{"id":28237,"date":"2012-11-30T04:28:37","date_gmt":"2012-11-30T04:28:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-11-30T08:28:46","modified_gmt":"2012-11-30T08:28:46","slug":"ceramiche-sinuose","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ceramiche-sinuose\/","title":{"rendered":"Ceramiche sinuose"},"content":{"rendered":"
Piatti, tazzine o vasi… quando pensiamo alla ceramica ci vengono in mente subito servizi per gustare deliziose pietanze e bere rilassanti tisane, oppure vecchi ninnoli e cimeli che occupano spazio, si impolverano e troppo spesso si rompono provocando vere e proprie crisi di pianto. Eppure guardando le creazioni eccentriche di Antonia Campi (Sondrio, 1921) <\/strong>non troviamo niente di tutto ciò. I vasi sono sinuosi, quasi al limite del tortuoso, i servizi da tè e caffè sembrano scappati da uno zoo o da una fattoria di animali mentre i sanitari sembrano delle creature dei boschi piuttosto che dei piccoli alieni pronti a colonizzare il nostro spazio vitale.<\/p>\n Nel mondo della Campi le forme e i colori si contrappongono (e si sovrappongono) al rigore delle linee, la tradizione strizza un occhio alla modernità per dare nuova linfa alla fantasia, passando dalla ceramica "alta" alla ceramica "d'uso" e mantenendo sempre quella poesia del vuoto<\/strong> modulato attraverso l'uso di buchi, tagli e squarci inconsueti. Le sue sculture, ricoperte da colori setosi e brillanti, sono un vero tripudio di curve: appuntite, sagomate, avvolgenti<\/strong>. «È la ceramica stessa che lo richiede – precisa l'artista – è un materiale che ha bisogno di curve, quando cuoce si muove, si ritira. Ecco perché le realizzazioni hanno delle forme particolari». Forme nuove ma allo stesso tempo rassicuranti, con cui è riuscita a reinterpretare in chiave del tutto personale il quotidiano, a trasformare oggetti "comuni" in piacevoli sculture, «cariche di una valenza estetica ben definita». LE CERAMICHE DI ANTONIA CAMPI Antonia Campi, Portapipe, 1949 Piatti, tazzine o vasi… quando pensiamo alla ceramica ci vengono in mente subito servizi per gustare deliziose pietanze e bere rilassanti tisane, oppure vecchi ninnoli e cimeli che occupano spazio, si impolverano e troppo spesso si rompono provocando vere e proprie crisi di pianto. Eppure guardando le creazioni eccentriche di Antonia […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":28238,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[39,14],"tags":[],"yoast_head":"\n
La mostra ripercorre oltre sessant'anni di carriera, dai primi lavori degli anni Cinquanta a quelli più recenti<\/strong>, nati dalla collaborazione con ELICA (Elisabetta Bovina e Carlo Pastore), Alfredo Gioventù, Daniela Mangini e Antonella Ravagli, con la quale ha realizzato un grande pannello per Montecitorio in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
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Geometrie impossibili
<\/strong>Fino al 6 gennaio 2013
Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese 95, Milano
Orari: martedì-domenica, dalle 10.00 alle 18.00
lunedì chiuso
Ingresso al Museo: intero 8 Euro; ridotto 5 Euro
Per info.: tel. 02.89420019
http:\/\/www.museodiocesano.it\/
<\/u><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"