa raggiunse così il massimo del suo splendore, divenendo una vera e propria "villa di delizia". Gli anni seguenti segnarono un lento ed inarrestabile declino dei Della Porta e con esso una progressiva decadenza del complesso. Con l'estinzione della casata nel 1817, la Villa passò ai Carpani, poi nel 1861 ai Richini ed infine ai Bozzolo, che apporteranno tra Otto e Novecento numerosi restauri ed aggiornamenti, nell'intento di trasformare l'antico edificio in una moderna e confortevole residenza estiva. Seguirà un periodo di abbandono e di spoliazioni fino alla decisione nel 1989 degli eredi Bozzolo di donare al FAI – Fondo Ambiente Italiano l'importante dimora, conservando per la famiglia l'usufrutto di alcuni alloggi.