{"id":27837,"date":"2012-10-12T16:33:32","date_gmt":"2012-10-12T16:33:32","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-10-18T17:33:12","modified_gmt":"2012-10-18T17:33:12","slug":"che-cosa-trovi-al-di-l-della-pittura","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/che-cosa-trovi-al-di-l-della-pittura\/","title":{"rendered":"Che cosa trovi al di l\u00e0 della pittura?"},"content":{"rendered":"
"Al di là della pittura?" <\/strong><\/em>è l'interrogativo con il quale la galleria Il Chiostro arte contemporanea<\/strong> di Saronno apre la stagione. Eelco Brand (Rotterdam,1969) <\/strong>parte dalla pittura per approdare al 3D computer animation al fine di eliminare l'effetto statico del dipinto. I suoi sono brevi video in cui ricostruisce frammenti di paesaggio che nella realtà non esistono: non hanno un inizio né uno sviluppo narrativo e per questa ragione possono essere visti e fruiti come "quadri in movimento". Orizzonti ambigui sono anche quelli proposti nelle tele di Pierpaolo Curti (Lodi, 1972),<\/strong> anch'egli attratto dalla costruzione filmica di una narrazione pittorica verso la quale la sua produzione talvolta migra. I suoi modelli sono immagini video e fotografie, che sceglie non per riprodurle pittoricamente secondo le modalità del fotorealismo, quanto piuttosto per prendersi gioco di loro, trasformandone la realtà mediale e i soggetti a cui si riferiscono in elementi di un romanzo giallo. Ciò avviene ad esempio quando l'artista, dopo aver dipinto minuziosamente un francobollo su una cartolina, la affida all'ufficio postale, che a sua volta la timbra e la trasporta, inconsapevole che si tratta di "un'opera". Animato da una vena ironica e scherzosa, il lavoro di Facco sviluppa ulteriormente, in modo innovativo e intelligente, le tensioni virtuali tra fotografia e pittura del secolo scorso.
Angela Madesani cura la mostra e la scelta delle opere di tre artisti che lavorano prevalentemente con il mezzo pittorico, ma non solo, al fine di analizzare questo linguaggio e il confine che oggi si pone.<\/p>\n
Sono paesaggi senza orizzonti, quasi una dichiarazione di totale appartenenza alla pittura: sapiente è la modulazione di toni e originale l'estraneità dei soggetti all'inquadratura classica del paesaggio.<\/p>\n
Difficile definire la sua figurazione semplificata su geometrie misteriose. I toni sono pastosi, la materia è densa, il profilo delle cose netto, quasi a negare il dettaglio, che invece diventa protagonista nella ricerca di Andrea Facco (Verona, 1973).<\/strong> <\/p>\n
I tre artisti interpretano la necessità sempre più urgente di un impegno dell'arte e il continuo porsi della pittura al di là dei limiti riconosciuti. <\/strong>Avere a disposizione strumenti tecnologici raffinati stimola questi tre protagonisti del contemporaneo a mettere in atto un linguaggio più evoluto, una ricerca più stringente, una visione della realtà più complessa. Significato e poesia emergono ancora più chiari nel fluido passaggio da una disciplina all'altra che connota la produzione presente in questa esposizione.